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Le parole che non ti ho detto: quattro chiacchiere tra Piera Detassis e Alberto Barbera

Piera Detassis (presidente dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello e direttore di Ciak) e Alberto Barbera (direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia), quattro chiacchiere in esclusiva per RB Casting per la rubrica “Le parole che non ti ho detto” alla vigilia di Venezia 75.

1. Alberto, più stress adesso alla vigilia o prima, nel corso della selezione? Se puoi ci racconti il momento più difficile di quest’anno e al contrario il momento di massimo entusiasmo.
Lo stress è sicuramente maggiore durante la selezione, quando si è ossessionati dalla paura di sbagliare e di non fare in tempo a vedere tutti i film che ci vengono inviati. Alla vigilia del festival, i giochi sono fatti. Rimane il timore degli imprevisti e dell’accoglienza negativa ai film, che però fa parte del gioco. Il momento più difficile? Quando ho dovuto dire no a un po’ di film realizzati da amici o conoscenti. Il momento più entusiasmante quando la Universal ha confermato il film di Chazelle dopo un lungo periodo di incertezza.

2. Alle polemiche – quest’anno Netflix e le quote femminili – ti sei abituato, le sopporti, ti infastidiscono o credi siano necessarie e le provochi?
Le polemiche sono insopportabili perché spesso pretestuose o inutili. Inevitabili quando pongono un problema reale e aiutano a farne comprendere la complessità.

3. Tanti anni da direttore della Mostra, indubbiamente cresciuta e sul punto di scavalcare Cannes. Se tu dovessi riassumere, quale pensi sia stato il cambiamento più importante che hai messo in atto? E cosa è cambiato nell’universo festival?
Le tante innovazioni che hanno contraddistinto la Venezia di questi anni. La ristrutturazione delle sale, la creazione di Venice Production Bridge, la scommessa di Biennale College e della Realtà Virtuale. Ma soprattutto di puntare su pochi film di qualità. Venezia è il festival che si è rinnovato più di tutti.

4. Il film in cui hai più creduto e che è stato meno capito. E il film il cui successo ti ha più sorpreso. Insomma, rimpianto e sorpresa.
Il film meno capito? Forse quello di Ai Weiwei l’anno scorso, “Human Flow”, ingiustamente accusato di narcisismo e formalismo, mentre è un film profetico e coraggioso. La sorpresa maggiore per “Birdman”, che ha convinto tutti più di quanto mi aspettassi.

5. C’è sempre un segreto per stare in piedi senza dormire per dieci giorni. Tu quali strategie di sopravvivenza hai messo a punto?
Nessun segreto. Adrenalina pura, e un bel mix di vitamine la mattina. E non fermarsi mai: se ci si siede si rischia il crollo da cui non ci si riprende.

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