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Il regista Stefano Calvagna: “ora vi racconto la mia esperienza in carcere”

“Nonostante ciò che è successo, sono tornato: ora vi racconto la mia esperienza in carcere e cosa di sbagliato è stato detto su di me”

Con il 2011 ricomincia la vita artistica di Stefano Calvagna interrotta improvvisamente da 7 colpi di pistola il 17 febbraio del 2009.

Sono trascorsi quasi due anni e, da quel momento, per Calvagna c’è stato solo spazio per il dolore, le aule di Tribunale e il carcere. Uscito dalla Casa Circondariale Regina Coeli di Roma, costretto agli arresti domiciliari, grazie all’affetto della famiglia e dei pochi amici rimasti, ha deciso di ripartire dalla sua passione, dal suo mestiere: quello del regista.

“Non voglio parlare della questione giuridica – spiega il regista romano –. Siamo ancora in attesa della sentenza d’appello del processo che mi ha interessato. Ma ciò che voglio, prima di tutto, è smentire le molte illazioni e i pettegolezzi che ho letto e ascoltato su di me, basate sul sentito dire e non su una corretta lettura delle carte processuali. E molto, ne sono consapevole, hanno giocato i ruoli scomodi da me interpretati nel corso degli anni”.

“Voglio, poi, raccontare la mia esperienza, dando voce a chi non ha voce: i detenuti. Nei mesi trascorsi in una cella di 6 metri quadri, ogni giorno, ho appuntato sensazioni, emozioni e nei prossimi mesi pubblicherò un libro per far capire a tutti che nelle carceri si vive una vita parallela all’interno di una struttura che non ha le stesse regole della società civile, dove ciò che accade, per chi vive fuori, non è mai accaduto”.

“Io ho pagato per qualcosa che è successivo a quella sparatoria di cui sono stato vittima – continua il regista –, della quale non è ancora stato trovato il colpevole. Ma ho totale fiducia nelle Istituzioni”.

In attesa della pubblicazione del libro, Stefano Calvagna ha dato il via ad un Corso di Recitazione presso una nota palestra di Roma, con uno spazio enorme in cui si trova anche un Auditorium. “Si tratta di una scuola che garantirà uno sbocco professionale ai 30 giovani selezionati che potranno entrare a far parte della mia scuderia. Presso la Scuola non si insegnerà solo recitazione, ma anche scherma, equitazione, danza e movimento scenico acrobatico con stuntman. A disposizione anche uno psicologo. Ci saranno due corsi di 15 allievi ciascuno”.

In cantiere anche un nuovo film. “Spero di poter realizzare un progetto cinematografico che sogno da qualche tempo.  Il film – racconta il regista – narra di un poliziotto che dopo la morte della sua compagna si adopera per farsi giustizia da solo. E’ una storia con un ritmo serrato, pieno di colpi di scena che prende le mosse, cosa che mi contraddistingue sempre, da un tema sociale: si parla di droghe, di violenza e di giovani alle prese con il successo facile e la pericolosità di alcune vie che possono essere scelte per raggiungere il proprio obiettivo”.

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