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Riforma Rai: le proposte degli autori per una nuova industria audiovisiva

Riceviamo e inoltriamo

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RIFORMA RAI: LE PROPOSTE DEGLI AUTORI PER UNA NUOVA INDUSTRIA AUDIOVISIVA

Mentre si scalda il clima a Palazzo Madama e il voto finale del 31 luglio rischia di saltare, 100autori – l’associazione più rappresentativa degli autori italiani – ha presentato questa mattina alla Casa del Cinema le sue proposte per la riorganizzazione editoriale e industriale della produzione di fiction, documentario, animazione e contenuti per il web della Rai.

Durante la conferenza stampa il Presidente Francesco Bruni e il Coordinatore Nazionale Andrea Purgatori hanno illustrato gli interventi normativi e le strategie industriali ed editoriali necessarie per migliorare i processi di scouting, sviluppo, produzione e distribuzione dei contenuti di narrazione audiovisiva, la qualità del prodotto e la sua competitività sul mercato nazionale e internazionale.

L’obiettivo della proposta è mettere l’azienda pubblica in grado di misurarsi con le opportunità dell’audiovisivo contemporaneo e di un pubblico sempre più ampio ed esigente interpretando la missione di servizio pubblico all’insegna della varietà, dell’innovazione e dell’internazionalizzazione.

Il panorama dell’audiovisivo è oggi profondamente mutato: i cambiamenti più rilevanti sono la nascita di un mercato internazionale per contenuti europei sviluppati e prodotti con linguaggio narrativo ed estetico globale e l’affermazione dei modelli di fruizione legati alla rete. Per confrontarsi in modo virtuoso con questi cambiamenti sono necessarie alcune riforme della quali Rai dovrebbe farsi primo e più avanzato interprete.

Le proposte dell’Associazione 100autori non implicano investimenti aggiuntivi rispetto all’attuale disponibilità dell’azienda ma riguardano la riorganizzazione delle risorse esistenti e nessuna di queste proposte deve essere intesa come polemica nei confronti delle attuali strutture e delle persone che le compongono. L’ analisi e la riflessione riguardano regole e strategie che necessitano di un approccio normativo e scelte industriali in assenza delle quali nessuno potrebbe migliorare la competitività e la qualità dei contenuti prodotti.

LE PROPOSTE IN SINTESI:

– E’ necessario prima di tutto che il legislatore favorisca la crescita della produzione indipendente – quasi inesistente nel nostro paese – disciplinando, come nei maggiori paesi occidentali, la politica sui diritti, una rilevante quota dei quali andrebbe riassegnata ai produttori e – in misura ovviamente minore e proporzionale – agli autori.

– Per portare l’azienda a confrontarsi con la nuova complessità dell’audiovisivo è necessario creare direzioni editoriali diverse e assegnare ad esse obbiettivi precisi di risultato e assoluta autonomia nelle loro scelte editoriali e nella gestione del budget.

– Una direzione editoriale con missione generalista, ossia competitiva riguardo agli share nazionali (come l’attuale prodotto per Rai 1).

– Una direzione editoriale destinata a produrre contenuti a vocazione internazionale, per sfidare la concorrenza dei grandi produttori a distribuzione globale (da Sky a HBO).

– Una direzione editoriale dei portali digitali con il dimensionamento necessario alla progettazione e produzione di nuovi formati e nuovi linguaggi prevalentemente transmediali.

– Una direzione editoriale destinata allo scouting, al tutoraggio e al debutto di nuovi autori e produttori.

Per rendere efficace la riorganizzazione proposta sono necessari: L’introduzione di penali adeguate a carico dei broadcaster in caso di mancato adempimento delle quote obbligatorie di investimento e programmazione; L’allocazione di budget adeguati per ciascuna delle diverse direzioni editoriali.

– Una ridefinizione completa del ruolo e delle regole relative ai decisori editoriali: ogni direzione dovrà essere in capo a un differente decisore e avere la propria autonomia. I contratti devono prevedere precisi obiettivi di risultato definiti in termini di share, profilo del pubblico, offerta editoriale, reputazione in termini qualitativi, esportabilità dei prodotti realizzati.

– La definizione di quote di investimento e di programmazione obbligatorie destinate: o alla coproduzione internazionale;  o al documentario; o all’animazione non solo per l’infanzia ma anche per il pubblico adulto.

– La ridefinizione delle politiche di acquisto di prodotto straniero non-europeo con un forte ridimensionamento dell’investimento (la Rai è il broadcaster pubblico, tra quelli di entità paragonabile, con la più alta presenza di fiction d’acquisto in palinsesto), investimento che andrebbe in ogni caso limitato ai prodotti più innovativi per temi e linguaggi.

– La ridefinizione del ruolo degli autori, indispensabile per incentivare creatività e innovazione.

Per maggiori informazioni: www.100autori.it

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