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Emir Kusturica e Ascanio Celestini a “Libri come” il 3 aprile

Un evento di Libri come. Festa del Libro e della Lettura

EMIR KUSTURICA

conversazione con
Steve Della Casa

Domenica 3 aprile 2011 – Auditorium Parco della Musica di Roma
ore 19.00 (Teatro Studio)

Come non amare l’universo stralunato e poetico del Fellini dei Balcani? Ognuno avrà una personale predilezione per questo o quel film ma è indubbio che l’opera filmica di Kusturica, negli ultimi due decenni del Novecento, ha segnato profondamente non solo la storia del cinema ma anche la memoria collettiva. Questa sua autobiografia ci svela gli anni della formazione dell’immaginazione dell’artista, un racconto dove Sarajevo è per lui come Rimini per Fellini: un misto di verità e di invenzione. E ancora Tito, la convivenza con le varie etnie jugoslave, i primi film visti, Gagarin che va sulla luna, insomma come si diventa il Kusturica che abbiamo poi amato al cinema.

Gli anni del successo clamoroso, il sogno di cambiare il suo paese col cinema. Uomo a volte scomodo e irruento, Kusturica non si nasconde sulle questioni che lo hanno visto attaccato sia dagli ultranazionalisti serbi sia dagli amici di Sarajevo. Il rapporto con Milosevic, la difesa della Serbia e del Kosovo ma anche il racconto del suo villaggio folle di Kustendorf, nelle montagne balcaniche, costruito per il suo cinema e poi aperto al pubblico (che ha vinto pure il premio europeo d’architettura Philippe Rotthier).

ASCANIO CELESTINI

Domenica 3 aprile 2011 – Auditorium Parco della Musica di Roma
ore 21.00 (Sala Sinopoli)

Attore, regista, narratore, scrittore, antropologo: di Celestini si è scritto molto e stringerlo in un genere farebbe torto alla complessità della sua ricerca. Rivelatosi nel solco del teatro di narrazione civile, mette al centro del suo lavoro l’oralità, la parola che si fa immagine. Il palcoscenico è solo una possibilità per evocare un sistema di significati, possibilità che ricerca anche nella narrazione, negli spettacoli – mai scritti per la scena – che diventano libri, nei libri che diventano film, nelle idee che diventano scatole, contenitori, per altre idee.

La resistenza, il lavoro, il manicomio, sono i nodi intorno a cui la sua attenzione si è concentrata in questi anni. La storia, ma anche la parola – che sia scritta, detta o recitata –, sono un mezzo per evocare un immaginario; la ricerca intorno a un tema, l’ascolto come cellula e ossatura del racconto, la ripetizione e la circolarità della tessitura, il linguaggio quotidiano che parla a tutti, il piccolo e il semplice che diventano grande e appartengono a ognuno: questi sono gli elementi che ritornano nei lavori di Celestini e che trovano una loro epifania nella raccolta Io cammino in fila indiana.

“Racconticerino”, come li chiama lui, è una raccolta di filastrocche politiche sull’oggi, arrabbiate e malinconiche, dove il linguaggio è costretto dalla brevità e dalla forma che folgora tutto un universo di temi, accostamenti e letture.

Per info: www.auditorium.com

 

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