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“Argo”: una storia declassificata raccontata da Ben Affleck

Video conferenza stampa con Ben Affleck 

In casa Affleck si respira già profumo di Oscar, perché quando ne vinci uno a venticinque anni diventa un po’ come una droga, è difficile smettere. Ma il bello degli Academy Awards è che puoi essere nominato per anni e non vincere mai. Ben Affleck invece c’è riuscito al primo colpo, insieme al suo migliore amico, Matt Damon, quando nel 1998 vinsero per la miglior sceneggiatura originale con “Will Hunting – Genio Ribelle”. Questa volta si parla di una nomination diversa, una delle top four di fine serata in quel del Kodak Theatre, quella per il miglior film. Chissà se la fortuna della “prima volta” assisterà ancora Ben, ma manca ancora tempo a febbraio e lui, come Giasone, ha ancora tanta strada da far percorrere alla sua nave Argo.

Presentato con successo al Toronto International Film Festival, “Argo” è la terza opera alla regia di Ben Affleck (dopo “Gone Baby Gone” e “The Town”) che sceglie di raccontare una storia vera, e declassificata.

1979, l’Iran è nel pieno della rivoluzione quando il 4 novembre un gruppo di ribelli fa irruzione nell’Ambasciata Statunitense di Tehran, prendendo in ostaggio 52 dipendenti della stessa. Sei americani riescono però a fuggire e a rifugiarsi presso l’Ambasciata Canadese. Con un paese in tumulto, e un’occupazione protratta nel tempo, è solo questione di giorni prima che gli iraniani scoprano la fuga dei sei impiegati. Per tali ragioni il governo degli Stati Uniti, in collaborazione con quello dei “cugini” canadesi, chiede aiuto alla CIA che fornisce loro il miglior agente in azioni sotto copertura ed estradizioni, Tony Mendez (Ben Affleck).

Sceneggiato da Chris Terrio, basato su un estratto di “The Master of Disguise” (scritto dallo stesso protagonista delle reali vicende, Antonio J. Mendez) e da un articolo pubblicato da “Wired” dal titolo “The Great Escape” di Joshuah Bearman, sulle note della colonna sonora di Alexandre Desplat, “Argo” è il thriller di una storia non detta, un’azione classificata come top secret dalla CIA fin quando il Presidente Clinton non la declassificò durante il suo mandato.

Ben Affleck con questo film pone un nuovo mattoncino nella solida carriera da regista che si sta costruendo, narrando in maniera fluida, e con toni che oscillano dal thriller alla commedia, un grande esempio di collaborazione internazionale. “Argo” acquista punti anche nel raccontare con ironia il ruolo insolito ricoperto da Hollywood. Nella patria del cinema la finzione e le menzogne sono il pane quotidiano, ma dietro a tanta corruzione Hollywood ha ancora un cuore d’oro. Per dimostrarlo però deve ricorrere alla truffa, mettendo in piedi la produzione di un film che non verrà mai alla luce, “Argo” appunto, il tutto nel nome degli USA e di una giusta causa, far fuggire dall’Iran i sei rifugiati.

Prodotto non solo dallo stesso Affleck ma anche dal caro amico George Clooney, “Argo” è un melting pot ben riuscito di attori noti, come il premio Oscar Alan Arkin, Bryan Cranston, John Goodman, Victor Garber, affiancati da attori famosi sul piccolo schermo, tra cui Tate Donovan, Kyle Chandler, Scoot McNairy e Clea DuVall. Segno tangibile di come il mondo dei serial e quello del cinema siano strettamente connessi oltreoceano.

In “Argo ciò che colpisce sono la maturità di Ben Affleck, che sta concretizzando sempre di più l’idea di passare dall’altra parte della camera da presa, abbandonando il ruolo di rubacuori e cimentandosi con successo in meticolose ricostruzioni storiche, per un thriller con i toni caldi della commedia. La cosa che non colpisce invece sono le acconciature. Troppo accurate. C’è un motivo ben preciso se i basettoni e i capelli a cespuglio non hanno superato gli anni ‘80…

In conclusione non fatevi ingannare dalla data di uscita negli USA (12 ottobre), a distanza di un mese dal voto alle presidenziali, “Argo” non è un film politico, o polemico. Racconta semplicemente in larga scala una vicenda poco nota, omaggiando i veri protagonisti della stessa, senza additare gli iraniani come i villain e senza glorificare l’egemonia statunitense. I lati oscuri vengono mostrati, così come i migliori, con un pizzico di tenue patriottismo che non guasta mai. Consigliato dunque a chi non ha problemi con il patriottismo americano, anche nelle sue più tiepide sfumature cinematografiche.

Il film esce nelle sale giovedì 8 novembre distribuito dalla Warner Bros.

Argo, Ben Affleck, conferenza stampa, RB Casting, WWW.RBCASTING.COM

Alcuni commenti della critica:

“Un’opera di sorprendente solidità, animata da un’etica di ferro e dalla capacità di fondere azione da cinema di guerra, commedia hollywoodiana e dramma storico”.
Gabriele Niola, MYmovies.it

“Alla sua terza regia, Ben Affleck continua ad occhieggiare quegli autori che negli anni ’70 rinnovarono profondamente temi e prassi del cinema americano; e fa un’interessante, ironica riflessione sul cinema stesso, sulla fabbrica dei sogni hollywoodiana con le sue bugie e il suo potere salvifico”.
Marco Minniti, Movieplayer.it 

“(…) Affrontando una storia vera, Ben Affleck, nelle doppie vesti di regista e interprete, si dimostra ancora una volta una garanzia autoriale dopo Gone Baby Gone e The Town. Allontanandosi dai temi e dai luoghi a lui cari, inserendo nel suo percorso anche ovviamente il copione di Will Hunting, Affleck si mette alla prova con un delicato equilibrismo (…)”.
Domenico Misciagna, ComingSoon.it

“Argo è il film più maturo del regista: un’opera su commissione che Affleck si affretta a trasformare in film personale. Una pellicola vintage in grado di riecheggiare nell’attualità e di emozionare sin dal primo fotogramma che presenta il logo Warner come era ai tempi di Quel pomeriggio di un giorno da cani”.
Pierpaolo Festa, Film.it

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