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Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea (CeNDIC): Lettera di dimissioni ed elenco dei firmatari

Riceviamo e inoltriamo

Roma, 6 marzo 2013

Il 20 febbraio scorso un nutrito gruppo di autori teatrali ha rassegnato le dimissioni dal Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea (CeNDIC).

Tramite una lettera indirizzata a tutti i soci, il gruppo ha motivato le dimissioni denunciando un inaccettabile deficit di dialogo interno all’associazione, e ritenendo che la gestione direttiva del Consiglio non abbia interpretato adeguatamente lo spirito ideale che un anno fa, proprio attraverso il dibattito e il confronto, aveva unito circa 170 autori nazionali nell’obiettivo di difendere, diffondere, sviluppare la drammaturgia italiana contemporanea.

In particolare, il gruppo dimissionario ha comunicato la propria netta contrarietà alla partecipazione del CeNDIC al comitato di indirizzo della neonata “Casa dei teatri e della drammaturgia contemporanea”, perché frutto di una scelta che non ha coinvolto i soci nella sua definizione.

In allegato la lettera di dimissioni e l’elenco dei firmatari.

Noi sottoscritti autori teatrali, già soci fondatori del Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea (CeNDIC), comunichiamo pubblicamente il nostro netto dissenso nei riguardi dell’operato di parte del Consiglio Direttivo e della Presidenza dello stesso CeNDIC. Ad ormai un anno dall’atto di fondazione del Centro, riteniamo che la gestione direttiva del Consiglio non abbia interpretato lo spirito ideale che aveva unito circa 170 autori nazionali nell’obiettivo di difendere, diffondere, sviluppare la drammaturgia italiana contemporanea, e nonostante i numerosi e ripetuti richiami ai consiglieri al rispetto dei principi statutari e delle regole di dialogo interno, la modalità con cui una parte maggioritaria del Consiglio ha reiterato una politica verticistica ci vede costretti alla seguente nota pubblica di dissenso.

Non ci riconosciamo nelle scelte del Consiglio Direttivo in merito alla partecipazione attiva e pubblica del CeNDIC alla definizione della nota “Delibera Gasperini”, con cui l’Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma ha inquadrato il futuro del circuito dei teatri di cintura cittadini in direzione di una struttura a chiara attitudine politico-burocratica denominata “Casa dei teatri e della drammaturgia contemporanea”. Riteniamo che tale partecipazione sia stata lesiva all’immagine del CeNDIC in quanto ha avallato un’operazione confusa, osteggiata dai principali ambienti artistici e produttivi del teatro romano, sostanzialmente inutile ai fini della promozione della drammaturgia italiana, e soprattutto palesemente opposta sia al mandato che l’Assemblea dei Soci aveva conferito al Consiglio Direttivo, sia a quanto i delegati del CeNDIC avevano in un primo momento richiesto ai rappresentanti del Comune. Riteniamo altresì grave che le ripetute prese di distanza verso le suddette scelte del Consiglio, da parte di numerosi soci, non siano state adeguatamente rese note agli altri soci, o lo siano state solo a fronte di pressanti richieste.

Siamo costretti a denunciare con stupore e delusione la presenza all’interno del Consiglio Direttivo del CeNDIC di una consolidata prassi gestionale e decisionale figlia di una discutibile visione secondo la quale un mandato assembleare alla direzione del Centro si possa e debba trasformare in una conduzione oligarchica, che non tenga conto delle opinioni e delle sensibilità espresse dalla base dei soci.

Per quanto sopra esposto, noi sottoscritti comunichiamo la decisione di dimetterci dalla qualifica di soci del Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea, dimissioni che verranno formalizzate nei prossimi giorni secondo le modalità previste dallo Statuto.

Rimane in noi tuttavia forte e viva la voglia di confrontarsi, dibattere e organizzare insieme iniziative in cui tutti gli autori siano pari, secondo la stessa comune visione etica e associativa che ispira le ragioni di questo comunicato.

Tra i firmatari: Aldo Alatri, Gianfranco Berardi. Fabio Franceschelli, Gianni Guardigli, Adriana Martino, Pierpaolo Palladino, Marzia Spanu.

 

 

 

 

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