La prima immagine della miniserie “Anita”, in onda in prima serata su Rai 1 il 16 e 17 gennaio
Lunedì 9 gennaio verrà presentata alla stampa la prima parte della miniserie “Anita” con Valeria Solarino e Giorgio Pasotti, regia di Claudio Bonivento. Alla conferenza stampa interverranno gli attori, il regista Bonivento e l’autore delle musiche e co-sceneggiatore Amedeo Minghi.
La fiction andrà in onda in prima serata su Rai 1 il 16 e 17 gennaio 2012.
“Anita” è una miniserie in due puntate di Claudio Bonivento con Valeria Solarino, Giorgio Pasotti, Tosca D’Aquino, Francesca Cavallin, Filippo Scarafia e Mauro Marino. E’ una co-produzione Rai Fiction e Goodtime, prodotta da Gabriella Buontempo e Massimo Martino. La sceneggiatura è di Massimo De Rita, Mario Falcone, Amedeo Minghi, Valentina Ferlan e Patrizia Pistagnesi; le musiche sono di Amedeo Minghi.
“Anita” è la storia di una donna leggendaria, la rivoluzionaria italiana di origine brasiliana Anita Ribeiro, che giovanissima si innamorò di Giuseppe Garibaldi e con lui condivise ideali di libertà e pericolose avventure, guadagnandosi l’appellativo di “Eroina dei due Mondi”.
A parte che la protagonista è inguardabile, non somiglia all’immaginario che abbiamo di Anita Garibaldi, bella bruna brasiliana, ma ci sono alcune cose assolutamente discutibili nella storia (e mi limito alla prima puntata):
La giornalista Margherita Furrell viene a Montevideo da New York per intervistare Garibaldi. Chi è questa giornalista? Non è mai esistita. Perché si è inventato questo personaggio?
E la Belgiojoso che a Genova parla di organizzare un comitato di soccorso degli ospedali, quando a inizio 1848 stava a Roma, poi a Napoli per reclutare volontari e infine a Milano. Inoltre agli ospedali non ci pensava nemmeno lontanamente (quella è roba dell’anno dopo).
E Garibaldi che irrompe alla Cancelleria come fosse sceso da cavallo un attimo prima, mentre eletto deputato all’Assemblea era entrato con tutti gli altri deputati e partecipava ai lavori parlamentari.
Insomma, un’accozzaglia di situazioni false, incredibili e ridicole.
Non c’era un consulente storico, un certo Tobia (mi sa che era quello del cane spia). Forse la Rai poteva permettersi di meglio.