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“Amore nero”: Bova e Hunziker contro la violenza sulle donne‎

Un tema bollente quello dello stalking, ma non solo. Quello della violenza contro le donne. Un mondo sommerso fatto di soprusi atroci e torture lente e indicibili. Un universo che fa fatica a uscire fuori e a diventare cronaca. Perché parlare spesso è impossibile. Le parole mancano. Perché mettersi contro un marito, un padre, un compagno, non è semplice. E la violenza continua a ripetersi. Ottusa, sorda, continua.

Mediafriends, la Onlus fondata nel 2003 da Mediaset, Mondadori e Medusa, è scesa anche stavolta in campo per restituire dignità a queste vittime del silenzio. E lo ha fatto sostenendo un progetto importante. Un cortometraggio che denuncia, smascherando l’insopportabile condizione vissuta da tutte quelle donne che l’inferno lo hanno trovato in quello che dovrebbe essere il luogo più sicuro del mondo: la famiglia.

“Amore nero” è il titolo di questo progetto ideato, scritto e diretto Raoul Bova (suo esordio alla regia) e interpretato da Michelle Hunziker, impegnata accanto all’avvocato Giulia Bongiorno nell’associazione Doppia Difesa. Nel cast anche Giorgio Marchesi e Imma Piro.

Il corto è prodotto dalla Sanmarco (la casa di produzione di Bova e della moglie Chiara Giordano) in collaborazione con Mediafriends Onlus.

“Con Mediafriends – ha dichiarato Bova – condivido un’idea di società più giusta e solidale. Questo mio corto nasce dall’esigenza di sensibilizzare ogni persona su un tema così complesso e difficile da trattare. Sono tante le persone indifese, così come sono tante quelle che cercano di aiutarle. Ecco, l’importante è conoscere il problema. E fare tutto il possibile per risolverlo…”.

Un cortometraggio d’eccezione che ha ricevuto una targa di riconoscimento dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Una testimonianza coraggiosa e insieme un atto salvifico perché, come dice la stessa Hunziker, “a volte basta rompere la catena e spezzare una volta per tutte il circolo vizioso”.

“Amore nero” sarà distribuito nel mese di novembre in DVD a 9.90 euro in tutti i negozi Euronics e il ricavato sarà interamente devoluto da Mediafriends all’associazione Doppia Difesa.

 

 

13 Commenti

  1. Ottima iniziativa! Bisogna dare molto più spazio alle donne, ai loro problemi e alle loro necessità, perché le donne sono superiori ai maschi. Bisognerebbe tassare i maschi per sostenere le iniziative a favore delle donne. Bisognerebbe rendere illegale l’uso pornografico dell’immagine femminile, aumentare le quote rosa almeno al 75% e garantire ogni sorta di privilegi alle donne per dire basta alla supremazia maschile!

  2. Sono perfettamente d’accordo con te! Noi maschi siamo nati per fare da schiavi alle donne, per lavorare, soffrire e morire per loro. Altro che tasse, io farei fare un anno di carcere a tutti i maschi per tutte le ingiustizie e le violenze che subiscono le donne. Credo anch’io che le donne sono superiori: le vite di cento maschi non valgono neppure le ciglia di una donna! Noi siamo solo carne da cannone. Il potere alle donne!

  3. Credo che sia giusto diffondere la cultura della non violenza, verso tutti, dato che abbiamo una società ormai deviata anche dalle campagne di comunicazione errate come dai troppi film tv o cartoons che trasmettono violenza con messaggi errati. é vero le donne subiscono vioelnza, ma anche gli uomini subiscono violenza. Vorrei chiedere se è possibile anche attivare una campagna di comunicazione per la restituzione della normale serenità in ogni cellula di società. Vorrei chiedere a Raoul Bova se può riprendere con uno spot anche l’allontanamento ingiusto di tanti uomini dalle famiglie e dai figli per le violenze “costruite” e mai esistite ma utilizzate solo a scopo distruttivo di un essere. Anzi più di due esseri ed anche più, per ogni uomo allontanato per violenza ci sono uno o più figli, perchè sono i figli oggi vittime di sottrazioni paterne e voglio tacitamente sostenere che le violenze sulle donne esistono, come prima nonostante tanti spot e campagne da qualche anno, ed in più si sono aggiunte queste altre con vittime minori e… uomini. Sono tra i denunciati che hanno solo subito, in Italia, la sottrazione di un figlio con la scusante delle violenze “inventate” su di me, ma esistenti da sempre su una donna, da quando era bambina sino ad oggi che è mamma.
    Alessandro Fino

  4. mi è capitato di vedere pubblicizzata la campagna denominata AMORE NERO sostenuta con il corto metraggio AMORE NERO.

    Non intendo banalizzare la serietà del tema trattato ma neppure tacere rispetto al senso di ingiustizia che provoca sentire parlare di violenza in chiave esclusivamente maschile: la violenza non è un fatto di genere, è un fatto culturale determinato, da una condizione e da una convinzione: la condizione di supremazia vera o presunta, fisica, psicologica, morale di un soggetto su di un altro; la convinzione di questo di poter poter esercitare un potere indiscriminato sull’altro, sia esso uomo o donna.

    Sapete bene anche voi, come in realtà le cose stiano, tanto che le IENE diverse volte sono intervenute sul tema dello stalking per segnalare come anche i numeri messi a disposizione dal ministero della Pari Opportunità, fornissero informazioni sullo stalking solo alle donne che chiamavano.

    Sapete altrettanto bene come facilmente possa essere strumentalizzata l’informazione che a questo livello finisce per fare propaganda ed essa stessa divenire violenza.

    L’indagine alla quale si fa riferimento, secondo la quale una donna ogni tre ha subito violenza almeno una volta nella vita, è stata più volte contestata sia per i risultati, sia per il modo in cui le domande proposte venivano poi registrate: una donna ogni tre inoltre significa, tolte le ultra ottuagenarie e le infanti, 10.000.000 di persone il che significherebbe che in Italia esisterebbero 10.000.000 circa di potenziali molestatori (sempre tolti gli infanti e gli ultra ottuagenari).

    Io sono un uomo, e mi ritengo onestamente offeso dal messaggio che passa della vs. comunicazione, e non lo ritengo giusto.

    Il PM Carmen Pugliese del Tribunale di Bergamo ha affermato più volte che in fase di separazione l’80 per cento delle denunce di violenza e abusi di un genitore a carico dell’altro, sono oltreché false, strumentali alla definitiva esclusione di un genitore dalla vita dei propri figli. Quello che forse è stato compreso meno delle parole del PM Pugliese è che ogni denuncia, vera o falsa che sia, impegna risorse: tempo, personale e denaro, per essere verificata e perseguita, per converso accade che queste risorse non siano più disponibili a chi le violenze le ha subite davvero.

    In Spagna, terrà della c.d. legge integrale insegna come questa si sia trasformata in una caccia alle streghe, in un linciaggio tanto da portare ad un inasprimento delle pene nei confronti delle false denunce per disincentivare questo fenomeno pur sapendo che anche questo finisce per ritorcersi di nuovo, in termini di credibilità nei confronti di chi la violenza la subisce veramente.

    Il carcere di Abu Graib in cui donne soldato venivano riprese deridere ed umiliare prigionieri uomini legati, nudi e stesi a terra conferma quanto dico, così come lo conferma la letteratura in merito al ruolo di “guardiani” donne nei campi di concentramento nazisti, o ancora le ricerche della università del Canada (Calgary) sull’incidenza della violenza tra partner all’interno di coppie lesbiche (54%).

    Lo stesso infine afferma Erin Pizzey in un intervista ad un noto quotidiano inglese dailymail come se ne uscì disgustata dal movimento femminista che aveva sostenuto la diffusione dei centri anti violenza da lei ispirati.

    Credo che chi ha in mano il quarto potere dello stato, quello dell’informazione abbia il dovere di usarlo correttamente.

    Non ritengo che il lavoro o lo scopo di media friends sia la causa della discriminazione che in effetti passa dal messaggio divulgato, credo piuttosto che sia corretto correggere il messaggio.

    Da piccolo granellino di sabbia del mare degli utenti della vs. comunicazione auspico una vs. maggiore attenzione.

    La violenza è una cosa seria, non devo certamente farvelo notare io, un messaggio inadeguato rischia di provocarne ancora di più.

    Grazie, a presto.

    Gabriele Bartolucci

  5. La violenza è un fenomeno deprecabile ma credo sia doverosa una precisazione sulla cultura reale della violenza, come fenomeno appartenete alla razza umana. Non v’è nulla di peggio che veicolare in forma sessista il messaggio salviamo questa piuttosto che quello… la violenza non ha sesso, esistono documentazioni così dettagliate sul fenomeno che trovo a volte strumentale leggere i vari appelli alla violenza sulle donne, pur non negando il fenomeno, intendo ricordare che un sano equilibrio informativo richiederebbe per PAR CONDICIO una trattazione analoga che riguardi la violenza subita dagli uomini e posso garantire, come testimone privilegiato, che la violenza femminile è altrettanto temibile e diffusa nel nostro paese, spesso più subdola anche se si esplicita in forme meno “manuali”, è altrettanto infame. Il concetto di soggetto debole è da rivedere poichè è fondato spesso sul pregiudizio che vi sia un soggetto forte, ma la storia e la cronaca ci raccontano che le parti sono spesso intercambiabili fra uomini e donne.
    Per altro il 25% dei soggetti vittime di stalking è maschile, ma questa non è che una forma fra le tante di violenza. Anche quella psicologica è violenza ed anche la sottrazione dei figli lo è, basti poi ricordare che in Europa questa dello sradicamento dei figli dal luiogo di nascita e quindi anche dal padre, è un retaggio esclusivamente femminile.
    Per dare ulteriore fondaezza a quanto sostengono criminologhi forensi e psicologi da lungo tanto tempo, per cogliere che il fenomeno violenza femminile non è affatto trascurabile è il Centro di Documentazione Violenza Donne a darne notizia qui :
    http://violenza-donne.blogspot.com/
    Sito da scorrere per avere una percezione delle variegate forme agite dal femminile, e comunque viene ribadito anche lì che il fenomeno, pur deprecabile, non può ricondursi ad un fatto di “genere” sessuale.
    Comincerò a rivalutare le campagne anti violenza, quando si troverà il sacrosanto coraggio di indicare anche l’uomo, come vittima del fenomeno e verrà trattato pubblicamente senza pregiudizi. Buon lavoro
    Cordiali saluti
    Roberto Castelli
    Presidente Ass. Genitori Sottratti

  6. Sono assolutamente d’accordo sul fatto che molti padri separati a forza dai loro figli subiscono quello che deve definirsi uno dei peggiori crimini! Ma vorrei ricordare che tali disgustose leggi mammiste, che non si limitano all’ambito delle separazioni matrimoniali, sono state fatte da uomini, non da donne. Una donna non può difendersi da sola dalla violenza maschile, mentre dalla violenza femminile un uomo può difendersi benissimo, a meno che tale violenza non si esplichi attraverso leggi inique volute da maschi. In conclusione, anche le situazioni in cui gli uomini sono vittime sono conseguenze del potere maschile. Almeno in larghissima maggioranza. I padri staranno meglio quando il potere verrà dato alle sole donne.

    • Luca, La tua visione è quanto meno opinabile, fondata su supposizioni… chi lo ha detto che le leggi per la tutela del femminile sia di fonte maschile…o esclusivamente maschile?Sottovaluti il femminile! E che il femminile garantirà tutti, è’ una curiosa tesi, ma per nulla fondata, rimane una supposizione, mentre il dato certo è che siamo nel paese che ospita il Vaticano e con esso il culto della Madonna… e questo influisce molto nella percezione della santità femminile, e a volte distorce pure le cose al punto che ai blocchi di partenza…uomo e donna non sono affatto allineati nella visione comune, e così si dica nei tribunali.
      La “parte debole” intenderla come la donna…è un abile inganno della mente.
      E bada, non sono assolutamente contro le Donne, le adoro, ma…non mi lascio però trrre in inganno da numeri enormi e enunciazioni e da tesi che potrebbero risultare marcatamente sessiste.

  7. Roberto, mi chiedi chi lo ha detto che le leggi mammiste – non mi riferivo alle leggi per la tutela delle donne che ritengo giustissime – siano di fonte esclusivamente maschile?! Il fatto che tali leggi risalgono agli anni in cui in Parlamento sedevano soltanto o quasi esclusivamente uomini! Perché gli uomini di allora non tutelarono il proprio genere con leggi adeguate? Perché non ci provano gli uomini di adesso? Perché dovrebbero pensarci le donne, se i primi a disinteressarsi delle leggi anti-papà sono proprio i mariti e i fidanzati, che invece dovrebbero, come le donne e le altre categorie, scendere in piazza per difendere i loro diritti di padri? Ho visto le piazze stracolme per le più varie ragioni, ma nessuna stracolma per difendere la paternità! Se non faranno meglio, le donne al potere non potranno fare peggio di quanto hanno fatto finora i maschi per la paternità, perciò tanto vale provare! Almeno saranno certamente più giustificate degli uomini: non staranno calpestando se stesse! I maschi italiani si preoccupano più della tessera del tifoso che dei diritti dei padri, perciò sono sicuro che le donne faranno meglio! E la madonna non c’entra nulla: il Vaticano è più maschilista delle Chiese protestanti, dove non esiste alcun culto alla madonna.

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