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Procacci: “Diaz, un film per non dimenticare il G8 di Genova. Spero lo vedano i giovani. Il web ci aiuti”

E’ certamente un prodotto coraggioso e di importante impegno civile “Diaz – Don’t Clean up this Blood”, il nuovo film di Daniele Vicari, presentato con successo all’ultimo Festival di Berlino, che ricostruisce i drammatici fatti accaduti durante il G8 del 2001 nella scuola Diaz di Genova.

In una ristretta anteprima di 12 minuti del film riservata alla testate web, il regista ed il produttore, Domenico Procacci, hanno presentato il film (nelle sale dal 13 aprile 2012 distribuito da Fandango), discutendo dell’importanza della rete per la circolazione di un progetto che tenga in vita il ricordo di una delle pagine più vergognose della cronaca italiana affinché non si ripeta ciò che Amnesty International ha definito come “la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda Guerra Mondiale”.

“L’ambizione è che questo film raggiunga anche un pubblico giovane – si augura Procacci – che non ha vissuto i fatti di Genova, o che non li ricorda; quelli che di solito frequentano i multiplex e vedono generi diversi da questo. Il pubblico sa delle cose vaghe su quello che è accaduto a Genova. Noi invece vogliamo fare uno sforzo di memoria per raccontare e ricordare quello che è successo lì, anche per far sì che una situazione del genere non si verifichi mai più”. E in merito alle polemiche sulle forze dell’ordine, il produttore tiene a precisare che “’Diaz’ non è un film contro la polizia, ma se la polizia è questa allora sì che lo è”.

Procacci ha da sempre molto a cuore ciò che accadde alla scuola Diaz. Con la sua Fandango ha pubblicato un libro dal titolo “Le parole di Genova”, la raccolta degli atti processuali, ed ha prodotto il documentario “Black block” (presentato l’anno scorso alla Mostra del Cinema di Venezia) e “’Diaz’ – spiega – è un po’ la summa di tutti questi progetti”.

“Il film nasce il giorno della sentenza di primo grado della Diaz – racconta il leader della Fandango – condividendo il sentimento di chi urlava ‘vergogna’ e, preoccupati dal fatto che potesse essere l’ennesimo caso di cronaca archiviato, abbiamo pensato di cominciare a lavorare su questo progetto”.

“Diaz” è basato sui resoconti degli atti dei processi, su personaggi reali e sulle tante testimonianze. “E’ un film corale in cinque atti anziché in tre come avviene di solito. – dice Vicari – Il protagonista è la storia a cui ci siamo fortemente attenuti attraverso la documentazione raccolta. Abbiamo tolto i nomi perché erano distraenti. E’ girato in multilingue ma può essere capito da tutti perché è l’azione la parte fondamentale della storia”.

Da oggi circola l’efficace trailer di “Diaz” e Vicari e Procacci si augurano che internet abbia un importante ruolo nella promozione della film e che possa servire a far emergere quante più testimonianze possibili per un drammatico evento sul quale ancora, a dieci anni di distanza, non è stata scritta la parola “fine”.

DIAZ - Don't clean up this blood - Trailer Ufficiale

 

 

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