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“Paura 3D”: l’horror in stile Manetti Bros.

Video interviste ai Manetti Bros., Peppe Servillo e Francesca Cuttica.

Dopo aver affrontato la fantascienza con “L’arrivo di Wang”, i Manetti Bros. tornano sul grande schermo, a pochi mesi di distanza, con un horror il cui titolo promette brividi di terrore: “Paura”. Il film segna per i fratelli Marco e Antonio Manetti il debutto nel 3D e nel genere horror, che però hanno sempre richiamato nelle loro opere passate.

Liberamente ispirata alla scioccante prigionia dell’austriaca Natascha Kampusch, la storia è quella di tre annoiati ragazzi della borgata romana che decidono di trascorrere furtivamente un weekend nella casa vuota di un ricco collezionista. Tra un tuffo in piscina, un brindisi con champagne e sfide ai videogame la giornata scorre tranquilla fino a quando uno di loro non scende in cantina…

Nel cast: Peppe Servillo, Francesca Cuttica (già protagonista de “L’arrivo di Wang”), Domenico Diele, Lorenzo Pedrotti e Claudio Di Biagio.

I Manetti affrontano il genere con la consueta ironia che li contraddistingue, senza prendersi troppo sul serio e radicandosi nella periferia di Roma. Evidenti le influenze di Dario Argento e Lamberto Bava, ma i due registi, appassionati di genere horror, cercano con modestia una loro strada. A non funzionare è la sceneggiatura con qualche buco (per esempio che fine hanno fatto i ragazzi contattati per la festa che sarebbero dovuti arrivare in serata?), la meccanicità dello script ed una dilatazione dei tempi a tratti eccessiva. I problemi del film sono la prevedibilità e l’assenza di tensione che è solo nel titolo. Discreto l’uso del 3D, cupo e claustrofobico, ma la cosa migliore del film sono le musiche di Pivio (per una volta non in coppia con Aldo De Scalzi) e i titoli di testa animati di Sergio Gazzo.

“Paura 3D” è nelle sale dal 15 giugno distribuito da Medusa in 220 copie.

Manetti Bros. (Marco e Antonio Manetti) - intervista per Paura 3D - WWW.RBCASTING.COM

Peppe Servillo e Francesca Cuttica - intervista per Paura 3D - WWW.RBCASTING.COM

Alcuni commenti della critica:

“Ci vuole molto coraggio a definire ancora i Manetti Bros un ‘caso’, specie con questo horror 3D, summa di luoghi comuni con un rap che esclude il buon cuore ed evoca l’ombra di un orco”.
Maurizio Porro, Corriere della Sera

“E bravi i Manetti Bros (…) Alcuni con gli anni si ammorbidiscono. Per Marco (44 anni) ed Antonio (42) è il contrario: più velenosi, più bravi. Forse solo troppo prolissi”.
Francesco Alò, Il Messaggero

“Paura 3D è il risultato di due fratelli registi che si misurano con bontà d’animo verso un genere che venerano e rispettano, e si approcciano alla loro opera più come a un rilassato saggio di fine anno (per schiettezza e spontaneità) che come a un prodotto straripante di eccessive ambizioni. L’incipit, a partire dai bellissimi titoli di testa ad opera del pittore e grafico Sergio Gazzo, è sempre la parte migliore dei loro lungometraggi e anche qui, come da manuale di sceneggiatura, la presentazione iniziale dei personaggi (come sempre romani, riconoscibili, quindi verosimilmente credibili) è funzionale per il coinvolgimento dello spettatore, traghettato verso un’attenta partecipazione all’iniziale intreccio. Poi qualcosa si rompe e ‘l’universo Manetti’, solo, non basta più: proprio nel momento in cui si dovrebbe spingere l’acceleratore, l’amato genere inizia a scricchiolare dimostrandosi troppo macchinoso, un congegno eccessivamente dilatato”.
Giustino Finizio, MYmovies.it 

“Di buon livello gli effetti speciali di Sergio Stivaletti, così come l’uso del 3D utilizzato per dare più profondità di campo all’azione e avvicinarci ad essa, più che sfruttato ai fini dello splatter. Peccato, certo, per le ingenuità e l’accumulo di motivi e suggestioni: anche quella di mettere troppa carne al fuoco è una prerogativa dei Manetti. Pazienza se, nella cottura, qualche pezzo finisce per bruciarsi e lasciare un retrogusto amaro. E’ questo forse che impedisce loro, pur possedendo tutti gli ingredienti giusti, di diventare dei grandi chef”.
Daniela Catelli, ComingSoon.it

“Lo strano effetto che si ha guardando i film dei Manetti Bros. è più o meno sempre lo stesso. Ovvero quello di vedere un film amatoriale, però ben fatto. La recitazione è sempre sotto la media, benché in questo caso a dar man forte al lavoro arriva niente meno che Peppe Servillo: divertito, cattivo, manieristico. Le musiche vagano da pezzi rap, ad altri di ambiente. La narrazione echeggia il torture porn giapponese (qualcuno si ricorda “Grotesque”?), omaggiandolo qua e là, e lo splatter anni ’70. Tutto va a ricordare qualcosa d’altro. Manca il guizzo, allora, la vena davvero autoriale. Si premia il coraggio, la voglia di sperimentare, quell’entusiasmo tipico di chi manipola la materia artistica per la prima volta. Ma dai fratelli Manetti, Marco e Antonio, è ormai lecito aspettarsi qualcosa di più del mero giocattolino di genere. Se fossimo a scuola, fingendoci maestri noi, avremmo detto che avrebbero preso un 7, ma per motivarli gli daremo solo la sufficienza”.
Diego Altobelli, FilmUp.com

2 Commenti

  1. Come che fine fanno i ragazzi convocati per la serata! Si vedono arrivare proprio nella scena conclusiva del film!…Nessun buco.
    Ottimo film di genere, ne solco della grande tradizione dell’horror italiano che si era persa negli ultimi decenni a scapito di inconcludenti e presuntuosi film pseudointellettuali o commedie trash (comunque meglio dei film pseudointellettuali)

  2. Come ha già detto Diego nel commento precedente: si sentono arrivare nella scena finale gli invitati alla festa, mentre Sabrina tiene tra le braccia… non vado oltre per non fare spoiler!
    Questo film è la dimostrazione che con uno scarso budget a disposizione, ma con la forza di una buona sceneggiatura, in Italia si può tornare a fare cinema di genere. Sono contento che quest’opera abbia trovato un migliore distribuzione differentemente dal pur buono “L’arrivo di Wang”…spero che i Manetti facciano da apripista a nuovi autori amanti dello stesso genere, se ne ha veramente bisogno in questo momento in Italia!

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