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“Vizio di forma”: Joaquin Phoenix e le atmosfere lisergiche della California anni ‘70

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Arriva al cinema “Vizio di forma”, il settimo film di Paul Thomas Anderson con un cast stellare che comprende, tra gli altri, Joaquin Phoenix, Josh Brolin, Owen Wilson, Benicio Del Toro e Reese Witherspoon.

Credo che come prima cosa bisogna avvisare lo spettatore di un fattore fondamentale: non seguite la trama. Non cercate di dare un senso alla storia crime, perché rischiate di passare gran parte del film a collegare indizi che non si collegano fra di loro e il risultato può essere molto fastidioso, o straniante.

Direte come si fa a non seguire la trama guardando il film? Perché “Vizio di forma” è fatto per soffermarvi su altri particolari, racconta una storia che va oltre la trama stessa e le singole vicende dei personaggi.

Tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Pynchon, il titolo indica poi la chiave di lettura di tutta l’opera. Il “vizio di forma”, ovvero quello all’interno, è ciò che conduce infine alla soluzione.

Joaquin Phoenix interpreta Larry “Doc” Sportello, un investigatore privato, hippie fino al midollo, che vive a pochi passi da una spiaggia della California, e non indossa (quasi) mai le scarpe. Jeans e capelli pettinati dalla salsedine. Come in una visione onirica viene avvicinato dalla sua ex ragazza, Shasta Fey, che lo ingaggia per indagare e aiutare la sua nuova fiamma, l’imprenditore Wolfmann. Doc decide di aiutarla, preoccupato per lei e sentendosi ancora in qualche modo legato, ma non fa in tempo a cominciare le indagini che viene accusato di omicidio da parte della sua nemesi, Bigfoot (Josh Brolin), ispettore di polizia.

Qual è allora la storia che Paul Thomas Anderson vuole raccontare? La fine dell’ideologia hippie, che si scontra come le onde dell’oceano su una banchina. Lo spirito libero degli anni ’60 che finisce alla deriva e si perde nella California degli anni ’70. Ma c’è un ultimo baluardo, Doc Sportello, che rappresenta una ferma opposizione contro quello sviluppo naturale, figlio del progresso.

“Vizio di forma” (titolo originale “Inherent Vice”) è al cinema dal 26 febbraio distribuito da Warner Bros. Italia.

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ALCUNI COMMENTI DELLA CRITICA

Natalia Aspesi, la Repubblica
(…) Adesso che il film c’è, e c’è chi è subito corso a leggere o rileggere il libro, li ha trovati tutti e due incantevoli, di gran divertimento, capaci di rievocare un tempo e un luogo americano di gioventù pacifista e drogata, cancellato poi dalla rivolta contro la guerra in Vietnam, il piombare dell’Aids, la rivincita del conformismo reaganiano (…).

Valerio Sammarco, Cinematografo.it
Il trip allucinogeno di Thomas Pynchon secondo Paul Thomas Anderson e Joaquin Phoenix. Suggestivo, ma sfiancante.

Massimo Lastrucci, CiakMagazine.eu
(…) uno sfuggente, articolato, a tratti magnifico noir illuminato dal sole abbacinante della California. (…) “Vizio di forma” (titolo poco attinente) come l’andamento leggermente allucinato delle sue scene ti scava dentro, come un enigma che chiede di essere risolto.

Gian Paolo Serino, ilGiornale.it
“Vizio di forma” può essere un ottimo inizio per conoscere da vicino uno dei maggiori scrittori contemporanei. Da molti considerato il padre della letteratura postmoderna, di quella narrativa capace per prima di delineare le coordinate emotive di una società perennemente vicina al collasso morale, questa volta l’autore ci regala un’opera di facile lettura: almeno apparentemente. Un noir alla Raymond Chandler per le atmosfere più cupe, ma pirotecnico alla Hunther Thompson per le ambientazioni lisergiche (…).

Emanuele Sacchi, MYmovies.it
Sotto le vesti lacere del noir si nasconde una complessa e stratificata riflessione sul trauma della fine di un’epoca.

Daniela Catelli, ComingSoon.it
(…) Anderson porta il libro sullo schermo nella migliore versione possibile, accentuandone gli elementi sentimentali e romantici e dipingendo, con la forza di una felice immaginazione visiva, un’epoca psichedelica dove il peace & love è stato ormai sostituito dalle droghe e dal sesso a pagamento, e dove un improbabile cavaliere con molte macchie e un po’ di paura è impegnato in una difficile quest (…).

Marita Toniolo, BestMovie.it
Paul Thomas Anderson firma il suo settimo film ed è di nuovo capolavoro.

FilmTv.it
Un’impresa eccezionale di “riscrittura”, riuscita: il personaggio sullo schermo ha l’anima che invece ci pare manchi nel romanzo di Pynchon, dove è puro pre-testo, un McGuffin semovente. Merito anche di Joaquin Phoenix, magnifico. Forse non è un capolavoro, non sposta l’asticella della storia del cinema, ma diverte confermando il talento del suo autore.

Tiziana Morganti, Movieplayer.it
Anderson dimostra ancora una volta di poter e voler mettersi alla prova con generi e atmosfere diverse, definendo chiaramente gli elementi fondamentali di quello che possiamo considerare, senza sbagliare poi troppo, il suo stile di autore.

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TRAILER

 

Vizio di forma - Trailer italiano ufficiale | HD

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 POSTER

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