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Grecia: Medici Senza Frontiere contraria ai controlli sanitari di tipo poliziesco

Atene/Roma 2 maggio 2012 – I controlli sanitari di tipo poliziesco diffondono la paura fra i gruppi di popolazione a cui sono diretti, costringendoli a nascondersi e impedendo loro di raggiungere i servizi sanitari pubblici per cercare di curarsi. Allo stesso tempo, la partecipazione di professionisti della sanità in operazioni di “pulizia” fa nascere seri problemi in merito all’etica medica.

“La salute pubblica non può essere promossa attraverso controlli medici guidati dalla polizia creando allarmismo, parlando di ‘bombe a orologeria per la salute pubblica – dichiara Reveka Papadopoulou Direttore Generale di MSF Grecia – La salute pubblica può essere effettivamente salvaguardata soltanto garantendo il reale accesso ai servizi sanitari pubblici, rispondendo ai bisogni medici di tutti i gruppi sociali – bambini, anziani, pazienti cronici di qualsiasi origine, persone senza assicurazione sanitaria – specialmente oggi che migliaia di nuclei familiari si trovano nell’indigenza e il sistema sanitario pubblico è in forte tensione a causa dei tagli al budget. Il coinvolgimento degli operatori sanitari pubblici in controlli di polizia è pericoloso e contrario all’etica medica”.

L’emendamento del Decreto Presidenziale greco 114/2010 – incluso nella legge introdotta il 9 aprile, giorno dello scioglimento del Parlamento e dell’annuncio delle elezioni nazionali – prevede “controlli sanitari obbligatori delle persone che soffrono di malattie trasmissibili o appartengono a gruppi vulnerabili a tali malattie e prevede la loro detenzione in strutture sanitarie, definendo queste persone pericoli per la salute pubblica”. Secondo questa specifica legislazione “il rischio è fra le persone che hanno malattie trasmissibili o appartengono a gruppi ad esse vulnerabili, soprattutto a causa del paese di provenienza o dell’uso di sostanze illegali intravenose, o per il fatto di svolgere un lavoro legato al sesso, o a causa delle condizioni di vita che non rispettano le minime regole igieniche”. L’articolo specifica “controlli sanitari obbligatori”, quando in Grecia i migranti senza documenti hanno accesso al sistema sanitario solo “in casi di emergenza e fino a quando la loro salute si stabilizzi” (Articolo 84/Í.3386/2005).

La salute pubblica è questione di responsabilità dello Stato. Tuttavia, attraverso questa specifica legislazione il Governo non solo non si assume le sue responsabilità, ma trasforma inoltre la “vittima” in “colpevole”, come nei casi dei centri di detenzione per migranti. Secondo i dati medici raccolti nel corso degli interventi di MSF nelle strutture di detenzione di Evros nel 2011, più del 60% dei problemi medici sono riconducibili alle pessime condizioni di vita e di detenzione. Ciò è stato puntualmente evidenziato dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie e dall’Organizzazione Mondiale sella Salute (OMS) che ha trovato i centri di detenzione inappropriati perché ci vivano delle persone.

Le autorità greche hanno fino ad ora fallito nel rispondere ai bisogni dell’assistenza sanitaria pubblica attraverso dei programmi integrati. MSF chiede a tutte le autorità coinvolte di salvaguardare il libero accesso al sistema sanitario pubblico per coloro che ne hanno bisogno, obiettivo che non può essere raggiunto portando avanti controlli medici obbligatori in un contesto di operazioni di polizia.

Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo. Nel 1999 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace. Opera in oltre 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie. www.medicisenzafrontiere.it.

 

 

 

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