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Elena Cucci: “Grazie a Isabella, ho scoperto una parte di me che non conoscevo”

La nostra intervista all’attrice Elena Cucci, nel cast del nuovo film di Gabriele Muccino “A Casa Tutti bene”

di Ivana Calò

Una grande famiglia allargata si ritrova su un’isola sperduta per festeggiare le nozze d’oro di una coppia borghese. Lei è Stefania Sandrelli, lui è Ivano Marescotti. Poi ci sono i figli, i nipoti, gli ex, gli amici. Causa maltempo, sarà impossibile tornare sulla terraferma subito dopo il prosit. E l’evento che doveva durare un giorno, si tramuterà in una convivenza forzata che scatenerà di tutto, “lasciando traboccare tutti i sentimenti sopiti di rancore e rabbia, gelosia, passione, insomma tutto quello che fino a quel momento era stato tenuto a bada o nascosto per non intralciare il quieto vivere di questo quadretto”.

Un cast che comprende più generazioni del cinema italiano, da Sandra Milo a Carolina Crescentini, da Claudia Gerini a Valeria Solarino. E poi ancora Sabrina Impacciatore, Giulia Michelini e Tea Falco. Il mondo maschile è affidato a Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Massimo Ghini, Giampaolo Morelli, Gianmarco Tognazzi. E lei, Elena Cucci, che ci ha raccontato il suo personaggio e la “convivenza forzata” sul set: “Una bellissima esperienza, compagni di viaggio meravigliosi. Mi sono divertita molto. È come se attraverso Isabella mi fossi concessa una libertà che forse non riesco ad esprimere pienamente quando si tratta di me. È stato molto bello potermi misurare con questo ruolo”.

Presentami Isabella.
Isabella è una donna la cui vita è stata poco generosa. Non si è realizzata e vive un matrimonio finito. Nonostante questo è riuscita a mantenere la capacità di sognare e lasciarsi andare. È una mamma giovane e in generale una donna contemporanea. È una cugina lontana di questa grande famiglia allargata. Partecipa a questa reunion da sola con sua figlia.

Qual è il suo temperamento?
Io l’ho immaginata e vissuta come una donna forte. Gabriele mi ha subito detto di voler leggere negli occhi di Isabella un certo “friccicore”, dandomi la chiave per raccontare la sua storia: non ha trovato l’amore della sua vita però ha conservato la voglia di giocare, d’incantarsi e il desiderio di rimettersi in gioco. E per trovare quello scintillio, ho sovrapposto una sorta di malinconia alla curiosità e alla vivacità nel modo di parlare e di gesticolare, un’energia che non si frena e trabocca dagli occhi e dalle labbra, come quando si vorrebbe nascondere un’emozione ma non si riesce nell’intento.

Quanto c’è di te in questo personaggio?
All’inizio la sentivo distante da me perché io sono più riflessiva e misurata. Amo anche lasciarmi andare ma tendo a prendere le misure, mi pongo sempre tante domande, sono meno irruenta e procedo con passi più cauti. Lavorando sul personaggio, soprattutto nei giorni sull’isola, mi sono riscoperta più vicina al suo animo giocoso e mi sono divertita molto nell’interpretare questa donna emozionata. Misurarmi con questo ruolo mi ha permesso di esplorare delle sfaccettature del mio carattere che solitamente tengo maggiormente sotto controllo.

Qual è stata la difficoltà?
Temevo di dover fare uno sforzo particolare per entrare nel personaggio. Però poi è stato molto più semplice di quanto avevo immaginato. E poi, non avendo ancora dei figli, avevo delle perplessità sull’interpretare una madre e sull’idea di dover ricreare quel rapporto di complicità tra madre e figlia, ma ho incontrato Elena Rapisarda che è una bambina dal talento incredibile. Partendo dal gioco siamo riuscite a costruire uno scambio fluido e schietto. L’armonia naturale ha dileguato le mie paure. Lei è bravissima e sono certa che farà strada. Ho fiducia nel suo percorso futuro come attrice.

A proposito dei giorni sul set e sull’isola: 8 settimane di riprese e, proprio come accade nel film, una convivenza forzata. Un parallelismo tra film e realtà…
C’è un parallelo tra i personaggi e noi persone. Nel film, un incontro di un giorno, a causa di una mareggiata, si trasforma in una permanenza forzata su un’isola. Nella realtà noi attori siamo rimasti su un’isola “bloccati” dalle riprese del film. È stata un’esperienza intensa, molto stimolante. Ho avuto l’occasione di lavorare con dei compagni capaci e talentuosi, sinceramente disponibili al confronto e pronti al sacrificio necessario in un’opera così corale, che ci vedeva spesso tutti impegnati nella stessa scena contemporaneamente. Sul set c’è stata una coesione e un desiderio forte di fare squadra da parte di tutti. Non mi era mai capitato di vivere una tale identità di gruppo.

L’esperienza con il regista e il suo metodo.
Gabriele è stato fondamentale per la creazione del clima coeso che ci ha accompagnati. Ci ha reso responsabili, sottolineando sempre il valore di ciascuno, con il proprio colore ed energia necessari a raccontare questa storia. Poi, ci ha trasmesso l’importanza di essere un gruppo di lavoro unito anche per il tipo di riprese che dovevamo affrontare. È molto carismatico. Quando si esprime, intorno a sé l’aria prende forma e tutto diventa azione, realtà e movimento. Lavorare con lui mi ha arricchita. Quello che più mi ha colpita è il suo essere poliedrico, nel ricercare la realtà tramite le minuzie. Non tralascia nessun dettaglio.

Pensi che questo film rientri nel suo stile o è qualcosa di nuovo? 
Io credo che sia entrambe le cose. Il film passa attraverso i suoi occhi, che sono gli stessi ma sono anche nuovi, perché più maturi, di conseguenza lo è anche il film. Il suo stile e la sua poetica sono riconoscibili ma la sua sensibilità è più ricca, è cresciuta grazie a tutte le esperienze umane e professionali che lo hanno portato fino a qui.

Quanto a te, sei felice?
Sì, mi sto godendo l’uscita del film. Fino ad ora era stato soltanto nostro, ma è arrivato finalmente il momento di condividerlo col pubblico, e sono molto emozionata. Gli ingredienti ci sono tutti e io sono col fiato sospeso.

Photo Credit: Alessandro Rabboni
Ufficio Stampa: The Rumors
Agenzia: Studio Segre

 

 

 

 

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