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Ischia Film Festival 2019: vince il cubano “Club de Jazz” di Esteban Insausti, ma anche il cinema italiano

Si chiude con successo la 17esima edizione, a coronamento di una settimana all’insegna del grande cinema e dell’impegno civile. Migliori attori Vinicio Marchioni e Radha Mitchell. “Selfie” di Agostino Ferrente vince in Location Negata e “Un giorno all’improvviso” di Ciro D’Emilio trionfa nella sezione Scenari Campani. Tutti i vincitori.

Gli otto giorni (più uno, vista la preapertura dedicata con una mostra in onore di Bernardo Bertolucci) dell’Ischia Film Festival 2019 si chiudono con la vittoria di uno dei gioielli scovati dai direttori Michelangelo Messina e Boris Sollazzo, “Club de Jazz”, una sorta di Cuaròn musicale che ha affascinato giuria e pubblico con la sua fotografia mozzafiato, e che ha trovato al Castello Aragonese quel successo e quel riconoscimento che inspiegabilmente i festival principali, da Cannes a Berlino, non gli avevano tributato, ignorandolo. Il regista cubano Esteban Insausti si annuncia come un futuro maestro e il fatto che parta da Ischia “ci rende orgogliosi”, hanno dichiarato i due direttori. Frutto del lavoro di ricerca dell’IFF, la location di quel club ha regalato a tutti emozioni uniche.

Grandi soddisfazioni anche per il cinema italiano che ottiene il premio alla miglior scenografia a Michele Modafferi, per “Il Bene Mio” di Pippo Mezzapesa, e quello al miglior attore, consegnato da Artisti 7607, a Vinicio Marchioni per “Cronofobia” di Francesco Rizzi.

Radha Mitchell, dopo il Premio alla Carriera Diva e Donna, mette tutti d’accordo con la sua eroina classica e moderna in “Celeste”: abbagliante per talento e bellezza, ha sedotto gli spettatori e i giurati e ha raccolto il trofeo per la migliore interpretazione femminile.

A Josh Melrod va la miglior regia per il sorprendente “Major Arcana”, esponente del miglior indie statunitense, mentre “Kazantakis” di Yannis Smaragdis si porta a casa il premio per la miglior fotografia.

In una delle edizioni più politiche – il festival si è aperto con il codirettore Boris Sollazzo che indossava la maglietta del Cinema America dichiarando l’IFF “orgogliosamente antifascista” e proseguendo con la solidarietà espressa da lui e il fondatore e ideatore della rassegna Michelangelo Messina a Carola Rackete e alla famiglia Regeni piace la vittoria tra i documentari di “A Family in a Sinkhole”, che racconta la sopravvivenza di una famiglia affondata, letteralmente, nel cratere dell’ultima rivoluzione industriale cinese che non si fa problemi a cambiare radicalmente la fisionomia delle location, una riflessione fondamentale per un festival che di queste ultime fa il proprio centro narrativo e di analisi.

Estremamente impegnato, quasi militante, anche il palmares della sezione Location Negata, da sempre attenta alle periferie del mondo e ai diritti violati: la menzione speciale per l’opera muta e straziante “Aleppo: The Silence of War” parla da sola, ma il premio principale lo vince “Selfie” di Agostino Ferrente, (auto)ritratto di due giovani del Rione Traiano che smentiscono con determinazione e tenerezza gli stereotipi sulla loro generazione e su chi abita nei quartieri più malfamati di Napoli, location negate a pochi passi da noi.

Tra i corti vince il premio offerto da Mini Italia – che al festival ha presentato “Una tradizione di famiglia”, nuova tappa del Mini Film Lab – “Cold Fish”, mentre la menzione va a “Man Stand Still”, due riflessioni originali e provocatorie, personali e individuali sulla vita e su ciò che da essa ci aspettiamo.

La sezione Scenari Campani, la più giovane delle competizioni dell’IFF, vede il trionfo di Ciro D’Emilio con “Un giorno all’improvviso”, opera interpretata da una straordinaria Anna Foglietta che disegna la quotidianità di una madre e di un figlio tra delusioni, illusioni, frustrazioni e speranze di chi spesso sopravvive anche grazie ai sogni irraggiungibili, mentre due menzioni vanno a “O’ p’nneon” e “Così in terra”, di Mauro Di Rosa e Pier Lorenzo Pisano, premiati dalla giuria più cliccata del festival, i Casa Surace.

L’edizione numero 17, insomma, ha portato fortuna. Soprattutto al cinema italiano.

TUTTI I VINCITORI 2019

Concorso Lungometraggi
Giuria: Sanya Borisova, Luca Bellino, Peppino Mazzotta
Miglior Scenografia | Il Bene Mio di Pippo Mezzapesa
Miglior Fotografia | Kazantzakis di Yannis Smaragdis
Miglior Attore | Vinicio Marchioni per Cronofobia
Miglior Attrice | Radha Mitchell per Celeste
Miglior Regia | Josh Melrod per Major Arcana
Miglio Film | Club de Jazz di Esteban Insausti

Concorso Documentari
Giuria: Silvia Luzi, Corrado Fortuna, Stefano Russo
Miglior Documentario | A Family in the Sinkhole di Zubiao Yao

Concorso Cortometraggi
Giuria: Claudio Cervera, Davide Laezza, Chiara Pilato, Ester Scotti, Giulia Scotti, Piero Barbieri e i ragazzi del Forum Giovani Ischia
Miglior Cortometraggio | Cold Fish di David Hay
Menzione Speciale | Man Stands Still di David Lindinger

Concorso Location Negata
Giuria: Pietro Macello, Laura Aimone, Giorgio Gosetti
Miglior Film | Selfie di Agostino Ferrente
Menzione Speciale | Aleppo: The Silence of the War di Amir Osanlou

Concorso Scenari Campani
Giuria: I ragazzi di Casa Surace
Miglior Film | Un giorno all’improvviso di Ciro D’Emilio
Menzione Speciale | ‘O p’nneon di Mauro Di Rosa
Menzione Speciale | Così in terra di Pier Lorenzo Pisano

Premio del Pubblico
Nella sezione “Best Of” | L’uomo che comprò la una di Paolo Zucca

Per maggiori informazioni: www.ischiafilmfestival.it

1 commento

  1. Inolvidable y diferente película Jazz Club del Director Cubano Esteban Insausti, la vi junto a grandes figurarlas del panorama cinematográfico mundial esa noche entre las que se encontraba Jhon Turturro, ninguno podíamos creer que en la cuba bloqueada de Fidel se podría hacer un cine de tan alta calidad, un verdadero poema fílmico, rudo y estética y narrativamente diferente, muy acertada la opinión del respetable jurado. Felicidades al cine Latinoamericano

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