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Eliana Miglio: il mio debutto a teatro con “Dignità Autonome di Prostituzione”

Intervista a Eliana Miglio

Dopo il successo di pubblico ottenuto “Dignità Autonome di Prostituzione” di Luciano Melchionna torna a teatro e segna il debutto di Eliana Miglio sul palcoscenico.

“Dignità Autonome di Prostituzione” inaugurerà la stagione 2012/2013 del Teatro Ambra Jovinelli di Roma e sarà in scena dall’11 ottobre al 4 novembre 2012 (dal giovedì alla domenica). È uno spettacolo moderno, che esula dall’idea classica della performance teatrale. Il teatro diventa la Casa Chiusa dell’Arte dove gli attori si “prostituiscono” per il pubblico con le loro interpretazioni di personaggi poliedrici. Una critica, e un riflesso dei tempi difficili in cui lavorare è diventato un lusso. Presenti nel cast anche Paola Barale, Ilaria Spada, Giusy Cataldo.

In occasione della prima abbiamo avuto modo di parlare con Eliana Miglio, che interpreta la “Sognatrice”.

Parlaci un po’ di “Dignità Autonome di Prostituzione” e della sua particolarità rispetto all’idea tradizionale di spettacolo teatrale.
È uno spettacolo che coinvolge tutti i sensi e coinvolge tantissimo gli spettatori. È un’opera di grande divertimento per il pubblico, che è talmente coinvolto in tutto, c’è musica, può cantare e ballare e anche le performance sono molto coinvolgenti, e toccano, se non proprio fisicamente metafisicamente, lo spettatore. Tutto è molto “carnale”. Per me è la prima volta in un progetto simile, non ho mai fatto uno spettacolo così ed è molto impegnativo, ma ero pronta, è accaduto al momento giusto.

Cosa pensi sia determinante nel successo di uno spettacolo come “Dignità Autonome di Prostituzione”, con un pubblico di oltre 100.000 spettatori?
Uno dei suoi punti di forza è che è estremamente moderno, rappresenta i tempi attuali, ovviamente il titolo è un po’ scioccante, rispecchia questa necessità sul lavoro, per tutti i lavoratori autonomi di dover essere a “disposizione”. È una forte critica ai nostri tempi, proprio perché il lavoro è talmente è poco e poco pagato che uno se vuole lavorare deve essere molto a “disposizione” (nel senso buono e non malizioso del termine). Rappresenta questo momento storico molto forte e poi ha una forte carica che comunica al pubblico.

Parlaci della tua “sognatrice”.
Si chiama la Sognatrice, ed è un personaggio che ha diversi momenti nel suo monologo e ha anche dei cambi di abito durante la performance. Se dovessi descriverla la sua evoluzione si divide in tre momenti. Il primo è il sogno, il secondo il bisogno, e il terzo è quello che invece accade quando i primi due non vengono soddisfatti. La terza fase rappresenta una zona di massimo pericolo per l’essere umano. La Sognatrice è il personaggio più forte che ho fatto in vita mia, Melchionna ha scritto un personaggio strepitoso, modificando in questo caso il finale e rendendolo ancora più drammatico. Ciò che mi è piaciuto di più di lei è che ha dei genitori, un figlio e un lavoro, ha una sua normalità, ma è timida e riservata però non ha mai mariti, fidanzati, amanti. È un personaggio fragile struggente, anche insopportabile ma non va mai nel patetico. Forse è quello che mi assomiglia di più come personaggio, ho fatico nel lavorarle, c’erano delle caratteristiche in comune fra me e lei ma le abbiamo ampliate e portate quasi all’esasperazione.

Dopo “Dignità Autonome di Prostituzione” quali altri progetti hai in serbo?
Questa estate ho lavorato con Avati, spero di cominciare un piccolo film a Genova, con un regista con cui ho già lavorato però per me “Dignità Autonome di Prostituzione” è importante perché segna il mio debutto a teatro dopo i “monologhi della vagina” dove si trattava più propriamente di letture. La profondità dei personaggi mi colpisce molto. Penso che possa nascere un nuovo amore nella mia vita. Il teatro.

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