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Fabio Troiano: “Vedere realizzato qualcosa che hai scritto è già un grande traguardo”

La nostra intervista all’autore del soggetto, sceneggiatore e interprete di “Prima di lunedì”

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di Ivana Calò

Una commedia in stile americano, dove tre vicende finiscono per intrecciarsi. Una ragazza trascorre le ultime 24 ore prima del suo matrimonio a stretto contatto con un suo ex, un trafficante di arte rubata deve piazzare un uovo molto particolare, un ragazzo incontra per la prima volta la sua amante conosciuta su Facebook. I tre punti di partenza si fondono in una storia unica e danno vita a situazioni esilaranti grazie anche alla forza dei protagonisti.

Parliamo di “Prima di lunedì”, il film scritto da Fabio Troiano e Beppe Lo Console con il regista Massimo Cappelli. Nel cast lo stesso Fabio Troiano al fianco di Vincenzo Salemme, Sandra Milo, Martina Stella e Andrea Di Maria.

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Parlami del film, di come è nato, visto che soggetto e sceneggiatura sono tuoi.
Esattamente, il progetto nasce da un cortometraggio che avevo scritto insieme a Beppe Lo Console, l’altro co-sceneggiatore. E’ partita questa idea e l’abbiamo proposta a Massimo Cappelli che è il regista del film ed è diventato il terzo sceneggiatore. A Massimo è piaciuto e abbiamo pensato di sviluppare la storia, fare degli innesti e arrivare ad altro. E così è diventato un film.

Ho avuto modo di leggere numerose interviste e recensioni a riguardo.
Sì, e ci stanno stroncando tutti… Sono sempre molto gentili e carini ma va bene così. Le critiche sono costruttive, per carità, ma alcune sono così esagerate che sembra di essere su “Scherzi a parte” ma ne prendi atto e vai avanti.

Quanto è durata la realizzazione del progetto e quali sono state le difficoltà?
Non saprei dirti. Noi avevamo già fatto un film con la Lime, la casa di produzione, quindi è stata una cosa piuttosto automatica. Difficoltà produttive vere e proprie non ce ne sono state, anche perché abbiamo messo in piedi il progetto con la consapevolezza di farlo; quindi era già una certezza, e non è poco. Sicuramente, le difficoltà sono state a livello distributivo e non perché la distribuzione sia più o meno forte ma perché ti inserisci in un mercato già saturo. Ti dico solo che quando siamo usciti noi c’era un film in sala, “Bridget Jones”, che come immagini ha sbaragliato tutte le carte. E nel primo weekend di uscita, quello cruciale, c’era un tempo fuori che sembrava estate.

Capisco “Bridget Jones”, ma non pensi che il target sia un po’ diverso? In questo caso, si parla di cinema italiano.
Ma guarda, se vai a vedere i risultati del cinema italiano, lo stesso Gabriele Muccino, che è comunque un super regista con un super impianto produttivo e distributivo, deve fare i conti anche lui con la sala che non risponde come dovrebbe. Non esiste una formula magica, lo sappiamo, e non puoi puntare la pistola contro qualcuno per andare a vedere il tuo film, ma quando entrano in gioco “Alla ricerca di Dory”, che è un cartone animato, e “Bridget Jones”… E’ anche poi una questione di sala cinematografica. Se vado in un multisala e in 3 sale c’è “Bridget Jones” e in altre 3 “Alla ricerca di Dory”, io cosa devo fare? Tutti gli spazi sono occupati da questi film e a te riservano un A4 sul vetro.

E nel tuo film il cast non è indifferente.
Nel nostro cast c’è, uno su tutti, Vincenzo Salemme e di lui tutto si può dire tranne che non sia uno degli attori di punta che abbiamo in Italia. E’ un artista che porta gente al cinema. E’ uno di quegli attori che quando ce l’hai è una certezza perché è conosciuto e perché, ripeto, porta gente al cinema. E’ un bravissimo artista a 360° e io che ci ho lavorato posso confermarlo davvero. E’ un professionista. Quindi, tornando al mio discorso di prima, se ti vengono a mancare anche queste certezze ti chiedi dove siamo finiti. Davvero, devo sperare che piova perché il film vada bene e la gente vada al cinema? Spesso ci facciamo anche questi calcoli ed è un po’ avvilente. Io comunque credo molto nel progetto. E’ fatto bene, ben confezionato, con un cast di tutto rispetto, due su tutti Sandra Milo e Vincenzo Salemme. Per cui, credo che possa avere una vita lunga e fatta di passaparola anche se, bisogna dirlo, siamo in un momento storico in cui il passaparola non c’è il tempo di farlo perché se vai male dopo 5 giorni è un po’ come se i giochi fossero già fatti.

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Come si sta muovendo il cinema? Qual è il tuo punto di vista?
Io sono felice quando un film italiano fa i super incassi, uno su tutti “Perfetti Sconosciuti” di Paolo Genovese, e non sto a parlare di Checco Zalone che sta su un altro pianeta. Ma se un film italiano va bene sono felice perché quando tutte le combinazioni sono giuste, il prodotto viene fuori e ha un grande successo. Vedi, appunto, “Perfetti Sconosciuti”, sceneggiatura super, attori straordinari, regia, produzione e distribuzione super. Davvero un prodotto ben confezionato. Credo che, in questo caso soprattutto, sia andato molto bene proprio per il passaparola, sui social e non solo, e oggi molto della promozione funziona così. E poi ci sono degli attori che sui giovani hanno un appeal molto forte: Edoardo Leo, Marco Giallini, Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Alba Rohrwacher e Kasia Smutniak. E’ uno di quei film che quando lo vedi provi un’invidia positiva e dici: “Cazzo, mi sarebbe piaciuto esserci”.

Tornando a “Prima di lunedì”, qual è la soddisfazione più grande che ti ha regalato?
Quando vedi realizzata una cosa che hai scritto è già un traguardo. Nel senso che già mi riempie di gioia vedere nelle sale il mio secondo film realizzato con Massimo Cappelli. Certo, se ottiene incassi sono anche più contento, ma vedere la gente che viene al cinema e paga il biglietto per vedere il tuo film è motivo di grande orgoglio.

Continuerai a scrivere soggetti e sceneggiature immagino.
Spero di sì, più che altro spero che qualcuno me li faccia fare perché anche qui siamo sempre legati alla solita cosa. Se c’è una cosa che funziona meno di un’altra, l’insuccesso è un po’ colpa tua ma non è così, o meglio lo è solo in parte. La fiducia non te la conquisti solo con i numeri ma subentrano un sacco di fattori: vedendo il prodotto e quando e come è uscito.

Che progetti hai, invece, come attore?
Ho diverse cose in ballo, come da esempio “La Classe degli Asini”, film tv che ho fatto con Vanessa Incontrada e Flavio Insinna, e una serie tv con Emilio Solfrizzi, Filippo Nigro, Giuliana De Sio, Giulia Bevilacqua che si chiama “Amore pensaci tu” ed è la versione italiana di “House Husbands”, format australiano. In Italia è prodotta dalla Publispei per Canale 5. Andrà in onda nel 2017. La storia ruota intorno a 4 papà che per motivi vari devono occuparsi dei figli. Il mio personaggio fa parte di una coppia gay e devo occuparmi della nipotina del mio compagno. E’ una commedia in cui il pubblico si riconosce. Sono dinamiche comuni a tutti. La regia è di Vincenzo Terracciano e Francesco Pavolini.

Obiettivi professionali a lungo e breve termine?
Era nato quel progetto di Troisi che poi si è arenato due anni fa ed è una cosa che mi è rimasta nel cuore. Ecco, sogno di poterlo fare, nella maniera più assoluta. Mentre con Massimo ho scritto un’altra sceneggiatura e speriamo di poterla realizzarla presto.

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