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“Magic in the Moonlight”: l’illusionista Woody Allen cede alla magia

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Dopo aver portato la magia sul grande schermo con “La maledizione dello scorpione di giada”, “Scoop” e “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”, Woody Allen ci riprova con “Magic in the Moonlight”, commedia con Emma Stone e Colin Firth.

Ambientato nella Provenza negli anni ’20, il film racconta la storia di un importante illusionista chiamato a smascherare una giovane medium che sta conquistando le ricche famiglie della Costa Azzura. Nonostante la diffidenza, il mago sarà costretto a fare i conti con qualcosa di molto poco razionale…

Nei dialoghi tra i due personaggi che dibattono su razionalità e mistero, il regista newyorkese sembra cercare delle nuove risposte e le sue convinzioni, a tratti, vacillare.
Dopo i toni più amari del penultimo “Blue Jasmine”, Allen torna con “Magic in the Moonlight” alla leggerezza senza abbandonare il suo consueto cinismo nei confronti della vita e della religione ma cedendo all’amore come potere salvifico. “L’amore è un trucco che non so svelare”, fa dire Woody Allen allo scettico personaggio interpretato da Colin Firth e, alla soglia degli 80 anni (che compirà il prossimo anno), il regista sembra dolcemente accettare gli aspetti irrazionali dell’esistenza perché, come recita una battuta del film: “La vita può essere priva di senso ma non di una certa dose di magia”.

“Magic in the Moonlight” è al cinema dal 4 dicembre distribuito da Warner Bros.

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TRAILER

Magic in The Moonlight - Trailer italiano ufficiale | HD

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POSTER

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ALCUNI COMMENTI DELLA CRITICA

Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa
Se si guarda a Magic in the Moonlight come a un’ulteriore commedia romantica di Woody Allen, resta difficile non catalogarla opera minore; per carità, firmata, godibile, lussuosamente ambientata nella cornice di un’incantata Costa Azzurra Anni ’20 e interpretata da un‘ottima coppia di attori, il carismatico Colin Firth e la deliziosa Emma Stone (…) un’opera che finge di ripercorrere i cliché del genere al solo scopo di andare dritto al cuore delle cose, ovvero la visione che ne è alla base. Una poetica che Allen ha espresso in ogni suo titolo, ma sublimandola in una macchina autonoma, distribuendola in maniera calibrata su figure e situazioni divertenti/amare; mentre qui acquista un carattere di urgenza che la impone al di sopra della forma.

Curzio Maltese, la Repubblica
(…) Nella storia di Woody Allen è difficile trovare una trama più esile e stanca, quasi soltanto un pretesto per coltivare alcuni hobby del regista: la passione per le sontuose ambientazioni d’epoca (ancora gli anni Venti); il divertimento di prendere celebrate star hollywodiane e cucir loro addosso personaggi inattesi e in questo caso del tutto stravaganti; un turismo cinematografico che spazia fra tempi e luoghi di culto. Il tutto s’intende, confezionato con la magnifica fotografia di Darius Khondji e impreziosito da qualche cammeo di classe, come la recitazione di Eileen Atkins, nella parte della zia di Stanley. Ma basta? Aspettiamo, come per certi vini di grande prestigio, un’annata migliore.

Maurizio Acerbi, il Giornale
Singolarmente, i due protagonisti sono bravi, ma tra di loro non si percepisce alchimia. Il film tranne qualche raro sorriso si perde nella noia, in particolare nella parte centrale. Parla di magia, ma il pubblico ne percepisce poca. E nonostante una colonna sonora alla Woody Allen è uno dei suoi film più anonimi.

Todd McCarthy, Hollywood Reporter
Un po ‘di fantasia fugace che può essere giudicata solo come un minor Woody Allen.

Scott Foundas, Variety
Una bagattella high-spirited che scende facile grazie alla stimolazione della flotta comica, un eccesso di incantevole panorami Costa Azzurra e la chimica veramente reattiva di stelle come Colin Firth e Emma Stone.

Peter Travers, Rolling Stone
Malinconia e dubbio possono sembrare cupe qualità da fondere in un romp amoroso. Ma quel colpo di gravità è ciò che rende Magic in the Moonlight memorabile e tipicamente WoodyAlleniano.

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