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Venezia 71: il favoloso Leopardi di Elio Germano e lo scandaloso Lars Von Trier

Dalla nostra inviata, Marilena Vinci. Sesto giorno.

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Venezia, 1 Settembre 2014 – Dopo essere stato in concorso nel 2010 con “Noi credevamo”, Mario Martone torna alla Mostra del cinema i Venezia con “Il giovane favoloso”, ultimo dei film italiani in concorso. Il film è il biopic di Giacomo Leopardi, con protagonista Elio Germano, applauditissimo per la sua interpretazione per cui già si parla di Coppa Volpi.

“Questo ruolo è qualcosa che ogni attore sogna di fare, c’è una ricchezza infinita dietro di lui, – dice l’attore – il lavoro sul personaggio mi ha portato via quattro mesi, ma non sarebbero bastati nemmeno quattro anni. Mi si chiedeva di dare corpo e carne ad una figura che invece ci ha insegnato a vivere nelle cose che non sono cose, e questa per me è stata la parte più dolorosa del processo. Lui diceva sempre ‘disprezzo i disprezzi, derido le derisioni’, forse è questo che ci ha sempre fatto innamorare di lui”.

“Non mi sarei mai immaginato di poter fare un film su Leopardi – spiega Martone –, in realtà è il punto conclusivo di un cantiere che si è aperto dieci anni fa. Mi ha affascinato il confronto con una lingua ed una storia lontana e naturalmente un personaggio la cui voce sentivo dentro. Quando poi misi in scena Le Operette Morali a teatro, ho trovato il coraggio di fare il film, non ho potuto resistere alla sfida e abbiamo iniziato a scrivere la sceneggiatura con Olimpia Di Maio. Il cinema, forse, era il mezzo migliore per attuare un discorso sul corpo di Leopardi”.
Cosa l’ha affascinato del poeta romantico? “il fatto che fosse un ribelle, un uomo che da subito ha sentito le gabbie che ognuno di noi vive dopo la fanciullezza, – dice il regista – quelle che ci vengono imposte dalla famiglia, la scuola, il lavoro, la società, la cultura, la politica. Noi rispondiamo venendo a patti con l’ipocrisia, mettendo le maschere, Leopardi, invece, non le indossava mai, anzi rompeva la gabbia, pagando un prezzo molto alto. E’ da questo slancio che si sono formati la poesia, la scrittura e il pensiero di Leopardi. Questo film può essere capito anche da da chi non ha mai letto una sua poesia, non c’è bisogno di conoscere l’opera omnia di Leopardi, si sente col cuore”.

Uma Thurman Nymphomaniac Vol II Venezia 71

Stellan Skarsgard Charlotte Gainsbourg Nymphomaniac Venezia 71

Al Lido è stata anche la giornata di “Nymphomaniac”, presentato fuori concorso in versione uncut. A presentare il film non era presente, come prevedibile il regista Lars Von Trier, ma Stellan Skarsgård. Nonostante fosse presente al Lido anche la protagonista Charlotte Gainsbourg (arrivata per il film in concorso “3 coeurs”), l’attrice ha preferito non partecipare alla conferenza stampa, così come Uma Thurman, che nel film ha una piccola parte. In conferenza stampa ci sono state però tre telefonate a casa a Lars Von Trier, con cui l’eccentrico regista danese ha risposto ad altrettante domande tramite Stellan Skarsgård.

La prima, la più scottante, riguarda la scelta di eliminare nella versione censurata un aborto piuttosto raccapricciante. A spiegare il motivo di questa decisione è la produttrice Louise Vesth che afferma: “Per noi era più importante distribuire il film e fare in modo che il pubblico di ogni nazione fosse in grado di vedere il film e aggirare la censura. Siamo danesi, vorremmo mostrare tutto ciò che Lars mette nei suoi film, ma non siamo in grado di sindacare sulle scelte degli altri paesi e volevamo che la sua opera superasse i limiti della censura”. Quando gli viene chiesto cosa ha appreso sulla sessualità femminile dopo aver girato il film, Von Trier risponde lapidario: “Niente. Sapevo già tutto quello che c’è da sapere”. Sulla terza ed ultima telefonata, sui possibili riflessi autobiografici del regista nei personaggi di Joe e Seligman, Stellan commenta: “Sul set Lars ha sempre detto che io e Charlotte interpretiamo due parti diverse di lui, la mia parte è quella che gli interessa di meno. Al telefono mi ha appena detto che ogni elemento maschilistico nel film riguarda lui”.

Skarsgård ha poi raccontato il suo coinvolgimento nel progetto: “Un anno prima di iniziare le riprese Lars mi ha telefonato e mi ha invitato a girare un porno dicendo che alla fine del film sarebbe stato mostrato il mio grosso pene. Come avrei potuto rifiutare? – scherza – Non ho accettato solo pensando alla qualità dei suoi lavori, ma ho detto di sì perché mi diverto molto a lavorare con lui. Solo una volta ho avuto la tentazione di dirgli di no, ma solo perché stavo lavorando ad un altro film”.
“Noi attori non siamo rimasti sorpresi dalle reazioni scandalizzate, erano prevedibili. – dice l’attore svedese – E’ diverso far vedere questo film in Scandinavia, a Kabul o a Salt Lake City. Quello che mi rattrista è che alcune critiche dimostrano che non tutti hanno capito il film. Molti hanno accusato Lars di essere un misogino e di non amare le donne, ma io vi posso assicurare che non è vero, Lars adora le donne”.

In chiusura di conferenza stampa la produttrice Louise Vesth ha annunciato il prossimo progetto di Lars Von Trier. “Sarà una serie tv in lingua inglese. Lars vuole un cast stellare e da quanto ho sentito sarà qualcosa che non avete mai visto prima e non vedrete mai più neppure dopo”.

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SPECIALE
71. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
27 agosto – 6 settembre 2014

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