Home Uncategorized Made in Jail: parte al Palladium Festival Carcere e Cultura

Made in Jail: parte al Palladium Festival Carcere e Cultura

MADE-IN-JAIL-222333Al via al Teatro Palladium di Roma Made in Jail, festival dedicato a teatro e cultura in carcere, organizzato dal Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo, Università degli Studi Roma Tre. L’evento si inserisce nell’ambito della terza missione dell’università, un concetto legato alla polis, alla necessità che la gente si incontri sulle tematiche sociali.

Protagonista di questa prima edizione al Palladium dall’11 al 14 dicembre, è l’arte nelle tante sfaccettature, il teatro certo, ma anche il cinema, la musica, le arti pittoriche, la letteratura. Saranno infatti proposti spettacoli teatrali, libri, video e musica rigorosamente “made in jail”, prodotti culturali realizzati appositamente per questa occasione in vari istituti penitenziari del Lazio.

“È una vera e propria necessità dell’Università aprirsi al sociale e a tutte quelle forme che concorrono ad una formazione culturale e scientifica”, spiega Valentina Venturini, docente di Storia del Teatro presso l’Università Roma Tre e direttrice artistica della manifestazione. E aggiunge: “Nel Lazio ci sono quindici istituti penitenziari e in ognuno di questi si fa stabilmente teatro. Un teatro che, in molti casi, prima di essere ‘parte del progetto trattamentale’ è, e vuole essere, teatro tout-court, un’isola galleggiante che non cambia il mondo ma cambia chi la fa. Questa è la prima edizione di un festival che nasce come rassegna delle varie culture praticate nelle carceri del Lazio, portando all’esterno esperienze che fino ad oggi (solo di rado) è stato possibile vedere fuori dai penitenziari”.

Il festival Made in Jail nasce con l’obiettivo di contribuire a rendere visibile il ponte tra l’esterno e le varie realtà culturali in carcere. L’arte può davvero rendere liberi, e manifestazioni come queste possono rendere visibili anche realtà “chiuse” – come quella formata dai detenuti e dalle detenute di alta sicurezza che non possono portare la loro arte “fuori” – restituendole alla cultura e al pubblico “esterno” attraverso gli audiovisivi. È il caso del video sui dieci anni della compagnia del Teatro Libero di Rebibbia, dei cortometraggi in cui sono protagonisti i minori reclusi a Casal del Marmo, o, ancora, del corto “Prove chiuse” realizzato attraverso il montaggio di “Frammenti del laboratorio teatrale AdDentro” dallo spettacolo “La favola del figlio cambiato” (Compagnia Sangue Giusto e detenute della Casa Circondariale di Civitavecchia).

Un esempio famoso è quello di Salvatore Striano, ex detenuto reso popolare dall’interpretazione al cinema di “Gomorra” e “Cesare non deve morire”, che ha scoperto il suo talento per la recitazione proprio nel laboratorio della Ribalta diretto da Fabio Cavalli a Rebibbia.
Un altro caso che ha riscosso grande successo è quello dei Presi per caso, la rock band di detenuti, ex detenuti e non detenuti del penitenziario di Rebibbia che, nel concerto di chiusura del Festival lanceranno il nuovo progetto discografico “Fuori!” ed eseguiranno alcuni dei loro classici, brani ironici ed amari sulla condizione carceraria.

Il carcere come luogo di produzione di cultura sarà anche argomento di tavole rotonde come “Dentro. Libri dal carcere” (la presentazione del libro “Pensieri dal carcere” di Pierre Clémenti – attore amato da Buñuel, Pasolini, Glauber Rocha, Bertolucci, Jancsó e João César Monteiro – avverrà alla presenza del figlio, invitato per l’occasione dalla Francia), “Teatri in carcere nel Lazio” o “Cultura e recidiva”. Riflessioni proposte da addetti ai lavori, aperte al confronto con il pubblico. Per suscitare spunti e riflessioni ulteriori, contribuendo a rendere più solido il ponte tra il carcere e la società libera.

 

 

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here