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Le attività di MSF in Libia, Lampedusa, Tunisia, Egitto, Yemen, Bahrein e Siria

Dall’inizio delle proteste e delle violenze esplose nei paesi del Nord Africa e del Medio-Oriente, team di Medici Senza Frontiere hanno rifornito e dato assistenza agli ospedali e alle strutture sanitarie dove il personale medico sta gestendo un crescente afflusso di feriti

23/03/2011

Team di MSF stanno inoltre assistendo le persone che fuggono dalle violenze.

Libia
Nonostante MSF continui a lavorare incessantemente per rientrare nel Paese e rispondere ai bisogni medici nelle aree colpite dal conflitto, i nostri team non sono al momento operativi in territorio libico. La scorsa settimana, l’équipe di MSF a Bengasi è stata costretta ad andarsene perché gli scontri si stavano avvicinando e muoversi nell’Est della Libia era diventato molto pericoloso. Nove operatori di MSF sono ad Alessandria, in Egitto, e stanno inviando forniture mediche d’emergenza attraverso il confine: kit medici per curare i feriti, attrezzature chirurgiche, bendaggi, farmaci e medicinali per malattie croniche come il diabete, ipertensione e cardiopatie, patologie identificate dai medici libici come bisogni medici. Più di 33 tonnellate di aiuti sono state già donate da MSF a strutture mediche in Libia.

Un infermiere di sala operatoria di MSF ha lavorato una notte nell’ospedale di Ajdabya, assistendo 10 feriti da arma da fuoco e la nascita di due gemelle. Ma la presenza dello staff di MSF in strutture sanitarie in Libia oggi non è possibile, né sono possibili missioni esplorative ed è estremamente difficile per MSF avere una fotografia chiara dei bisogni nel paese.

MSF sta inoltre cercando di entrare in Libia dalla Tunisia, ma nonostante i continui sforzi, dal 23 febbraio il team non ha ancora ricevuto nessun’autorizzazione per attraversare la frontiera. Anche dal versante occidentale MSF è riuscita a rifornire strutture sanitarie nelle aree colpite dal conflitto con kit medici e farmaci. Il 21 marzo, MSF è riuscita a far arrivare due kit chirurgici per il trattamento di 150 feriti all’ospedale di Misurata.

Assistere le persone in fuga dalla guerra
In Tunisia, al confine con la Libia, un team di MSF composto da 25 operatori sta fornendo assistenza alle persone che sono fuggite dal conflitto. MSF ha allestito delle tende al punto di ingresso Ras Ajdir e nel campo di transito di Choucha, sette chilometri all’interno in territorio tunisino e che ospita 6.000 persone in attesa di rimpatrio o trasferimento, per fornire assistenza psicologica alle persone vittime o testimoni di violenze e il cui futuro è incerto. Questo tipo di assistenza è fornito anche alle persone presenti a Dehiba, 150 chilometri da Ras Ajdir. In tutte e tre le località, gli psicologi di MSF effettuano colloqui individuali e sessioni di gruppo di cui, a oggi, hanno beneficiato 4.062 persone. 501 tra rifugiati e migranti hanno ricevuto un consulto individuale in una delle tende di MSF, mentre gli psicologi hanno organizzato 323 sessioni di gruppo nel campo di Choucha.

Alcune persone stanno anche fuggendo in Niger. Tra l’11 e il 15 marzo, 1.309 persone sono arrivate nella località di Dirkou. MSF fornisce supporto medico quando arrivano ad Agadez.

Lampedusa
A Lampedusa, un team di MSF composto da quattro persone – un medico, un infermiere, un logista e un mediatore culturale – stanno valutando i bisogni medici dei migranti e forniscono assistenza medica in collaborazione con le autorità locali. Nelle recenti settimane, circa 5.400 migranti sono arrivati a Lampedusa, la maggioranza proveniente dalla Tunisia e in buone condizioni di salute. Ma le condizioni di vita sono carenti e le persone arrivano in strutture sovraffollate e dove le condizioni igieniche non sono adeguate. Questa settimana, il team di MSF distribuirà beni di prima necessità (coperte, sapone, ecc.) ai migranti.

Yemen
Dall’inizio delle manifestazioni in Yemen, a gennaio, MSF ha seguito da vicino l’evoluzione della situazione nel paese. A Sana’a, Aden e Ta’ezz, i team di MSF sono in contatto sia con le autorità yemenite sia con i comitati dei medici istituiti dai manifestanti. Nelle recenti settimane, MSF ha donato materiale medico e formato lo staff medico di diverse strutture sanitarie nelle tre località.

Al momento, gli ospedali gestiti dal Ministero della salute nonché i centri rurali controllati dai comitati dei manifestanti, stanno affrontando i crescenti bisogni e il flusso di feriti. Le équipe di MSF sono pronte ad aumentare le proprie attività di soccorso, nel caso si verifichi una valutazione imparziale e neutrale dei bisogni.

Proseguono le normali attività mediche di MSF nelle diverse zone del Paese. Nel nord, fornisce cure mediche, inclusa la chirurgia, ai residenti e alla popolazione sfollata del Governatorato di Saada e in quelli confinanti di Hajjah e Amran. Nel sud, MSF sostiene l’ospedale pubblico del distretto di Radfan per far fronte ai bisogni della popolazione vittima degli scontri nel Governatorato di Lahj. MSF ha inoltre iniziato una partenrship con le autorità sanitarie yemenite per migliorare le terapie e ridurre lo stigma nei confronti delle persone affette da HIV/AIDS nella capitale Sana’a.

Bahrein
In Bahrein, MSF è in contatto con alcune strutture sanitarie ed è pronta a intervenire qualora ce ne fosse bisogno. Agli inizi di quest’anno, un équipe di MSF ha preso contatti con le organizzazione mediche nel Paese. Inoltre, l’equipe ha visitato varie volte l’ospedale di Salmanya, nella capitale Manama, offrendo il suo supporto.

Siria
MSF sta inoltre seguendo la situazione in Siria dove alcuni giorni fa sono scoppiati degli scontri a Daraa. Dal 2009, MSF lavora nella capitale, Damasco, con le organizzazioni locali per fornire cure gratuite e supporto psicologico a rifugiati iracheni senza documenti, ai migranti e alla popolazione vulnerabile della città. In Algeria, una missione esplorativa ha preso contatti con i ministero della salute e le organizzazioni non governative ai primi di marzo con l’obiettivo di valutare possibili sinergie in caso di violenze nel Paese. Finora non c’è stato bisogno dell’intervento di MSF.

Tunisia ed Egitto
Quando sono iniziate le manifestazioni di protesta in Tunisia e in Egitto, MSF già forniva supporto psicologico nelle strutture sanitarie, A gennaio, in Tunisia, MSF ha donato delle attrezzature mediche, incluso materiale ortopedico agli ospedali di Kasserine e Sidi Bouzid dove si sono esaurite le scorte di medicinali e il personale medico non ha potuto coprire tutti i bisogni.

Durante le proteste in piazza Tahrir al Cairo, MSF ha fornito materiale sanitario ai medici egiziani in due ospedali e in una clinica improvvisata in una moschea. L’equipe ha inoltre svolto una formazione su come gestire un alto numero di feriti in breve tempo e ha aiutato a implementare dei programmi di gestione dell’emergenza.

Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo. Nel 1999 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace. Dal 1971 opera in oltre 60 paesi, portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie. www.medicisenzafrontiere.it

 

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