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Storia di una ladra di libri

Tratto dall’omonimo romanzo di Markus Zusak arriva sul grande schermo l’adattamento cinematografico di Brian Percival

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Ambientato durante la seconda guerra mondiale Sophie Nélisse interpreta Liesel, una bambina affidata alle cure di Hans Hubermann (Geoffrey Rush) e sua moglie (Emily Watson). In una cittadina della Germania sotto l’egemonia nazista Liesel impara a leggere e scrivere e questo accresce il desiderio del sapere e per saziarlo ruba, o meglio prende in prestito, libri dalla libreria della moglie di un gerarca nazista.

Un periodo storico, quello del secondo conflitto bellico, con cui ognuno di noi ha in qualche modo un contatto diretto, vuoi per i racconti dei nonni vuoi perché è uno degli argomenti più trattati dalla cinematografia moderna. Brian Percival riesce a trasporlo con sensibilità, affidandosi a una sceneggiatura ben strutturata scolpita e ricalcata dall’opera letteraria di Markus Zusak.

Candidato per la miglior colonna sonora, a cura di John Williams, agli scorsi Academy Awards, “Storia di una ladra di libri” è un film intimo e commovente, che racconta senza toni eccessivamente tragici un periodo doloroso nella storia dell’umanità. Il pregio è narrare l’esistenza della gente comune, alle prese con la vita di tutti i giorni, in un periodo in cui di normale c’era ben poco. La voce narrante è la morte, che non è spaventosa e oscura, ma sensuale e affascinante, come una vecchia amica. Una scelta interessante che si rispecchia in tutto il film, fino al suo finale.

Se pensate di uscire indenni dalla sala non sarà così semplice come immaginate. Il consiglio è far scorta di fazzoletti!

“Storia di una ladra di libri” è al cinema dal 27 Marzo distribuito da 20th Century Fox.

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POSTER

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TRAILER

Storia di una ladra di Libri | Trailer Ufficiale #1 [HD] | 20th Century Fox

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ALCUNI COMMENTI DELLA CRITICA

Maurizio Porro, Corriere della Sera
Brian Percival (…) si adagia nel rassicurante stile che smussa gli angoli anche di una storia selvaggia che inizia e finisce con la voce fuori campo della Morte. (…) Una quasi fiaba che rivela il viso dolce diabolico della 14enne Sophie Nélisse accanto alle facce note di Emily Watson e del grande Goeffrey Rush.

Roberto Nepoti, la Repubblica
(…) I tedeschi non fanno che gridare, la brava famiglia protegge l’adolescente e nasconde un giovane rifugiato ebreo nel sottoscala… ma occorre davvero tanto manicheismo per convincere il pubblico che i nazisti erano cattivi?

Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa
Ispirato al best seller di Markus Zusak, La Ladra di libri è un film illustrativo che tuttavia prende qualche forza dalla storia che racconta: l’odissea di un’adolescente orfana, affidata alle cure di una matura coppia nella Germania nazista (…) In tutto questo, il dato più importante è che Liesel apprende a leggere; e nei romanzi scopre una via di fuga dai lutti e della guerra, trova il suo germe di futura scrittrice. Nella pellicola c’è una fastidiosa voce narrante, niente di meno della Morte in persona e la regia di Brian Percival soffre di una certa piattezza, però la Liesel di Sophie Nelisse è luminosa e Geoffrey Rush ed Emily Watson sono commoventi genitori adottivi.

Maurizio Acerbi, il Giornale
Le signore preparino i fazzoletti anche se la regia didascalica di Percival suscita poca emozione. Ottimi, Goeffrey Rush e Emily Watson.

Alessandra De Tommasi, Cinematografo.it
L’amore per la lettura contro la Shoah: un film delicato, intimo e poetico con una straordinaria esordiente.

Marzia Gandolfi, MYmovies.it
Con una regia classica e didascalica Brian Percival realizza un film comunicativo, in grado di catturare lo spettatore e donargli un insegnamento veramente sentito.

Carola Proto, ComingSoon.it
Come il bel libro di Markus Zusak da cui è tratto e che ha venduto in tutto il mondo oltre sette milioni di copie, anche il film si rivolge principalmente a un pubblico di young adults, facendo della sua visione semplificata degli orrori della Germania del Fürher la sua arma migliore, il veicolo ottimale per farsi strada fra le menti inconsapevoli di chi della Shoah e del nazismo ne sa poco o niente (…).

Mattia Pasquini, Film.it
Nazisti e cultura, impossibile non scegliere da che parte stare. Un’altra fatica risparmiata a un film forse troppo bidimensionale.

Antonio Maria Abate, Cineblog.it
(…) È un film che a dispetto di questi temi alti, senz’altro ostici, punta più alla pancia, talvolta dissimulando quella già citata ingenuità a tal punto da mimetizzarsi anche troppo bene tra le produzioni da target specifico, nel nostro caso per ragazzi. Ma è un po’ come volersela suonare e cantare al tempo stesso, per via della piattezza con cui scorre il film (…).

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