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“Workers”: al cinema arrivano i giovani lavoratori disposti a tutto

Giovani precari pronti a tutto in cambio di un lavoro che permetta loro di sbarcare il lunario. Non è solo l’attuale fotografia, benché a colori del nostro paese, ma anche un film che porta sul grande schermo il lavoro interinale: “Workers – Pronti a tutto” di Lorenzo Vignolo. Una commedia in tre episodi che si sviluppano dalla spasmodica ricerca di lavoro tramite un’agenzia interinale e in cui il giovane disoccupato di turno è costretto ad accettare l’impiego più odioso, paradossale e bizzarro pur di riuscire a mantenersi.

Le storie sono quelle di un ventenne che, per evitare lo sfratto, fa da badante ad un tetraplegico volgare e amante degli eccessi, che lo maltratta e lo umilia (l’episodio richiama, seppur a parti inverse, il recente “Quasi Amici”); quella di un prelevatore di sperma di tori che si finge medico pur di conquistare la ragazza che ama e, infine, quella di una truccatrice che spera di lavorare per il cinema o la tv ma si trova ad imbellettare cadaveri in un impresa di pompe funebri.

Nel cast Francesco Pannofino, Alessandro Tiberi, Dario Bandiera, Daniela Virgilio, Nicole Grimaudo, Paolo Briguglia, Nino Frassica, Michelangelo Pulci, Alessandro Bianchi e Luis Molteni.

L’episodio più convincente è certamente il terzo, quello dal sapore macabro con il trio Grimaudo-Briguglia-Frassica, mentre il meno riuscito è quella della coppia Pannofino-Tiberi (ancora insieme dopo “Boris”) in cui il personaggio del tetraplegico è decisamente troppo sopra le righe.

La struttura del film non è certo originale ma funziona, il problema è che le situazioni narrate sono troppo forzate ed il mondo reale certo non riescono a raccontarlo. L’umorismo non è pungente e non riesce ad essere grottesco ma scade sempre nello scontato e nel greve.

Lo scopo del film di Vignolo (alla sua terza regia) è quello di raccontare in maniera tragicomica il mondo del lavoro giovanile ma con ottimismo, parlando di ragazzi molto lontani dalla figura di bamboccioni, come qualche politico li ha dipinti. Ragazzi “pronti a tutto” (come recita il titolo del film) che, nonostante le iniziali resistenze, si danno da fare senza piangersi addosso. Se dalla situazione attuale non c’è via di scampo il cinema può essere il mezzo per evadere.

“Workers – Pronti a tutto” è nelle sale dall’11 maggio, distribuito da Cinecittà Luce in 81 copie.

Alcuni commenti della critica:

“(…) Un film che però, malgrado le ottime premesse, non riesce a tenere quel difficile, ambizioso equilibrio – tra realtà e surreale, tra episodi verosimili e situazioni paradossali – che si prefigge. Ma resta un tentativo generoso (…).
Claudia Morgoglione, la Repubblica

“Tre storie per raccontare le disavventure di precari italiani (…) tutto sommato si è visto di peggio”.
Massimo Bertarelli, il Giornale

“Commedia a episodi ‘flessibile’ ma poco creativa sui giovani disposti a tutto”.
Edoardo Becattini, MYmovies.it

Quello che più fa arrabbiare di Workers è che non ha mai il coraggio dell’umorismo totale o del grottesco fino in fondo, rifugiandosi invece in scie patetiche o in macchiette e situazioni che paiono uscite – anche come temi comici – dal vecchio cinema italiano, e non dei migliori. Colpa principalmente di una sceneggiatura quasi offensiva nel far credere di parlare della realtà quando si raccontano invece delle storielle; e non si salva neppure la regia di Vignolo, sempre su un tono eccessivo, survoltato, urlato, che rischia di venire a noia prestissimo. Emanuele Rauco, Radio Cinema

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