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Uno splendido viaggio nel “Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson

The Grand Budapest Hotel

È un’esperienza cinematografica fuori dal tempo quella che ci regala Wes Anderson nel suo vivace e colorato “Grand Budapest Hotel”. Una colorata e ironica favola ambientata nell’Europa del 1920.

Gustave H, un eccentrico concierge dedito al suo lavoro in un leggendario Hotel di Praga, diventa amico di uno dei suoi collaboratori più giovani, Zero Moustafa, che diventerà il suo protetto. La storia ruota attorno al furto e il recupero di un dipinto rinascimentale di inestimabile valore e la battaglia per un enorme patrimonio di famiglia.

Con il suo stile unico e riconoscibile, fatto di inquadrature simmetriche, attenzione ai personaggi e ai dettagli, fotografia dai toni accesi e atmosfere dal sapore vintage, Wes Anderson si conferma un regista unico e dal personalissimo stile. Grazie a queste caratteristiche, che sono ormai un marchio di fabbrica, e alla colonna sonora del talentuoso Alexandre Desplat, “The Grand Budapest Hotel” è un prezioso tassello nella filmografia del regista texano che piacerà molto ai fan e non solo.

Ad arricchire il film uno splendido cast all star che comprende Ralph Fiennes, Bill Murray, Jude Law, Owen Wilson, Tilda Swinton, Willem Dafoe, F. Murray Abraham, Adrien Brody, Léa Seydoux, Edward Norton, Harvey Keitel, Mathieu Amalric, Jeff Goldblum e Jason Schwartzman.

Presentato alll’ultimo Festival di Berlino, dove ha vinto il Gran Premio della Giuria, “The Grand Budapest Hotel” è al cinema dal 10 aprile distribuito, in 200 sale, da 20th Century Fox.

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TRAILER

THE GRAND BUDAPEST HOTEL - Official Wolrdwide Trailer HD

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 POSTER

Grand-Budapest-Hotel-Locandina-2001411

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ALCUNI COMMENTI DELLA CRITICA

Maurizio Porro, Corriere della Sera
In un incrocio ideale non solo di storia e geografia, ma anche di cultura, colore e grafica, con mutazioni di formato nello schermo, ironia e senso favolistico ma sempre con la finzione superstar, Anderson brucia a fiamma altissima la sua idea di cinema fulcro di periodi e sentimenti, sogni e incubi.

Alessandra Levantesi Kezich. La Stampa
Per anni i film di Wes Anderson ci sono apparsi espressione di un sicuro talento e però di gusto troppo intellettuale e divagatorio. Ma con Moonlight Kindom il cineasta ha raggiunto una perfetta misura poetica che ora trova conferma in Grand Budapest Hotel: incantevole commedia ambientata in un’immaginaria repubblica di Zubrowka, in un’Europa primi ’900 che non c’è più (…) Ne viene fuori un pastiche che svaria dalla farsa al melò all’avventura rocambolesca, intinto fra nostalgia e ironia di colori pastello e giocato su una stilizzazione da cartone animato cui, in un cast pieno di prestigiosi cammei, si conformano tutti gli interpreti. A partire da un fantastico Ralph Fiennes.

Fabio Ferzetti, Il Messaggero
(…) questa favola tutta azione e humour parla di memoria, di trasmissione del sapere, insomma di eredità. Con un candore quasi infantile ma chiazzato di sesso e morte (…) un trionfo di invenzioni e divertimento, dunque, sospeso come l’immaginaria repubblica di Zubrowska nel regno della fantasia, ma bagnato di realtà (…) Frivolo, malinconico, irresistibile.

Roberto Escobar, L’espresso
Dedicato all’opera di Stefan Zweig, e ambientato in un immaginario staterello alpino, il film racconta la storia di un raffinatissimo Grand Hotel durante gli anni Trenta, e poi fino al 1968. In forma di commedia, e con un’intelligenza pari alla leggerezza, Anderson ripercorre le vicende dell’Europa d’allora, con il suo doloroso passaggio attraverso i totalitarismi. Ironia elegante, qua e là venata di sarcasmo. Splendida recitazione.

Dario Zonta, l’Unità
The Grand Budapest Hotel, film d’apertura dell’ultimo Festival di Berlino, ripropone ancora una volta una fuga e un viaggio, questa volta in un Europa immaginaria (…) Quello di Anderson è un cinema di modellini; anche quando veri e con dimensioni di uno a uno, i suoi luoghi sembrano sempre “in scala”, spazi e personaggi come figurine sottoposti alle regole e all’immaginario ricchissimo, e devoto, di questo americano transfuga verso le rotte europee del cinema

Massimo Bertarelli, il Giornale
Ah, che bel film. Una commedia tra favola e operetta, scritta e diretta da un Wes Anderson in gran forma, che viaggia a ritroso nel tempo, inventando cinema a ogni cambio di scena (…) la storia non ha importanza di fronte al fascino di colori, costumi e di un raffinatissimo umorismo.

Andrea Chimento, Cinematografo.it
Ennesima conferma del grande talento di Wes Anderson. Cast superbo.

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