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Incontri sul set di “The Elevator”

Interviste a Caroline Goodall, James Parks e Massimo Coglitore

RB Casting è stata sul set di “The Elevator”, esordio alla regia cinematografica del siciliano Massimo Coglitore, con un cast internazionale di cui fanno parte Caroline Goodall, James Parks e Burt Young.
Il film, prodotto dalla Lupin Film di Riccardo Neri, è un thriller psicologico ambientato a New York ma girato quasi interamente a Cinecittà. Il set principale è l’ascensore di un grattacielo, che diventa luogo di espiazione delle colpe, quelle di Jack, un uomo di circa 50 anni che, sospettato di aver pagato per avere un rene nuovo, è considerato la causa della morte del figlio della donna che chiede vendetta. La donna, senza nome, è affascinante, autoritaria, cinica, scientifica, lo blocca nell’ascensore e lì cerca la sua vendetta…
Sul set di Cinecittà abbiamo incontrato i due attori protagonisti e il regista Massimo Coglitore.

Massimo cosa ti ha spinto a scegliere un thriller psicologico?
Coglitore:
“Io avevo già realizzato un cortometraggio del genere intitolato ‘Deadline’, quando mi hanno proposto la sceneggiatura di un thriller sono stato contentissimo perché è un genere che conosco e che adoro, con cui mi sento a mio agio”.

Girare un film in un luogo chiuso come un ascensore è un rischio…
Coglitore:
“L’ascensore è un luogo strano, in cui s’incontrano persone che non si conoscono e dove ad alcuni bastano pochi sguardi per cercare di capire chi è l’altro. Va giù, va su, si ferma, rappresenta un po’ la vita, ma nel nostro caso è una metafora dei due personaggi, l’ambiente dove colpevoli e innocenti s’incontrano e poi i ruoli si capovolgono”.

Come mai hai scelto di girare un film in inglese per il tuo esordio alla regia di un lungometraggio?
Coglitore: 
“Mi si è presentata l’occasione. Il film è ambientato a New York, quindi inevitabilmente andava girato in inglese. Poi penso che la lingua inglese dia la possibilità di fare un film dal respiro più internazionale e più facilmente esportabile all’estero”.

Come avete scelto i protagonisti?
Coglitore: “La scelta del cast è stata lunga ed è avvenuta tra attori americani. Siamo stati attenti anche ai ruoli piccoli perché pure quelli devono funzionare. Inizialmente avevamo pensato anche ad attori italiani che parlassero inglese ma avevamo necessità di un cast che parlasse un americano perfetto”.

Da molti mesi a Cinecittà c’è una situazione difficile e pochi registi girano negli Studios di via Tuscolana, tu invece hai scelto di farlo…
Coglitore:
“Da piccolo credevo che tutti i film si girassero a Cinecittà. Adesso stare qui dentro per me è un sogno. Vengono gli americani a farlo, perché non dovremmo farlo noi? E’ un po’ un ritorno al vecchio cinema, quello vero”.

Caroline Goodall per te non è la prima volta su un set italiano, come sta andando questa esperienza?
Goodall
: “Ho già lavorato tre volte in Italia ed è sempre un piacere tornare a Roma perché voi sapete godervi la vita. L’esperienza con Massimo (il regista, ndr) è interessante perché lui è molto flessibile, ascolta tanto i suggerimenti degli attori ed è aperto”.

Tu sei stata a Cinecittà quasi 20 anni fa per girare “Cliffhanger” con Sylvester Stallone, l’hai trovata cambiata?
Goodall
: “Sì, tanto. Ho visto la difficile situazione in cui versa e anch’io ho partecipato agli appelli per salvarla. Salvate Cinecittà perché è troppo bella, è lo studio più grande in Europa e con una grande storia”.

James Parks cosa puoi raccontarci del personaggio che interpreti in “The Elevator”?
Parks:
“Jack è un uomo molto ricco, ospite di un gioco a premi che viene sequestrato da una donna in ascensore mentre si trova in vacanza per un weekend a New York. All’inizio non riesce a capire perché la donna lo torturi, poi a poco poco si svela il segreto ma lui non può credere di aver fatto parte di un traffico di organi. Come molti che ne sono inconsapevoli, Jack non conosce questa drammatica realtà a causa di cui muoiono tante persone al mondo”.

Questa è la tua prima esperienza cinematografica in Italia?
Parks:
 “No, avevo già girato un film nel 2005, ‘In ascolto’ di Giacomo Martelli, prodotto sempre da Riccardo Neri. Roma è bellissima, una delle città che preferisco al mondo. Lavorare a Cinecittà è un sogno che diventa realtà.

Cosa ci racconti invece di questa seconda esperienza su un set italiano?
Parks:
 “Massimo (Coglitore, ndr) è un giovane regista che sa bene ciò che vuole e come lo vuole, da’ molto agli attori, è creativo e molto gentile. Tutto quello che puoi sperare di trovare in un regista”.

Sei a conoscenza della difficile situazione in cui si trova Cinecittà?
Parks:
  “Sì, ed è tragica. La situazione degli Studios negli Usa è diversa perché sono molto grandi e potenti, di proprietà di persone che fanno i film. Trovo sia tragico che un’istituzione come questa vada persa, è un crimine. Ci sono così tante storie e creatività qui che credo sarebbe un terribile errore perderle. Qualunque cosa del genere accada a Cinecittà può essere considerata come un attacco al cuore del cinema.

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