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“Ghost Rider”: un (inutile) Spirito di Vendetta

Distribuito da Medusa, nelle sale dal 23 marzo, il film sequel del fortunato “Ghost Rider” del 2007 non riesce a ripercorrere le orme del predecessore… Nel cast: Nicolas Cage, Idris Elba e Violante Placido.

Si dice sempre che il sequel non riesca mai a superare il primo film. Capita delle volte che esistano delle eccezioni. Ma non in questo caso. Dopo il successo del primo film Nicolas Cage torna a vestire i panni di Johnny Blaze e del suo demoniaco alter ego, il Ghost Rider.

Il problema fondamentale del film si può forse riscontrare nella scelta del cambio di regia. Nel primo capitolo, dal titolo “Ghost Rider”, il film era stato diretto da Mark Steven Johnson, che aveva dato buona prova del suo operato confezionando un film che non era dispiaciuto al grande pubblico e non aveva fatto storcere il naso agli amanti del fumetto targato Marvel (l’audience sempre più difficile da convincere). Ma la regia di “Ghost rider: Spirito di Vendetta” è stata affidata a due registi visionari, caratterizzati da un forte spirito punk, Mark Neveldine e Brian Taylor. Il loro stile visivo impeccabile fa da contraltare a una scarsa cura della narrazione e della sceneggiatura, mixando generi e lasciando lo spettatore totalmente spaesato.

Tutto questo risulta controproducente per gli attori stessi che fanno di tutto per risollevare le sorti del film, a cominciare dal protagonista, Nicolas Cage, che nonostante l’età risulta essere ancora convincente avvolto in un giacchetto e pantaloni di pelle con i tic da psicopatico che caratterizzano l’ambivalente natura del suo personaggio. Il talentuoso Idris Elba (conosciuto per la serie televisiva “Luther” e per il ruolo di Heimdall in “Thor”) porta sullo schermo il personaggio di Moreau, monaco centauro avvezzo al vino e appartenente all’Ordine Monastico di Michele. Con il suo carisma prova a risollevare le sorti di una narrazione scarna, ma senza successo. E infine abbiamo lei, l’italiana DOC, Violante Placido, che però interpreta inspiegabilmente Nadya, una donna originaria dell’Europa dell’Est, doppiandosi anche nella versione italiana con uno strano accento che stona rispetto la buona interpretazione sullo schermo.

Effetti speciali, stop motion, green screen, motion capture e chi più ne ha più ne metta, pur essendo realizzati con una peculiare maestria, non sono sufficienti per evitare di considerare “Ghost Rider: Spirito di Vendetta” un costosissimo film di Serie B (magari in zona promozione).

Nelle dal 23 marzo 2012 distribuito da Medusa Film.

Alcuni commenti della critica:

“Solo se si è fatto un fioretto, ma di quelli seri, si può andare a vedere questo pastrocchio 3D (…) Trama impossibile, una fattura che dir sciatta è un complimento (Neveldine e Taylor, i due registi, se li conosci gli eviti), talmente ridicolo che non fa ridere”.
Maurizio Porro, Corriere della Sera

“Al posto di battute indimenticabili e di un umorismo nero, troviamo invece una riflessione superficiale sugli elementi che uniscono il bene e il male, sulla forza della fede e sulla necessità di ritrovare l’angelo che è dentro ognuno di noi. Materiale insolito e deludente per un film potenzialmente destinato a trasformarsi in un cult del divertimento senza pensieri”.
Tiziana Morganti, Moviplayer.it 

“Una miccia inesplosa nonostante l’elasticità facciale di Cage, che ha trovato la sua dimensione espressiva nella trasformazione in Rider”.
Chiara Bruno, FilmTv.it

“Una generale disomogeneità e una trama davvero poco avvincente, oltre che una certa mancanza di personalità, rendono questo film un’occasione perduta per un riscatto dalle critiche ricevute dal precedente episodio”.
Sara Tonarelli, 35mm.it

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