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Festival di Roma 2014: sul red carpet Gere e Del Toro, ma i teenager impazziscono per Lily Collins e Sam Claflin

Dalla nostra inviata, Marilena Vinci. Diario del quarto giorno.

Scrivimi-ancora-cast-red-carpet-Festival-di-Roma-2014-foto-di-Alessandro-Massimiliani

Roma, 19 Ottobre 2014 – Come ogni anno arriva al Festival Internazionale del Film di Roma il giorno del teen idol che riempie l’Auditorium Parco della Musica. Per Lily Collins e Sam Claflin, protagonisti della commedia romantica dedicata ai più giovani “#ScrivimiAncora” (titolo originale “Love, Rosie”), molti adolescenti si sono accampati fin dall’alba all’Auditorium. Lei (figlia del cantautore britannico Phil Collins, ex leader dei Genesis) è conosciuta per essere stata protagonista di “Biancaneve” e della serie fantasy “Shadowhunters”. Lui,  tornato a Roma a brave distanza dalla presentazione di “Posh”, è tra gli interpreti di “Hunger Games”.

“E’ un incredibile onore che siano qui per noi, è una cosa entusiasmante ma ti fa anche sentire piccolo piccolo. – ha commentato Claflin – Non voglio che nulla di quello che stiamo facendo diventi normale per me, voglio sia tutto una sorpresa, bizzarro e sempre appassionante. So bene cosa provino i ragazzi là fuori, appena sei anni fa ero io dall’altra parte del red carpet, come loro. E dopo essere venuto qui qualche settimana fa per ‘Posh’, so bene che il pubblico italiano è il più pazzo e appassionato”.

Tratto dall’omonimo best-seller di Cecelia Ahern e diretto dal regista tedesco Christian Ditter (al suo primo lavoro in lingua inglese), il film racconta la storia di Rosie e Alex, migliori amici dall’età di 5 anni. Crescono sognando di viaggiare per il mondo e di lasciare la piccola cittadina in cui vivono per trasferirsi in America e frequentare insieme l’università. Nella realtà, quando si tratta di amore, vita e di fare le scelte giuste, i due ragazzi sono però i peggior nemici di loro stessi. Tra un imprevisto e un’opportunità mancata, il destino li spinge inesorabilmente in direzioni opposte, lontani l’una dall’altro. Solo una continua corrispondenza, fatta prima di lettere, poi di mail e sms, riesce a preservare il loro speciale legame. Ma può un’amicizia resistere al passare degli anni, alla distanza e a una serie infinita di relazioni disastrose, specialmente quando si capisce che forse è qualcosa di più?

“#ScrivimiAncora” è al cinema dal 23 ottobre con M2 Pictures.

Richard-Gere-Festival-di-Roma-2014-foto-di-Alessandro-Massimiliani

Sul red carpet sono arrivate però anche altre star del cinema di Hollywood: Richard Gere, il premio Oscar® Benicio Del Toro e Josh Hutcherson. Il primo, nei panni di un senza fissa dimora, è il protagonista di “Time Out of Mind” di Oren Moverman (“Oltre le regole – The Messenger”), basato su un soggetto dello scrittore di culto James Ellroy, co-autore della sceneggiatura.  Nel film Gere interpreta un uomo in grandi difficoltà costretto a trovare rifugio in un centro d’accoglienza.

“La sceneggiatura mi era arrivata tanti anni prima, dieci anni fa, – racconta l’attore – ma non pensavo che si potesse mai realizzare questo film. Anche per questo conoscevo un pò quel mondo perché non avevo mai perso il desiderio di fare questo film. Per girarlo ci abbiamo messo solo 21 giorni, un tempo strettissimo. Le riprese sono state fatte tutte con le teleobiettivi perché io mi sono mescolato nella folla e incredibilmente nessuno mi ha riconosciuto”. “Il fatto è – spiega Gere – che la gente quando vede un uomo per strada di un certo tipo pensa: questo è un fallito, un senza tetto ed evita i contatti pensando forse ‘il suo fallimento potrebbe infettarmi’. Anzi rettifica sulla sua invisibilità sul set: “due neri che ho incontrato durante le riprese mi hanno riconosciuto e mi hanno detto ‘ciao Rich, come va?’. Forse la gente di colore è più attenta a quello che gli accade intorno. Sono meno chiusi in una capsuletta”. Il messaggio del film? “Che tutti gli homeless, come noi, hanno un forte desiderio di trovare un posto nel mondo, la nostra appartenenza, la nostra casa, il nostro pianeta e universo”.

Benicio-Del-Toro-Festival-di-Roma-2014-foto-di-Alessandro-Massimiliani

Benicio Del Toro e Josh Hutcherson hanno invece presentato “Escobar: Paradise Lost”, opera prima del giovane attore e regista italiano Andrea Di Stefano. Il film è basato sulla storia vera di Pablo Escobar, il più noto e ricco trafficante di cocaina di sempre.

“Una figura controversa, uno spreco di talento, una triste storia – dice Del Toro che lo interpreta – Pablo ha causato tristezza e dolore al suo paese, la Colombia, ma ha anche aiutato bisognosi, ha dato alloggi e ospedali. In Colombia c’è ancora chi lo venera come un moderno Robin Hood”. A chi gli chiede se non abbia voglia di fare della commedia dopo tutti questi ruoli drammatici, l’attore portoricano risponde: “Certo che mi piace ridere, ci sono momenti nel film in cui esploro i miei lati comici, ma mi propongono sempre il ruolo da cattivo perché ho una faccia da cattivone”.

I-milionari-cast-red-carpet-Festival-di-Roma-2014-foto-di-Alessandro-Massimiliani

Primo film italiano presentato nella sezione Cinema d’Oggi, “I milionari” di Alessandro Piva, già regista di piccoli cult come “LaCapaGira” e “Mio cognato”. Basato sull’omonimo libro firmato a quattro mani da Luigi Cannavale e Giacomo Censini, il film narra, attraverso il racconto di un boss e della sua famiglia, ascesa e caduta di un clan criminale di Napoli. Nel cast, tra gli altri, Francesco Scianna, Valentina Lodovini e Salvatore Striano.

“Non ho giudicato il mio personaggio – racconta Scianna – credo che nel nostro lavoro sia fondamentale avvicinarsi al proprio ruolo dimenticandoci chi siamo, in modo da poter ‘abitare’ il personaggio che dobbiamo interpretare. Marcello è ispirato a un uomo realmente esistito e tuttora in vita; non ho avuto possibilità di avvicinarlo perché oggi vive sotto copertura, ma ho avuto comunque molto materiale su cui lavorare e consigli da amici e colleghi e devo ringraziare i miei coach per l’aiuto che mi hanno fornito. Ho cercato di rendere la figura di Marcello evitando i cliché sul criminale, e provando invece a capire chi è davvero in modo da riportarne luci e ombre, partendo dal presupposto del suo conflitto di fondo: Marcello è attratto dal potere, ma la sua natura lo porta verso un’altra direzione. Lui è come la cera di una candela che si scioglie, e spero che gli spettatori arrivino a provare il senso di angoscia e di solitudine del protagonista. Il mio giudizio su di lui è arrivato solo alla fine, dopo le riprese”.

A chi si accosta il paragone con “Gomorra – La serie”, Piva risponde: “questo film non è uguale agli altri: il cinema ha tempi diversi da quelli della tv, e ‘I milionari’ lo abbiamo girato prima della realizzazione di Gomorra. Non ci vedo una sovrapposizione, piuttosto è stata un’occasione per approfondire i temi del libro. Il cinema italiano è diventato un hobby molto costoso purtroppo, ed è un mestiere che comporta grandi rischi. Il contributo degli attori e della troupe è diventato un aiuto indispensabile per il film, e nonostante tutti gli ostacoli non mi sono voluto sottrarre allo sforzo di portarlo a termine, superando le varie difficoltà. Mi sono occupato anche del montaggio, ispirandomi ai grandi maestri del cinema americano. Per il resto, non mi interessano i numeri, non faccio blockbuster; mi interessa che i miei film possano essere rivisti più volte e che lascino qualcosa negli spettatori, e spero che sarà così anche stavolta”.

Grande successo, infine, per gli incontri con il pubblico di tre grandi registi: Stephen Frears, Takashi Miike e Wim Wenders.

Valentina-Lodovini-Festival-di-Roma-2014-foto-di-Alessandro-Massimiliani

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