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“Una famiglia perfetta”, bentornata commedia all’italiana

Video interviste a Paolo Genovese, Claudia Gerini, Marco Giallini, Carolina Crescentini, Ilaria Occhini, Eugenia Costantini e Eugenio Franceschini. 

Torna la commedia italiana e finalmente possiamo dire che c’è una continuità con gli indimenticabili Scola e Monicelli, anche se questo ritorno si fa vedere ogni tanto, quasi che gli autori nostrani avessero paura di mostrare la qualità made in Italy. La storia ha a che fare con il Natale ma esce in anticipo rispetto alle festività, così da evitare lo scontro con i soliti cinepanettoni: noi, però, speriamo che al periodo più ghiotto per gli esercenti del cinema ci arrivi e sbaragli pure la concorrenza. Perché “Una famiglia perfetta” di Paolo Genovese (nelle sale con 430 copie targate Medusa) è una commedia intelligente, raffinata, ben scritta e magnificamente interpretata, che ci sentiamo di consigliare a tutti: a chi è solo e fortemente attaccato alle sua nobile singletudine, a chi una famiglia ce l’ha e non ne può più, ma anche a chi c’è l’ha avuta e non ha il coraggio di rimettersi in gioco.

A Genovese e al fedele sceneggiatore Luca Miniero (la coppia ha esordito con il delizioso “Incantesimo napoletano”, continuando con film di cassetta come “Immaturi”) l’idea è venuta dieci anni fa, con la visione dello spagnolo “Familia” (1996) di Fernando León De Aranoa, thriller dove il protagonista affittava una famiglia per il suo compleanno e ai finti parenti glie ne faceva di tutti i colori. Ma solo di spunto trattasi, come hanno sottolineato gli autori (“il film era bello, ma cupo e angoscioso, quindi lontano dalle nostre corde”), perché in “Una famiglia perfetta” storia e risvolti psicologici sono completamente diversi. Il ricco Leone (Sergio Castellitto) è malato di solitudine e per il Natale decide di ingaggiare una compagnia teatrale che interpreti la sua famiglia. Nel suo bel casolare in campagna (si scoprirà in seguito che anche questo è affittato), arrivano la moglie Carmen (Claudia Gerini), il fratello Fortunato (Marco Giallini), la cognata Sole (Carolina Crescentini), i figli adolescenti Pietro e Luna (Eugenio Franceschini e Eugenia Costantini), i bambini Daniele e Angelo (Giacomo Nasta e Lorenzo Zurzolo), la nonna Rosa (Ilaria Occhini).

La prima scena ce li mostra tutti a cena, felici e con la tavola addobbata a festa. L’idillio però viene interrotto dalle lamentele del capofamiglia, perché il bambino della compagnia non va bene: è troppo grasso per essere suo figlio e bisogna cercarne un altro, un professionista più idoneo. Con questo coup de théâtre a cui ne seguiranno tanti altri, capiamo subito che la famiglia di Leone è in realtà una rappresentazione e ogni suo componente si muove tra verità e finzione, tra identità reale (Fortunato è il capocomico, Carmen è sua moglie, Sole è un’attrice innamorata di Fortunato, e così via) e ruolo che gli è stato assegnato. La vita insidia continuamente l’arte, dando libero sfogo all’improvvisazione (l’omaggio è chiaramente a Pirandello), i sentimenti e le frustrazioni di ogni personaggio ingannano il suo doppio, e le cose non sono mai come sembrano. Per Genovese è un modo originale di trattare con leggerezza i grandi temi: la solitudine, l’ineluttabilità delle scelte, l’infedeltà, la certezza che la famiglia perfetta non esiste. Leone cerca di dimostrarlo per tutto il tempo del film, cambiando di continuo il canovaccio “perfetto” (sarà aiutato dall’incursione non prevista della bella outsider, Francesca Neri), arrivando a dire alla finta moglie (ma è davvero finta?): “arrenditi, i maschi sono infedeli al 99 per cento”.

Il gioco tra vita vera e messa in scena è anche un pretesto per parlare dell’arte della recitazione, che Genovese rispetta profondamente. Si vede da come ha diretto gli attori, che non ha mai schiacciato con una regia troppo protagonista, ma anzi ha cercato di valorizzare riuscendo perfettamente nell’intento. A partire da Castellitto, straordinario cinico arroccato sulle sue convinzioni, passando per Giallini magnifico “cornu”, e concludendo con le donne tutte sempre in parte (Gerini e Occhini sono le migliori). Merito anche dei dialoghi, liberati (evviva!) del solito stucchevole buonismo. Se un appunto vogliamo farlo è nelle musiche, belle ma a volte ingombranti. Con una colonna sonora più asciugata il film avrebbe guadagnato in bellezza.

Claudia Gerini, Paolo Genovese, intervista, Una famiglia perfetta, RB Casting

Marco Giallini, Carolina Crescentini, intervista, Una famiglia perfetta, RB Casting

Ilaria Occhini, intervista, Una famiglia perfetta, RB Casting

Eugenia Costantini, Eugenio Franceschini, intervista, Una famiglia perfetta, RB Casting

Alcuni commenti della critica:

“Ecco finalmente, dopo anni di digiuno, una commedia italiana spiritosa, intelligente, scritta e diretta bene, senza volgarità, recitata da un gruppo di attori complici in stato di grazia ironica e impastata di una dose di malinconia che a Natale in fondo si addice, vedi Frank Capra”.
Maurizio Porro, Corriere della Sera

“Paolo Genovese ci ha consegnato finora commedie dignitosamente cucite, capaci di qualche sorriso (Incantesimo napoletano) e discreti incassi (Immaturi , Immaturi – Il viaggio e La banda dei Babbi Natale). E ora con Una famiglia perfetta riesce a fare anche un piccolo passo in avanti, regalando un film di una certa originalità, che apre a risate fragorose e a più livelli di lettura”.
Simona Santoni, Panorama.it

“Ottima ‘commedia da camera’ firmata da Paolo Genovese. Che riflette su solitudine, vita e recitazione: cast da applausi”.
Valerio Sammarco, Cinematografo.it

“Innegabilmente al di sopra del livello medio dei nostrani titoli natalizi, la pellicola risente di qualche fastidiosa lungaggine e finisce, nella coda, con l’indulgere a quel buonismo tenuto alla larga all’avvio. Peccato”.
Marco Chiani, MYmovies.it

“Paolo Genovese prende spunto da una commedia spagnola del 1996, ma sviluppa la storia in modo personale e originale: costruendo così un film interessante e difficile da classificare, un balletto surreale e dal ritmo sostenuto ma dall’anima intimamente malinconica”.
Marco Minniti, Movieplayer.it

“In un intreccio di gag ed umorismo quasi grottesco, il nuovo film corale di Paolo Genovese, è una commedia esilarante che unisce la risata ad una riflessione più profonda sulla solitudine ed i rimpianti. L’aspetto più interessante del film è quello di aver saputo dosare il divertimento legato all’intrattenimento con momenti di pura malinconia, tipici di una commedia che sa leggere meglio di altri generi dentro i turbamenti umani”.
Serena Guidoni, Voto10.it

“La messa in scena è efficace e disturbante quando ci riconosciamo nelle battute che per Fortunato e i suoi simpatici disperati sono parte di un copione. Il merito va dato alla diligenza degli attori ma anche al copione, che aggiunge altri spunti: il rischio di sacrificare la propria dignità per mangiare, il rimpianto per scelte forse sbagliate e la paura per le scelte ancora da compiere, la magia e la necessità del lavoro d’attore. Se fosse durato una ventina di minuti in meno, sarebbe stato più serrato, ma a dispetto di questo Una famiglia perfetta rimane un lavoro generoso”.
Domenico Misciagna, ComingSoon.it

1 commento

  1. Ho visto oggi il film – é in effetti un film molto ambizioso , gli interpreti sono tutti molto bravi ; ma ho trovato la mano del regista e sopratutto il soggetto a volte
    eccessivo – Non trovo molto ben amalgamato il surreale di alcune scene , come
    l’albero di Natale davanti alla chiesa con i grandi pacchi dono e il finto annegamento della nonna , con la reale ambivalenza psicologica dell’attore
    che nell’interpretazione del personaggio finisce a mettere a volte in gioco anche se stesso ; é comunque un film interessante – Mi ricorda un po’ un bel film francese di parecchi anni fa ,mi pare di Lelouch, sul cinema e gli attori –

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