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Il debutto alla regia di Casagrande con “Una donna x la vita”

Dopo anni trascorsi a far da spalla all’amico e collega Vincenzo Salemme, Maurizio Casagrande tenta il suo debutto come regista cinematografico con la commedia “Una donna x la vita” di cui è interprete assieme a Sabrina Impacciatore, Neri Marcorè e Margareth Madè.

Il protagonista (interpretato da Casagrande) è un portiere d’albergo che dopo nove anni di relazione con l’imbranata fidanzata (Impacciatore), stanco dei suoi pasticci, decide di lasciarla. Nella sua vita entra, quasi per caso, una donna bellissima e apparentemente impeccabile (Madè) di cui s’innamora, anche se il suo migliore amico (Marcorè) lo invita alla prudenza di fronte a così tanta perfezione. Il finale a sorpresa mostra che però non tutto è come sembra…
Proprio dal finale partiamo per dire subito che è la cosa migliore del film. Il problema è che ci si arriva lentamente, in maniera quasi snervante. La durata del prodotto, un’ora e quarantacinque minuti, è eccessiva se si considera che a riempirlo sono comparsate (Vincenzo Salemme, Simona Marchini, Pino Insegno, Giobbe Covatta, Maurizio Mattioli, Biagio Izzo e Alena Seredova), siparietti e battute di cui raramente si riesce a sorridere, più facilmente a sbadigliare. Non va meglio sul versante tecnico dove abbondano in maniera eccessiva primi piani, affrettate panoramiche e una fotografia da serie tv.

Per quanto riguarda gli attori nessuna nota su Casagrande e Madè (che fanno la loro parte senza infamia né lode), mentre la  brava Sabrina Impacciatore nel ruolo della fidanzata-stalker maldestra, eccentrica e svampita con uno stile alla Amy Winehouse, non è adeguatamente sfruttata e la sua innata comicità ne risente, richiusa in una gabbia fatta di gag tutte uguali e battute banali. Discorso simile per Neri Marcorè, a cui viene dato decisamente poco spazio.
Il film non scorre, appesantito com’è da una sceneggiature frammentaria  e da una comicità mai brillante.

“Una donna x la vita” è al cinema dal 21 settembre distribuito da Medusa.

Alcuni commenti della critica:

(…) Comprensibilmente stufo di fare, da una quindicina d’anni o giù di lì, l’attore di secondi ruoli, Maurizio Casagrande si è cucito una commedia su misura. Più che sull’originalità, scarsa, ha puntato su riferimenti e citazioni (l’horror per esempio), nonché su un bel numero di ‘cammei’ di amici attori: Neri Marcoré, che ha un ruolo di spalla più lungo come dottore; poi Pino Insegno, Giobbe Covatta, Vincenzo Salemme, Simona Marchini, Maurizio Mattioli, ognuno rinchiuso nel suo sketch. Ma chi ci convincerà che, per rivedere facce di popolarità soprattutto televisiva, ci sia bisogno di andare al cinema?”.
Roberto Nepoti, la Repubblica

“Una commediola, con tendenza al surreale, così gracile da far tenerezza. Maurizio Casagrande l’ha scritta e diretta prendendosi anche il ruolo pricipale (…) Si ride poco fra troppe macchiette inutili”.
Massimo Bertarelli, il Giornale

“Costellato di nomi noti in parti più o meno grandi (da Neri Marcorè a Giobbe Covatta, da Alena Seredova a Maurizio Mattioli fino allo stesso Vincenzo Salemme) il primo film di Maurizio Casagrande fa il minor sforzo possibile per integrare la moltitudine di personaggi in una narrazione coerente e sensata. Come se la potenza delle gag dovesse da sola compiere il miracolo del racconto, il film si affida tutto ad esse, all’intercalare del protagonista (previsto in ogni momento), allo slapstick e ai prevedibili risvolti. Tuttavia non solo le gag non riescono ad amalgamare i circa 100 minuti di pellicola, ma sono anche stanche e ripetitive, intinte nel già visto e uccise dall’essere state già sentite. Non giovano in questo senso nemmeno le aspirazioni postmoderne del film che in più momenti sembra voler citare o replicare alcune note sequenze (clamoroso il tentativo di rifare l’interrogatorio iniziale di Blade Runner), finendo però per mettere in scena soltanto i propri limiti”.
Gabriele Niola, MYmovies.it

“La buona volontà con cui questo progetto è stato realizzato meriterebbe un applauso, se il risultato non fosse tanto lontano dalle aspettative. Ad onor del vero, però, va detto che il finale a sorpresa redime in parte i numerosi limiti del film, dalla fotografia da soap opera alla sceneggiatura poco brillante”.
Alessandra De Tommasi, Cinematografo.it

“Entusiasta di rendere omaggio ai mattatori di cui è debitore o estimatore, Casagrande ha sovraffollato di camei il suo film, trasformando ogni scena in una scenetta, interrompendo il fluire della trama principale e limitando il naturale sviluppo del personaggio certamente più divertente e sfaccettato della storia, e cioè l’ex fidanzata ingombrante e fashion victim Marina che ha permesso a Sabrina Impacciatore di rivelare tutta la sua vis comica.
Cosa potremmo consigliare allora, per il suo secondo film, a un regista a cui riconosciamo il merito di averci mostrato una Napoli solare ma mai folcloristica?  Certamente di rallentare il passo, e di semplificare, finché i tempi non saranno maturi, intrecci e situazioni. In fondo, fuori da una sala cinematografica, la realtà è già abbastanza complicata…”.
Carola Proto, ComingSoon.it

“(…) nonostante la non disprezzabile partenza, tende presto a infiacchirsi a causa di un’impostazione eccessivamente teatrale. Riuscendo, di conseguenza, a regalare risate allo spettatore soltanto in pochissime occasioni”.
Francesco Lomuscio, FilmUp.com

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