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Daniele Vicari al Cerveteri Film Festival: “Non possiamo lasciare Giulio Regeni nelle mani della politica”

Il regista di “Diaz”, che ha presentato il suo documentario “Il mio paese”, ha parlato anche del suo prossimo lavoro per la Rai, il film tv su Pippo Fava, giornalista catanese ucciso dalla mafia nel 1984

Serata speciale al Cerveteri Film Festival, grazie alla presenza di Daniele Vicari, regista di “Il mio paese”, documentario che ha introdotto al pubblico insieme a “L’Italia non è un paese povero”, il film di Joris Ivens che ispirò nel 2005 il suo lavoro.

“Lo vidi alla Cineteca Nazionale, nell’unica copia approvata rimasta approvata da Ivens. Il film fu censurato, perché non rispettava i desideri dell’ENI che lo aveva finanziato con grande dispendio di mezzi. Quella copia fu trafugata da un giovane Tinto Brass che la portò a Parigi. Quando lo vidi non mi piacque, non perché non sia un grande film, ma perché è assolutamente diverso da tutto il resto che ha fatto Ivens. Ma mi fece pensare a una cosa importante: perché noi non raccontiamo il nostro paese. Non sono mai stato un patriota nel senso più stretto del termine, ma non ho mai sopportato chi parla male dell’Italia gratuitamente. Allora presi la decisione di seguire le orme di Ivens e vedere cosa fosse cambiato. E soprattutto, era cambiato qualche cosa?”.

Una domanda che ci si pone ancora oggi, in un cinema che racconta piccole storie italiane, ma non si sofferma sulla sua Storia.

“I registi della generazione precedente alla mia hanno vissuto la delusione di ciò che non hanno lasciato gli Sessanta e Settanta, e a un certo punto hanno smesso di raccontare l’Italia in un certo modo. Quelli della mia generazione e della successiva forse non lo hanno mai fatto, e sarebbe oggi quanto mai necessario”.

Il regista di “Diaz” ha parlato anche del suo prossimo progetto, un film tv per Rai 1 che racconta la vita di Pippo Fava, giornalista catanese ucciso dalla mafia nel 1984, dopo avere fondato I Siciliani, quotidiano che denunciava i crimini di Cosa Nostra attraverso le parole scritte da una redazione di giovanissimi.

“Ho cercato di raccontare la storia di un uomo, anche con le sue contraddizioni, non quella dell’ennesimo eroe martire. Un uomo che ha sfidato la mafia a modo su, insegnando e formando una generazione di giornalisti che dopo di lui hanno continuato la sua lotta. I ‘Carusi’ della redazione de I Siciliani hanno avuto la fortuna e il privilegio di fare una scuola di giornalismo sul campo, plasmandone altri nel tempo e continuando la lotta di Pippo fino a oggi”.

Il Cerveteri Film Festival continua sabato 30 settembre al Cinema Moderno con “Dunkirk”, il capolavoro di Christopher Nolan, presentato per l’occasione da Roberto Recchioni, fumettista, sceneggiatore e curatore di Dylan Dog. L’appuntamento è per le ore 21.00.

La serata sarà dedicata proprio a Giulio Regeni, perché la guerra più importante, in questi giorni, è quella per la verità. Sull’infame omicidio di questo ragazzo e non solo. E il Cerveteri Film Festival si schiera in prima linea contro questa ingiustizia: ci sarà anche un intervento scritto dei genitori, Paola Deffendi e Claudio Regeni. Anche Daniele Vicari si è espresso in merito. “Non possiamo lasciare la vicenda di Giulio soltanto nelle mani della politica. È necessario tenere alta l’attenzione, far sentire alle istituzioni la nostra determinazione a non mollare. Quelli che hanno ucciso Giulio vogliono fiaccare la resistenza di chi non accetta verità di comodo, ma non ce la faranno”.

Il Cerveteri Film Festival si concluderà domenica 1° ottobre, tornando alla Necropoli della Banditaccia per salutare Massimiliano Bruno, che per l’occasione proietterà la sua copia personale in pellicola 35mm del suo film d’esordio alla regia, “Nessuno mi può giudicare”.

Il Cerveteri Flm Festival è sostenuto dall’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio, dal Comune di Cerveteri e dal MiBACT.

 

 

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