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Alberto Moravia e l’America

Il legame con l’America attraversa tutta la vita di Alberto Moravia: un rapporto complesso, non ancora pienamente sondato dagli studi sull’opera e sul pensiero dello scrittore. Il convegno internazionale “Alberto Moravia e l’America” affronta per la prima volta in Italia questo argomento di straordinario interesse culturale, proponendosi di far emergere numerose e sfidanti linee interpretative e di ricerca, oltre che di avviare una riflessione e un più attento lavoro critico di scavo storico-letterario.

L’evento – organizzato da Associazione Fondo Alberto Moravia, Association of American College and University Programs in Italy (Aacupi) e John Cabot University, con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Culturali e del Centro Storico di Roma Capitale – si terrà a Roma dal 19 al 21 maggio 2011, presso l’Aula Magna della John Cabot University.

Il grande interesse moraviano per la cultura d’oltreoceano nasce precocemente con la lettura giovanile dei classici della letteratura americana editi dalla Biblioteca Vieusseux. Si rinsalda, negli anni Trenta, con il primo viaggio negli USA, quando, invitato da Giuseppe Prezzolini, direttore della Casa Italiana della Columbia University (NY), Moravia tiene una serie di conferenze presso alcuni College. Dagli anni Cinquanta in avanti, l’interesse si intensifica grazie a nuovi e numerosi viaggi, documentati dai reportage pubblicati sul “Corriere della Sera”, nei quali, con acume critico e una vena talvolta polemica, egli indaga la vita, gli usi e i comportamenti del popolo americano.

“Gli Stati Uniti potranno forse essere il paese del futuro; perché hanno spinto alle estreme conseguenze il problema massimo della civiltà moderna e al tempo stesso sembrano possedere energia sufficiente per fornirne domani la soluzione”. Corriere della Sera, 22 maggio 1955.

Dal canto suo, l’America accoglie, legge e tenta di comprendere con crescente interesse l’opera moraviana, traducendola e pubblicandola costantemente: nel ’58 Leo Hamalian e Edmond L. Volpe del City College (NY) inseriscono nell’antologia “Ten modern short novels” come unico testo italiano il racconto di Moravia Agostino, accanto a quelli di Tolstoj, Gide, Mann e Camus. Di questo stretto rapporto tratta ampiamente il volume di Ferdinando Alfonsi “Alberto Moravia in America. Un quarantennio di critica, 1929-1969” (Carella Editore 1984).

Alla fine degli anni Sessanta, attraverso gli articoli pubblicati su L’Espresso, lo scrittore racconta ancora il continente, non limitando più la sua ricerca ai soli Stati Uniti, ma estendendone l’orizzonte all’America del Sud: ne è testimone l’interessante resoconto del suo secondo viaggio in Messico, del 1966. L’attrazione per quelle latitudini non s’arresta negli ultimi anni della vita di Moravia, durante i quali egli si dedica alla lettura dei grandi romanzi degli anni Ottanta, con particolare predilezione per quelli di Saul Bellow

Il programma della conferenza internazionale di Roma ripercorre i momenti cruciali del lungo, ininterrotto rapporto tra Alberto Moravia e la cultura americana, con una notevole varietà di interventi di docenti universitari italiani e stranieri, intellettuali, giornalisti e scrittori, poeti e registi. Nella prima giornata, un saluto di benvenuto di Franco Pavoncello, Presidente della John Cabot University, David Mees, Addetto Culturale dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America, Dino Gasperini, Assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, Dacia Maraini, Presidente dell’Associazione Fondo Alberto Moravia, Portia Prebys, Presidente Association of American College and University Programs in Italy (Aacupi), Federica Capoferri, Presidente Department of Modern Languages and Literature della John Cabot University. A seguire, la proiezione di una selezione di immagini d’archivio a cura di Serafino Amato, Fondo Alberto Moravia. Al termine degli interventi, il 20 maggio si terrà la proiezione del film “La Ciociara” di Vittorio De Sica (1960). Il 21 maggio, invece, la proiezione del film “Gli Indifferenti” di Francesco Maselli (1964).

Aula Magna della John Cabot University, Guarini Campus, Via della Lungare 233 (Roma)

 

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