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Venezia 72: fan in delirio per il “criminale” Johnny Depp

Da Venezia la nostra inviata Marilena Vinci. Terzo giorno. 

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Venezia, 4 Settembre 2015 – Fino all’ultimo qualcuno in sala stampa dubitava della sua presenza, mentre le fan già dalla sera precedente si accampavano accanto al red carpet nella speranza di vederlo dal vivo. Alla fine Johnny Depp ha mantenuto le aspettative ed è arrivato alla Mostra del Cinema di Venezia per accompagnare l’anteprima (fuori concorso) del suo nuovo film da protagonista: “Black Mass” di Scott Cooper, in cui, reso irriconoscibile da un pesante trucco in cui appare invecchiato, con pochi capelli e gli occhi azzurri, interpreta il ruolo un vero criminale di Boston, James Whitey Bulger (ancora oggi in carcere a 86 anni).

Giacca di velluto verde bottiglia e immancabili occhiali da sole, Depp è arrivato in conferenza stampa con una bottiglia di birra (che afferma essere analcolica) e ha ringraziato i fan che lo attendono. “Non mi è mai piaciuta la parola fan – dice – io li considero più dei datori di lavoro, dato che sono loro che decidono di andare al cinema e scelgono i film da vedere. E’ commovente vedere un’accoglienza così calorosa e per questo li ringrazio”.

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Parlando dell’ennesima trasformazione fisica che accompagna la sua carriera (nel corso degli anni lo abbiamo visto nei panni del pirata Jack Sparrow e nei vari ruoli interpretati per Tim Burton) l’attore spiega: “all’inizio della mia carriera ho fatto un paio di film, non avevo deciso di fare l’attore e neanche oggi forse l’ho ancora deciso. Volevo fare il musicista e poi ad un certo punto mi sono trovato bloccato nelle serie tv, annoiato e frustrato. I miei miti cinematografici sono John Barrymore, Marlon Brando, John Garfield attori che, nel corso dei film che hanno fatto, si sono trasformati. La trasformazione fisica è stata una mia ossessione e ho lottato per cercare di essere un personaggio più che un ragazzo da poster come hanno cercato di fare di me ormai centinaia di anni fa. Esiste una responsabilità nei confronti del pubblico, il dovere di dargli sempre qualcosa di nuovo, che non si aspetta. Come interprete credo che sia sicuro e pericoloso allo stesso tempo la sfida di doversi continuamente mettere alla prova. D’altronde è il mio mestiere, è quello che faccio per vivere”.

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Interpretare un personaggio reale come quello di James Whitey Bulger è però “una tremenda responsabilità, non importa se siano buoni o cattivi. Ciò che conta è cercare di essere il più veri possibile. Di Dillinger per esempio ognuno può avere la propria opinione ma io l’ho sempre visto come un Robin Hood e parlando con sua sorella ho saputo che era l’uomo più divertente del mondo. Per quel che riguarda Bulger era importante raccontare le diverse facce di un uomo che era un gangster ma era anche un uomo molto affezionato alla sua famiglia, profondamente dedicato alla madre, al fratello. Whitey era un uomo complesso e quando scavi in una persona così devi cercare di rendergli giustizia”.

In “Black Mass”, accanto a Johnny Depp, anche Benedict Cumberbatch, Kevin Bacon e Joel Edgerton. Sul red carpet sfila con la bella moglie, la ventinovenne Amber Heard, che domani presenta “The Danish Girl”.

VENICE INTERNATIONAL FILM FESTIVAL

Per quanto riguarda i film in concorso, sono stati entrambi molto apprezzati il francese “Marguerite” di Xavier Giannoli e “Francofonia” del russo Aleksandr Sokurov.

Il primo racconta in modo divertente ma al tempo stesso drammatico la storia (ispirata alla realtà) di una ricca donna convinta di essere una soprano ma è terribilmente stonata. Incapace di vedere la realtà davanti a cui nessuno è capace di metterla, la donna è vittima del suo sogno e dell’ipocrisia di chi la circonda. “Marguerite” arriverà in sala dal 17 settembre.

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Girato al museo Louvre di Parigi “Francofonia” di Sokurov (già premiato nel 2011 con il suo “Faust”) riflette sull’importanza dell’arte e della cultura nella storia, ricostruendo con formati e supporti diversi, CGI, effetti e videochiamate, l’incontro durante la II Guerra Mondiale tra il conte Franz Wolff-Metternich, capo della commissione tedesca per la protezione delle opere d’arte in Francia, e Jacques Jaujard, direttore del Louvre, per mettere al sicuro il patrimonio artistico del museo. “Come si può fare una scelta tra vita e arte, quale cosa è più sacra? Voi che cosa scegliereste? Si può fare davvero questa scelta?”, chiede Sokurov. “Bisogna entrare nello sguardo dell’altro, che è la base delle culture religiose: non a caso, quello religioso è un elemento altissimo della cultura, anche se qualcuno qui in Europa mi dirà che non ho ragione. Ma noi russi vi amiamo, amiamo l’individualità della cultura europea. quando si dice Italia, Francia, si dice cultura: dovete separare le cose, non mescolatevi, altrimenti non troverete un viso unico, proteggetevi, difendetevi, difendete la vostra cultura europea”. Il titolo “Francofonia”? “Viene dal mio amore per la Francia, per gli ideali francesi, una Francia che forse oggi non esiste più”.

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SPECIALE
72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
2-12 settembre 2015

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