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Catrinel Marlon debutta a teatro in “Questo non è Paese” di Apolloni

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Dall’8 al 18 Maggio 2014 al Teatro Spazio Uno di Roma sarà in scena “Questo non è Paese” di Francesco Apolloni con Daniel Bondì, Massimiliano Caprara e la modella e attrice rumena Catrinel Marlon al suo debutto sul palcoscenico, già protagonista al cinema de “La città ideale” di Luigi Lo Cascio.

Dopo il successo di “Angelo e Beatrice”, Francesco Apolloni e Massimiliano Caprara portano in scena, dopo gli Anni di Piombo, un testo inedito. Una nuova ed inquietante Pagina Oscura della Storia del nostro Paese: le Sette religiose facenti capo a Lobby che muovono le fila dell’Economia e della Politica, una struttura sociale ai cui vertici ci sono quelli stessi Poteri Forti che hanno contraddistinto buona parte della Storia italiana.

Note dell’autore
Questo non è un paese perché ha rubato il futuro e i sogni alle generazioni più giovani. Questo non è un paese perché se non appartieni ad una lobby, un partito politico, un sindacato, Massoneria, Mafia, Opus Dei…sei destinato, con molta probabilità, a fallire. Questo non è un paese perché si basa sulla bugia, gli intrighi, la corruzione e il clientelismo. Questo non è un paese, perché ha paura dei suoi migliori talenti. Tutto questo è Questo non è paese.

Note di regia
L’atmosfera surreale e asfittica di una villa proiettata in 3D sul fondale, contiene un trittico morboso di seduzione e pericolo immanente che avvolge i tre protagonisti. Il vecchio scrittore celebre, il giovane giornalista rampante e desideroso di successo e la sua giovane fidanzata non meno intrigante e determinata. Proiettati verso la platea con una recitazione vera e credibile dal taglio cinematografico, come del resto le proiezioni che la supportano, questa commedia noir fagocita i propri protagonisti in un ventre di immoralità, desiderio di potere e sottile sopraffazione. La regia corre sul filo ineluttabile che conduce all’omicidio e alla scabrosa seduzione, con una dinamica serrata che trapassa le scene senza indugi né alternative. Questa costruzione è avvolta a spirale dietro le ambiguità della parola, la vuota pericolosità dei meccanismi formali ed attorno alla fisicità, prorompente in gioventù e bellezza, dei due ospiti sulla quale si strugge, smanioso capriccioso e letale, il vecchio costretto in sedia a rotelle e quindi monumento mobile a se stesso e alla propria impotenza, quell’impotenza che è il tragico prezzo per aver troppo a lungo adorato il potere.

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