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Quaranta giorni al Teatro Valle

Gli occupanti del Teatro Valle di Roma, lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, hanno annunciato che non andranno in vacanza e denunciano l’indifferenza della classe politica.

Di seguito il testo pubblicato sul sito del Teatro Valle Occupato:

Abbiamo raccolto la partecipazione di migliaia di cittadine e cittadini. Il mondo artistico e culturale italiano si è schierato attivamente a fianco del Teatro Valle Occupato. Importanti teatri e festival europei hanno espresso la loro piena solidarietà. Il Teatro Valle è diventato punto d’incontro tra cittadini e artisti. Dibattiti, assemblee, spettacoli serali sono sempre gremiti.

Come mai i responsabili delle politiche culturali, dagli assessori ai ministri, non si espongono? A fronte delle nostre proposte concrete, sostenute da una larga partecipazione, le istituzioni hanno risposto con dichiarazioni fumose circa stagioni teatrali rimediate all’ultimo momento. Che sia imbarazzo? Indifferenza verso la cosa pubblica e la partecipazione reale dei cittadini? Timore di quello che il Valle può rappresentare davvero in questo momento storico?

Il Ministero tenta di circoscrivere la mobilitazione del Valle alle problematiche di questo luogo. Sarebbe bene che il Ministero e tutto il Governo aprissero occhi ed orecchie. Ascoltassero ed osservassero quello che sta accadendo al Valle e che dal Valle sta facendo il giro di tutta la penisola superando i confini nazionali.

Il Valle Occupato è simbolo di una protesta che va ben oltre le pareti fisiche del Teatro. È la rappresentazione di un bisogno di cambiamenti radicali, la nascita della consapevolezza che non c’è più tempo per recriminazioni o compromessi, né per delegare ciecamente ad una classe politica inadeguata il compito di salvare il nostro presente e immaginare il nostro futuro. È tempo per tutti noi, cittadini, di rivendicare i nostri diritti in prima persona e senza paura.

Il Valle Occupato è la prova di un risveglio culturale e civile che ci auguriamo si propaghi in ogni città e spazzi via la logica individualista, l’indifferentismo alla politica, gli immobilismi, le ipocrisie, l’omertà, il clientelismo, la corruzione che hanno trasformato questo Paese in un grottesco cinepanettone.

Con l’aiuto di Ugo Mattei, giurista estensore dei quesiti referendari sull’acqua, ci aspetta un lavoro che richiederà tenacia e costanza. Per quest’anno noi non andremo in vacanza: continuiamo ad occupare per occuparci di ciò che amiamo. Disertiamo le file in autostrada e le spiagge roventi. Invitiamo tutti ad un’estate diversa per immaginare nuove forme di arte e nuove forme di vita. E ai politici in villeggiatura: attenti alle meduse.

 

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