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“Magic Mike”: quando per una volta a spogliarsi sul grande schermo non sono le donne, ma gli uomini!

Il 21 settembre arriva nelle sale italiane “Magic Mike” di Steven Soderbergh, distribuito da Lucky Red.

Molti conoscono Channing Tatum, il baldo giovane palestrato noto al pubblico per aver iniziato la sua carriera cinematografica con il primo “Step Up”, ma non tutti sanno che il suddetto ragazzo, prima di danzare davanti lo schermo era aduso ad altre danze, quelle da stripper, quando, solo ventenne, faceva impazzire le donne di Tampa, in Florida. Delle sue avventure, e disavventure, Steven Soderbergh ha preso spunto, e insieme a Reid Carolin (sceneggiatore) ha creato “Magic Mike”, un film che racconta la storia di uno spogliarellista all’apice del successo e della carriera (Mike) e un giovane diciannovenne in cerca del suo futuro (Adam).

Date le premesse si potrebbe pensare che il film sia un tripudio di sesso, droga e rock & roll. In realtà non è così, o perlomeno, questi elementi sono presenti ma non sono centrali, sono solo funzionali alla narrazione. Il tema centrale è infatti il relazionarsi di due ragazzi, con dieci anni di differenza, su tematiche simili, quali il lavoro, l’amore, le prospettive future. Gli interrogativi di fondo sono gli stessi per entrambi, le risposte diverse: fino a quando il denaro e la lussuria possono soddisfare l’animo? Quando arriva il momento di colmare il vuoto interiore e cambiare radicalmente la propria vita?

Soderbergh riesce con la sua narrazione fluida ad alternare momenti seri ad altri divertenti, quasi comici. Con la discontinuità di un videoclip, e le tinte vintage di una fotografia virata all’arancione (a voler ricordare il caldo afoso della Florida) il regista crea due film e li interseca fra loro, passando da quello più riflessivo e interiore a quello più dilettevole e frivolo, che mette a nudo, in tutti i sensi, i protagonisti.

Se andrete al cinema per rifarvi gli occhi non rimarrete delusi, e ce n’è davvero per tutti i gusti. Da palestrati “Big Gym” come Joe Manganiello a teneri Ken come Matt Bomer, per poi passare al fascino latino di Tito (Adam Rodriguez) a quello più maturo di Tarzan (Kevin Nash) ed arrivare al capobanda, sempre-in-forma, Matthew McConaughey e al duo di protagonisti Channing Tatum e Alex Pettyfer.

“Magic Mike” non è dunque un film per “sole donne”, anche il cosiddetto sesso forte potrà godere del film e trarne spunto, e qualcuno potrà persino immedesimarsi nei personaggi, se non altro “spiritualmente” parlando.

Nelle sale dal 21 settembre 2012 distribuito da Lucky Red.

Alcuni commenti della critica:

“Un film dall’impianto più tradizionale che racconta un mondo borderline senza fare del facile moralismo”.
Giancarlo Zappoli, MYmovies.it

“L’originalità di Magic Mike non è determinata né dalla storia né dai singoli ingredienti, ma da un amalgama vincente in cui è completamente assente il giudizio dell’autore che preferisce abbandonarsi alla spettacolarità del contesto”.
Movieplayer.it

“(…) L’unico limite di un film intelligente, che Soderbergh gira con approccio dolcemente documentaristico, è proprio nel personaggio di Mike: troppo simbolico e propagandistico (…)”.
Francesco Alò, RollingStoneMagazine.it

“Ciò che rende il suo ultimo Magic Mike uno dei suoi lungometraggi più riusciti è dunque il singolare equilibrio che l’opera trova tra le parti più leggere e sfrontate e l’analisi lucidissima ma mai moralistica su ciò che è oggi in America (e quindi nella società occidentale?) la cultura dell’esibizione. Soderbergh riesce a mettere in scena con ironia la versione contemporanea dell’uomo-oggetto, ma allo stesso tempo è impassibile e lucidissimo nel raccontarci che oggi la società statunitense vive un momento di confusione economica, sociale, sessuale e psicologica che rischia di tramortirla”.
Adriano Ercolani, Film.it

“(…) Soderbergh si approccia al lato homme della situazione senza calcare troppo la mano, puntando molto più sui corpi e sulle esibizioni dei suoi attori che su una trama che in definitiva non dice nulla di quanto non ci si potesse aspettare e cioè che dopo qualche anno di dollari dentro gli elastici dei tanga ci si può anche scocciare (…)”.
Andrea D’Addio, BadTaste.it

 

 

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