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“Tra due bandiere” con Caldonazzo e Conticini

Un filo rosso che percorre la storia del nostro Novecento approda all’Auditorium dell’Ara Pacis giovedì 21 aprile alle ore 21. Dalle lettere, emozioni, fantasie, immagini e fatti di gente comune, scaturisce “Tra due bandiere”, un originale racconto per celebrare il centocinquantenario dell’Unità d’Italia, concepito dallo scrittore e sceneggiatore Paolo Logli ed interpretato da Nathalie Caldonazzo e Paolo Conticini. Si tratta di uno spettacolo che ripercorre un pezzo importante della storia d’Italia con le musiche e le canzoni di Cesare Andrea Bixio, fra i nostri autori musicali più celebri e rappresentativi, le cui composizioni sono testimoni, e contemporaneamente colonna sonora di numerosi capitoli del nostro passato nazionale.

Accompagnati al pianoforte da Maurizio Campo, insieme ad Alessandro Dacrissa, Maria Grazia Di Valentino e Pamela Passalacqua, i due attori principali daranno vita ad una serie di “quadri” sociali, finestre rappresentative di precisi momenti della nostra storia, della nostra lingua, del nostro ricordo familiare. Si tratta di una storia pensata da Logli prendendo spunto da biglietti, cartoline, diari di gente comune e scambi epistolari fra la gente comune. Particolare riferimento è poi dato alla figura femminile dell’epoca con il ritratto di Mariù, protagonista di una delle più famose canzoni di Bixio (Parlami d’amore Mariù), ma anche simbolo della donna italiana per eccellenza: moglie, amante, fidanzata, partigiana, mamma, bambina, zingara, prostituta, attrice e al contempo dolce, viva, forte, ambigua, devota, amata, lasciata, ripresa, sorridente, amara, addolorata…

Una performance che rievocherà con filo storico ed aneddotico i momenti salienti del secolo scorso intrecciati inevitabilmente ai ricordi, ai  suoni e ai racconti personali al punto da farci pensare di averli vissuti in prima persona. Una rievocazione di immagini, tutte, rigorosamente, in bianco e nero, come le ha raccontate una stagione gloriosa del nostro cinema, ritratti che conservano le radici di un lessico familiare, forse perché proprio in quegli anni si è definitivamente forgiata – nel bene e nel male – l’Italia. La regia è di Enrico Maria Lamanna.

 

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