Home Uncategorized Non chiamatemi Superman

Non chiamatemi Superman

Torna sul grande schermo l’Uomo d’Acciaio, diretto da Zack Snyder e interpretato da Henry Cavill

Se fossimo dei maestri di scuola potremmo usare la definizione “potrebbe fare di più ma non si applica”, calzerebbe a pennello con “L’uomo d’acciaio – Man of Steel”.

Nonostante l’indiscussa bravura di un genio registico come Zack Snyder, e un cast d’eccezione composto da attori del calibro di Russell Crowe, Henry Cavill, Michael Shannon, Amy Adams, Kevin Costner e Diane Lane, il film decolla ma non vola. Pur presentando delle geniali intuizioni nell’impianto narrativo la sceneggiatura si sfalda e la storia va avanti in maniera disconnessa.

Ottima l’idea di concentrare la narrazione sugli eventi alla base della nascita di Kal El (Henry Cavill) sul pianeta Krypton e sulla successiva distruzione di quest’ultimo, ponendo così in risalto la figura di Jor El (Russell Crowe) e dell’antagonismo atavico nei confronti di quello che diventerà anche l’acerrimo nemico del figlio, Zod (Michael Shannon). Buona anche l’idea di non raccontare l’adolescenza di Clark Kent, che nel film conosciamo all’età di 33 anni. La scelta probabilmente è stata presa alla luce di una serie televisiva come “Smallville” che da quasi una decade racconta proprio le vicende legate a quel periodo della vita di Superman. L’idea di Snyder è stata dunque quella di collegare il passato di Clark con flashback e rimandi alla vita del ragazzo, mettendo così in risalto Jonathan Kent, il padre “terreno” di Superman, interpretato da Kevin Costner.

Nonostante queste ottime premesse la sceneggiatura si perde e scivola via in maniera incostante, capitolando in scene d’azione, bombardamenti e distruzioni che richiamano in parte la tragedia dell’11 settembre e in parte la tipologia di scontro tra alieni e supereroi già presente in “The Avengers”. Il tutto è retto da visual effects di altissimo livello, ben congeniati con il girato, che rendono questa tecnologia uno degli elementi fondamentali del film.

Uno dei rari casi in cui il trailer (perfetto nella sua interezza) supera di gran lunga il film. “L’uomo d’acciaio – Man of Steel”, forse per le troppe aspettative, rimane dunque un prodotto visivamente perfetto, ma senz’anima, che lascia un pizzico d’amaro in bocca.

Nelle sale italiane dal 20 giugno, distribuito da Warner Bros. Pictures Italia.

_______________________________________________________________________

Guarda il trailer

L'Uomo d'Acciaio - Trailer Ufficiale Italiano | HD

_______________________________________________________________________

ALCUNI COMMENTI DELLA CRITICA:

Maurizio Porro, Il Corriere della Sera
Volare, oh oh… nel blu dipinto di blu digital 3D. Il nuovo Superman (Henry Cavill) vola coi pugni chiusi nel prequel del fumetto nato nel ’38. Che, prodotto da Nolan e diretto da Snyder, diventa super eroe prima di fare il giornalista, cacciato da papà Crowe dal dittatoriale pianeta Krypton e vincitore del nemico spaziale per amore della Libera Terra. Assonanze mistiche casuali? Superman è sempre un efferato frastuono di effetti speciali, con novità solo apparenti.

Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa
Affidato al regista pulp Zack Snyder di 300 , Man of Steel è soprattutto una grande macchina spettacolare che inanella una scena d’azione e di catastrofe dietro l’altra, con qualche pausa opportuna a introdurre gli altri caratteri: il cuore morale e semplice dell’America rappresentato da Costner e Lane, genitori adottivi di Superman; l’intrepido coraggio della giornalista Amy Adams, sua futura fidanzata; l’illuminata saggezza del padre naturale Russell Crowe e la terribile crudeltà del generale Michael Shannon. Per il resto si comincia con l’apocalittica distruzione di Krytpon e si finisce nell’apocalittico scenario di una Metropolis (ovvero New York), salva, sì, ma ridotta a un ammasso di macerie. Il tutto è di una visionarietà molto barocca, all’insegna dell’estetica dell’eccesso oggi in voga. Noi preferiremmo più selezione, più essenzialità, ma è indubbio che il film ha le carte in regola per conquistare una salda prima posizione nel botteghino estivo mondiale.

Maurizio Acerbi, il Giornale
E’ tutto troppo esagerato tranne un cast col freno a mano tirato.

Marzia Gandolfi, MYmovies.it
Una versione “apocrifa” di Superman che ha, come elemento di grande interesse, una rinnovata relazione padre-figlio.

Peter Travers, Rolling Stone
L’uomo d’acciaio è un percorso accidentato sul sicuro. Ma non c’è modo di rimanere ciechi per le sue meraviglie.

Todd McCarthy, Hollywood Reporter
L’enorme, retroscena-pesante stravagante di Zack Snyder è un lavoro di riabilitazione che, forse, non gridò d’essere fatto, ma si dimostra in modo schiacciante e insistente nel suo genere che ha forza e che è difficile non darci dentro.

Scott Foundas, Variety
L’ambizione di fare un genere più grintoso di Superman è sicuramente ammirevole, ma molto di quello che Snyder e Goyer avevano cercato di risolvere non era rotto in partenza.

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here