Home Uncategorized “Mr. Beaver”, la rinascita di Mel Gibson in versione Castoro

“Mr. Beaver”, la rinascita di Mel Gibson in versione Castoro

Mel Gibson torna dopo il tormentato divorzio dalla moglie Robyn (28 anni di matrimonio e sette figli), che ha portato l’attore sull’orlo del baratro e della depressione. Guida in stato di ebbrezza, alcool e vizi vari per colpa dei quali Gibson stava per giocarsi la sua carriera, oltre alla già andata reputazione.

Jodie Foster, bambina prodigio della Walt Disney Company, quattro volte candidata all’Oscar torna dopo sedici anni da “A casa per le vacanze” alla regia, e per “Mr. Beaver” (The Beaver) sceglie il suo grande amico Gibson, considerandolo come l’unico che possa capire a fondo, e interpretare, Walter Black.

Presidente di una nota casa di giocattoli Walter Black cade in una profonda depressione, dove a nulla servono le sedute dallo psicologo, le pillole, i manuali e le terapie. Trova la salvezza in un cassonetto della spazzatura in cui trova un castoro di peluche, e decide di prenderlo con se sentendolo vicino, rifiutato anche lui dalla famiglia di appartenenza e gettato via. Il castoro riesce a far recuperare a Walter il suo rapporto perduto con la moglie (Jodie Foster), il figlio più piccolo, ma non quello più grande che gli da del pazzo, e a recuperare sul lavoro lanciando un nuovo giocattolo che riporterà la sua azienda agli apici del successo. Il legame instaurato è troppo forte e Walter Black non riesce più a staccarsi dal castoro, né a vivere come prima senza di lui, decide così, per riconquistare la famiglia nuovamente perduta a causa dell’ossessione con il peluche, di compiere un gesto estremo.

Presentato fuori concorso a Cannes 64, il film è degno di nota per lo sforzo creativo della Foster, che attraverso “Mr. Beaver” vuole narrare una delle malattie più insidiose, sottovalutate e pericolose della frenetica società contemporanea, la depressione, ma nel finale affonda in un pantano di buone e ottimistiche speranze, così tanto negate durante il resto del film.

D’altro canto è impressionante l’interpretazione di Mel Gibson. L’attore riesce, con un semplice cambio di sguardi, o con la sola variazione della voce, a mostrare l’animo più oscuro e la sofferenza più profonda della solitudine, dell’abbandono e della paura di non farcela.

“Mr. Beaver” è uscito nei cinema di tutta Italia il 20 maggio ma, forse, sarebbe un’opera più idonea al circuito televisivo piuttosto che al grande schermo cinematografico.

Alcuni commenti della critica:

“The Beaver ci ha messo un anno prima che la produzione si decidesse a distribuirlo. (…) quando finalmente è uscito negli Usa, la critica ha storto il naso (ma ha comunque salvato lui). Il pubblico ha girato le spalle”.
Stenio Solinas, il Giornale

“Un film tutto intero. E non un film comico, ma drammatico, su una depressione implacabile e nera”.
Luca Vinci, Libero

“L’accoglienza americana alla singolare tragicomedia finora è stata piuttosto tiepida, ma la sofferta performance dell’attore ha messo d’accordo la critica”.
Titta Fiore, Il Messaggero

“Il film sconfina spesso e volentieri nel surreale dipingendo un curioso menage a tre: lui, lei e il castoro, sorpresi la mattina a far colazione insieme o a condividere momenti emozionanti”.
Elena Nieddu, Il Secolo XIX

 

 

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