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L’Italia di oggi vista da “Il comandante e la cicogna”

Video interviste a Silvio Soldini, Valerio Mastandrea, Luca Zingaretti, Claudia Gerini, Alba Rohrwacher e Giuseppe Battiston.

Dopo “Pane e tulipani”, “Agata e la tempesta” e una parentesi con i drammatici “Giorni e nuvole” e “Cosa voglia di più”, Silvio Soldini torna al cinema con una nuova commedia surreale e corale interpretata da Valerio Mastandrea, Claudia Gerini, Alba Rohrwacher, Giuseppe BattistonLuca Zingaretti e Maria Paiato.

La storia è quella di Leo, un idraulico che, dopo la morte della moglie, deve crescere da solo i due figli adolescenti e ogni sera parla con il fantasma della consorte. Alla sua vita s’intrecciano quelle di Diana, artista gentile e squattrinata che fatica a mantenersi, e quella dell’avvocato Malafanno che coinvolgerà entrambi in una truffa. A commentare dall’alto le vite dei personaggi e l’attualità del Paese sono le statue di uomini che hanno fatto grande l’Italia, a cominciare da Garibaldi (il comandante del titolo), mentre una cicogna che volteggia sui cieli della città rappresenta la speranza di rinascita.

Soldini parla di questo film come di una necessità per ribellarsi, a suo modo, ad un periodo storico in cui dominano la politica del malaffare, la volgarità, la furbizia ed il cattivo gusto. Le statue di Garibaldi, Verdi e Leopardi rappresentano l’impietrimento e lo sbigottimento con cui molti stanno ad osservare ciò che accade e, allo stesso tempo, affrontano in maniera critica gli sforzi fatti per l’unificazione del Paese. Il problema è che le critiche appaiono qualunquiste, vaghe, senza spessore. Ciò che non riesce come al suo solito a Soldini è amalgamare realtà, attualità e fantasia. Il film del regista milanese sembra un po’ come l’affresco che Diana (Rohrwacher) realizza per l’avvocato truffaldino (Zingaretti), ossia forzato e con elementi fuori luogo. A salvare il film è la buona prova attoriale di tutto il cast chiamato a recitare nei vari dialetti della penisola.

“Il comandante e la cicogna” è nelle sale dal 18 ottobre, distribuito da Warner in 250 copie.

CURIOSITA’: Le statue di Garibaldi, Leopardi e Leonardo Da Vinci sono doppiate rispettivamente da Pierfrancesco Favino e Neri Marcorè (per gli ultimi due).
I titoli di coda, accompagnati dalla musica e dalle parole di Vinicio Capossela.

Silvio Soldini, Alba Rohrwacher e Giuseppe Battiston - Il comandante e la cicogna WWW.RBCASTING.COM

Valerio Mastandrea, Claudia Gerini, Luca Zingaretti - Il comandante e la cicogna WWW.RBCASTING.COM

Alcuni commenti della critica:

“Il racconto piacevole alterna divertimento a scosse di sobbalzo morale, dove ogni cosa non è illuminata e tutto si equivale, città e destini privati”.
Maurizio Porro, Corriere della Sera

“Il perseguire la combinazione tra leggerezza da commedia (fiabesca) e quello che intende essere un messaggio forte di indignazione, produce un effetto insoddisfacente”.
Paolo D’Agostini, la Repubblica

“Spira un’aria serena dell’ovest su questa piccola fiaba morale diretta con garbo e deliziosamente interpretata, ma la sceneggiatura non trova il passo e il registro surreale non convince”.
Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa

“Senza un vero centro, il film ama perdersi in questi paradossi, perdendo di continuo il filo rosso della sua impossibile narrazione, come fosse l’insieme di una serie di brevi favole tenute insieme dallo sguardo volatile di una cicogna distratta e dallo sguardo morale dei padri della nostra identità nazionale”.
Dario Zonta, L’Unità

“Diverse storie s’intrecciano in una città-simbolo italiana (Torino, ma non viene detto): è ‘Il comandante e la cicogna’, nuovo film di Silvio Soldini, che dopo ‘Giorni e nuvole e ‘Cosa voglio di più’ aggiunge un ulteriore tassello al suo personale puzzle nazionale. Cast di prim’ordine e amara ironia”.
Il Messaggero

“Con questa serie di storie in levare dove qualunque problema mostra la sua soluzione nel gran magma del disastro che circonda il pubblico in sala, a dispetto di poesia e ironia, resta la sensazione di una certa futilità”.
Silvana Silvestri, Il Manifesto

“Strampalatissima, gustosa commedia di Silvio Soldini, che scava con sguardo tutto sommato bonario nelle miserie dell’Italia d’oggi, mettendo in bocca le nostalgie a illustri statue parlanti (Garibaldi e Leopardi)”.
Massimo Bertarelli, il Giornale

“Utilizzare la commedia per dire le cose più direttamente”, l’intenzionale zenith, ma l’affresco socio-antropico è sbiadito, esile più che tenue, acquarellato in una mediocrità – tra il grottesco e il realistico, alla ricerca di un surrealismo urbano rivelatore… – poco aurea. Ci sono gli attori, usati quali attanti, figurine di un bassorilievo poco introspettivo, senza aggetti e affondi decisivi sul qui e ora: il chiaroscuro proprio no, per cui si rischia di non contrastare abbastanza, almeno drammaturgicamente, la melma sociale”.
Federico Pontiggia, Cinematografo.it

“Sospeso tra realtà e caroselli fiabeschi, il film di Soldini racconta un’Italia liricamente ‘perduta'”.
Marzia Gandolfi, MYmovies.it

“Commedia che critica il malcostume nostrano facendo ridere, pennella personaggi strampalati e ricchi di poesia”.
Simona Santoni, Panorama.it

“Una galleria di figurine (quando non macchiette degne del peggior cinepanettone) e siparietti messi in scena all’interno di una narrazione episodica, suggellata dall’occhio di bue in chiusura delle sequenze. Eppure il vero problema della pellicola sembra essere a monte, in un approccio il cui distacco non riesce a tradursi nella perseguita leggerezza, quanto piuttosto in uno sguardo avulso da ciò che si vuol mostrare, una quotidianità di persone ordinarie rispetto alla quale Soldini si pone dall’alto, con la stessa distanza anacronistica delle statue parlanti che pontificano dai loro piedistalli. E il legame con l’attualità finisce col risultare pretestuoso, poggiato com’è su una dimensione umana posticcia, incapace di intenerire, far riflettere o anche solo sorridere”.
Caterina Gangemi, Radio Cinema

“Chissà cosa ne penserebbe la statua di un Vittorio De Sica o di un Dino Risi…”.
Francesco Lomuscio, FilmUp.it

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