“Uscito solo dopo mezz’ora dalla sala dove si proiettava ‘Promises written in water’ di Vincent Gallo, senza, per questo, rinunciare a scrivere una recensione”. Sarebbero queste le dure dichiarazioni apparse il 18 settembre del 2010, sulla nota rivista Variety, la cosiddetta bibbia internazionale del cinema, rilasciate dal direttore della Mostra del Cinema di Venezia, Marco Müller, ad aver scatenato un’ondata di polemiche, culminate in una querela da parte di uno dei personaggi citati nell’articolo da Müller.
L’accusa mossa contro l’affermato critico del Corriere della Sera, Paolo Mereghetti, sarebbe quella di un atteggiamento snob e scettico nei confronti dei film sperimentali e sezioni parallele della Mostra del Cinema, atteggiamento che, per altro, a detta di Müller, non incoraggerebbe la critica salutare che si dovrebbe vedere in questi eventi.
Dito puntato anche per il nome di Natalia Aspesi, la cui penna appare puntuale sulle pagine di la Repubblica. Per lei le parole non sono più tenere, anzi, la polemica brucia su alcune accuse di Müller, secondo cui la giornalista scriva gli articoli sulle nuove proposte del festival, chiedendo il parere di colleghi e “disertando”, ben volentieri, tali eventi, riportando cioè, notizie “masticate” quà e là.
Non è ancora certo se il giudice avvierà il procedimento di querela richiesto da Mereghetti nei confronti del direttore.
Fonte: il Riformista
