Home Uncategorized Nelle sale l’originale versione teatral-cinematografica di “Anna Karenina” firmata da Joe Wright

Nelle sale l’originale versione teatral-cinematografica di “Anna Karenina” firmata da Joe Wright

Dopo aver adattato per il grande schermo i romanzi “Espiazione” ed “Orgoglio e Pregiudizio”, Joe Wright ci riprova con uno dei più importanti della letteratura russa: “Anna Karenina” di Lev Tolstoj. A vestire ancora una volta i panni dell’eroina che si strugge per amore è Keira Knightley con a fianco un invecchiato Jude Law ed il giovane Aaron Taylor-Johnson.

La storia, ben nota, è quella della bella e ricca Anna, moglie di Kerenin, un ufficiale governativo di alto rango con cui ha un figlio. La sua vita e la sua reputazione sono impeccabili finchè, dopo un travolgente colpo di fulmine, non inizia una relazione clandestina col giovane ufficiale  Vronsky, di cui s’innamora. L’adulterio della donna scandalizza la perbenista società russa, ossessionata dall’apparenza e respinge, corrodendo, il sentimento dei due amanti.
Il film, come il romanzo, offre una riflessione sull’amore, sulla società e sul concetto di morale ma lo fa svecchiandolo, grazie soprattutto ad una direzione brillante e dinamica.

Joe Wright firma, assieme allo sceneggiatore Tom Stoppard (premio Oscar per “Shakespeare in Love”), il suo film più riuscito, con una regia sorprendente che spolvera il romanzo di Tolstoj regalandogli una nuova dimensione, grazie ad una regia teatral-cinematografica e ad un ritmo da musical. Il regista inglese ambienta la storia in un teatro che diventa di volta in volta un nuovo set, mostrandone dietro le quinte, fondale e platea. Splendida la scena e la coreografia del ballo con cui i due innamorati sfidano la società lanciandosi in una turbinosa danza che prefigura la passione e il disonore.
Convincenti tutti gli interpreti ed impossibile non sprecare qualche parola anche sui magnifici costumi di Jacqueline Durran, i gioielli di Chanel (del valore totale di 2 miloni di dollari!), le coreografie di Sidi Larbi Cherkaoui e scenografie di Sarah Greenwood con cui e su cui si muove l’intera opera. Nonostante tutto però, il film di Wright, che conquista per la sua eleganza formale, non colpisce al cuore, forse anche a causa della messinscena dichiaratamente teatrale che relega i personaggi in uno spazio fittizio che li rende distanti.

Candidato a 4 premi Oscar per migliori scenografia, costumi, fotografia e colonna sonora originale (composta dall’italiano Dario Marianelli), “Anna Karenina” è nelle sale dal 21 febbraio, distribuito da Universal.

ALCUNI COMMENTI DELLA CRITICA:

Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa
(…) L’idea ha un senso e, a tratti, un fascino: però lascia poco spazio per gli interpreti migliori (del Karenin di Jude Law vorremmo vederne di più), riduce a una figuretta un protagonista assoluto qual è Levin e soprattutto rischia di soffocare, piuttosto che esaltare, l’emozione. Insomma, lo spettacolo è impeccabile, ma l’artificio non dovrebbe mai uccidere la vita.

Dario Zonta, L’Unità
(…) Anna Karenina è l’ennesimo film che in questa stagione torna sui luoghi e sulle storie dell’Ottocento letterario (insieme a Grandi speranze e I Miserabili). Sarebbe interessante spiegare perché proprio adesso torni il fascino di quella epoca

Massimo Bertarelli, il Giornale
Raffinato, sontuoso e emozionante melò, ennesima, finalmente magnifica, trasposizione del fluviale romanzo di Tolstoj. La grande trovata, che deluderà il pubblico della domenica, è l’ambientazione teatrale.(…)

Natalia Aspesi, la Repubblica
Se non si è riletto (o letto) recentemente, il migliaio di pagine del capolavoro di Tolstoj, è probabile che di Anna Karenina si abbiano vaghi ricordi di tanti cinereperti storici. Anna Karenina è però soggetta a un suo eterno ritorno e così rieccola con il viso appassionato e lunare di Keira Knightley. Ma Joe Wright, regista, e Tom Stoppard, sceneggiatore, hanno avuto un colpo di genio: la loro storia non si svolge tra Mosca e San Pietroburgo nel 1874, ma sul palcoscenico senza tempo di un vecchio teatro che si spalanca alla vita; opera, circo e infine cinema, più veri, credibili e vorticosi della realtà. Sconcerto tra le signore romantiche? No, perché non manca nessun amore, felice o disperato. Tolstoj che si rivolta nella tomba per tutto quel cinefluttuare che gli potrebbe sembrare personale blasfemia? No, perché il film, dando alla storia il ritmo di una reinvenzione teatrale, consente di immaginarsi un Tolstoj contemporaneo. Il problema è: com’è possibile che AnnaKnightley, a KareninJude Law, che emana una severità sexissima, preferisca VronskyAaron TaylorJohnson, che sembra Gene Wilder?

Peter Travers, Rolling Stone
Questa storia è stata girata più volte, ma mai con questo tipo di carica erotica. Knightley è magnifica. Il mio consiglio è quello di lasciar funzionare Anna Karenina di Wright nel suo incantesimo strano e meraviglioso.

Claudia Puig, Usa Today
Uno spettacolo inebriante che dà nuova vita al classico romanzo di Tolstoj, che incorpora l’idea che tutta la vita è un palcoscenico – almeno per la società imperiale russa.

Leslie Felperin, Variety
Evitando il realismo classico che ha caratterizzato la maggior parte degli adattamenti del romanzo di Tolstoj, il regista Joe Wright prende l’ispirata decisione di stilizzare il suo buio, rendendo espressionista Anna Karenina.

Enrico Magrelli, Cinematografo.it
Joe Wright si misura con il capolavoro di Tolstoj, realizzando un film bello e posticcio su una società elegante ma ipocrita.

Adriano Ercolani, Film.it
Detto dell’audacia all’idea alla base dell’adattamento cinematografico di Wright, bisogna però testimoniare che stavolta il tentativo è totalmente fallito. Se l’escamotage in principio si rivela stuzzicante anche al livello visivo, col passare dei minuti però diventa una trovata stucchevole e troppo eterogenea rispetto all’anima del romanzo. L’ambientazione in questo caso viene eccessivamente soffocata, il film non possiede il respiro necessario alle opere in costume, e nonostante qualche buona trovata di regia non possiede forza propositiva o capacità di irretire lo spettatore.

Marzia Gandolfi, MYmovies.it
Rivitalizzato con risorse tecnico-linguistiche il romanzo di Tolstoj ritorna sullo schermo sfidando le trasposizioni illustrative con Greta Garbo, due volte Anna Karenina, prima ‘muta’ e poi sonora. La Knightley, sempre leziosa e impersonale, è nobilitata da un cinema che rifà il teatro che rifà la vita dentro uno studio e una danza. Danza che avvolge e coinvolge, diventando testimonianza della vita sociale, di esigenza poetica di racconto e di preludio all’azione. Accompagna Keira Knightley nel giro di valzer e di vita, il biondissimo e fatale conte di Aaron Johnson, portatore di eros e thanatos. Dietro alle quinte la trattiene e custodisce come un bene il marito imploso di Jude Law, che sperimenta dolente l’inarrestabile divenire morte della vita. Come inevitabile conclusione, come si addice alla forma tragica. Le passioni e le pulsioni vitali nel film di Wright finiscono così per coincidere con la distruzione indicando un destino senza possibilità di ritorno, gestito soltanto dall’immediatezza e dalla furia del sentimento. In una rappresentazione che alterna l’orizzontalità delle scene con la verticalizzazione delle scenografie si rinnova la tragedia della condizione umana di Anna Karenina, l’insostenibilità di un amour fou che distrugge e autodistrugge proprio mentre assapora la perfetta aderenza dell’amante amato.

Federico Raponi, FilmUp.com
“Anna Karenina” segna un passaggio – originale, inventivo e notevole per l’adattamento filmico di grande letteratura e teatro – che potrebbe diventare punto di riferimento.

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