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Est Film Festival 2012: miglior film “Io sono Li”, il pubblico premia “Scialla!”

Si è conclusa domenica 29 luglio la sesta edizione di Est Film Festival – Montefiascone con la Cerimonia di Premiazione alla Rocca dei Papi, durante la quale la Direzione artistica e le Giurie, alla presenza degli Sponsor e delle Istituzioni, hanno annunciato i Vincitori delle tre sezioni competitive: Lungometraggi, Documentari e Cortometraggi ed è stato assegnato il Premio del Pubblico al Miglior film, tra quelli in gara votato dagli spettatori di Est Film Festival 2012.

Tutti i vincitori 2012

1) SEZIONE LUNGOMETRAGGI

– Miglior film (Arco d’Oro e 7.000 euro – Premio Banca Cattolica Gruppo Creval)
“Io sono Li” di Andrea Segre
Motivazione della giuria composta da Aureliano Amadei, Francesco Cavaliere, Massimo Cappelli, Alberto Crespi, Danilo Maestosi e Paola Randi: “Per la forza narrativa e la maturità stilistica con le quali racconta l’Italia multietnica di oggi attraverso l’incontro fra due stranieri, un’immigrata cinese e un pescatore di origini jugoslave. In questo suo esordio nel cinema narrativo, Segre mantiene lo sguardo acuto ed aperto che contraddistingue da anni la sua attività di documentarista, portandoci in un angolo d’Italia – la laguna veneta – dove i cliché e i luoghi comuni sono in agguato ad ogni inquadratura. Lui li evita tutti, privilegiando la verità umana e sociale dei personaggi”.

– Premio del Pubblico (Arco d’Argento e 2.000 euro – Premio Cantina Sociale di Montefiascone)
“Scialla! (Stai sereno)” di Francesco Bruni

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2) SEZIONE DOCUMENTARI

– Miglior documentario (Premio Associazione L’Acropoli – Arco d’Argento e 2.000 euro e il Premio Augustus Color)
“Pino Masciari. Storia di un imprenditore calabrese” di Alessandro Marinelli
Motivazione della giuria composta da Giancarlo Breccola, Corinne Burns, Carla Cappuccini, Cinzia Capuani, Paolo Capuani, Elio D’Auria, Girolamo Di Carmine, Carla Menichelli, Mario Nardi, Felicita Menghini, Rina Onorati, Daniela Ramaglioni, Alessandra Ragonesi, Mariolina Scavera Malvagna, Loredana Smafora, Laura Zanè: “Per il profondo coinvolgimento etico che la storia implica; per le emblematiche allusioni alle eterne, conflittuali tendenze dell’uomo al bene e al male; per la misurata enunciazione della figura di un eroe moderno che certamente agisce sostenuto da un superiore senso della giustizia, ma anche, più umanamente, da un vitale orgoglio; per la capacità di sostenere senza incertezze la narrazione grazie a una sicura sintassi cinematografica e a un sostenuto ritmo di montaggio”.

– Menzione speciale della Giuria
“Le perle di ritorno” di Franco Basaglia
“Per l’originale idea di una storia che, al di là della semplice narrazione, invita a riflettere sul più profondo significato della cultura nella storia della civiltà e dell’uomo”.

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3) SEZIONE CORTOMETRAGGI

– Miglior cortometraggio (Arco d’Argento e 2.000 euro – Premio Università della Tuscia)
“Tiger boy” di Gabriele Mainetti
Motivazione della giuria composta da Marco Mancini, David Sciuga, Piero Battista, Giulia Brocco, Caterina De Angelis, Andrea Della Casa, Sabrina Iannucci, Tiziana Menichelli, Alessandro Sabbatini, Michele Sances, Antimo Verde: “Una mano registica ferma affronta un tema delicato che è trattato in modo originale e coinvolgente, giocando brillantemente con le possibilità offerte dalla macchina filmica”.

– Menzione speciale della Giuria
“Training autogeno” di Astutillo Smeriglia
“Per la satira brillante e per aver espresso una spiccata personalità di autore”.

– Premio JazzUp Award – Best Soundtrack e 1.000 euro
a Giovanni Chiapparino, autore della colonna sonora del Cortometraggio “Smile” di Matteo Pianezzi
Motivazione della giuria composta da Greg Burk, Ferdinando Guglielmotti, Giancarlo Necciari, Marco Brama, Silvia Jacopini: “Per la straordinaria assonanza che lega le sequenze cinematografiche del ‘cinema muto’ alla leggerezza della melodia del brano iniziale del corto. La musica riesce ad esprime, in modo semplice e delicato, atmosfere circensi e gitane mitteleuropee, con citazioni colte che rimandano alle opere di Chaplin e Rota. Il cambio di tempo dello stesso brano, sottolinea egregiamente il crescendo filmico, ed anche il brano finale dei Porcupine Tree, è perfettamente inserito in un finale dolce ed evocativo”.

 

 

 

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