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“Barça Dreams”, arriva al cinema la vera storia del FC Barcelona

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Martedì 29 e mercoledì 30 marzo, la vera storia di una delle squadre di calcio più popolari di tutti i tempi, il leggendario FC Barcelona, esce dai campi da gioco e arriva in oltre 100 sale cinematografiche di tutta Italia con “Barça Dreams – La vera storia del FB Barcelona”, il film di Jordi Llopart distribuito in Italia da QMI/Stardust. Per l’elenco dei cinema https://barcadreams.stardust.it/.

Un viaggio alla scoperta di quello che si è sempre definito “Més que un club” (più che un club), raccontato dai suoi campioni: dal centrocampista fuoriclasse Lionel Messi al celeberrimo allenatore Pep Guardiola, fino all’uomo che ha rivoluzionato il mondo del pallone grazie alla sua visione inedita e innovativa del calcio: Johan Cruyff. Con la voce narrante del giornalista e commentatore sportivo Pierluigi Pardo.

Grazie a interviste inedite ai rappresentati di un’intera generazione di calciatori formatasi allo straordinario vivaio di La Masia – tra i nomi, Leo Messi, Xavi Hernández, Andrés Iniesta, solo per citarne alcuni – oltre a prezioso materiale d’archivio, “Barça Dreams” porta al cinema i sogni e le ambizioni di una lunga lista di celebrità che hanno trovato la gloria nello stadio Camp Nou. 115 anni di storia dello sport narrati dall’anno di fondazione del football club, il 1899, fino ad oggi, per svelare i segreti della squadra che non solo è arrivata a stabilire un legame inedito con i propri tifosi – con l’impressionante cifra di 223 mila iscritti nel 2013, più di qualsiasi altra al mondo – ma anche a rappresentare e tutelare i valori e l’identità catalani.

“Quando filmavamo i giocatori in slow motion durante le partite, eravamo stupefatti dalle incredibili imprese di Leo Messi sul campo da gioco – racconta il regista – Ad esempio, quando un compagno gli passava la palla, scattava a una tale velocità che risultava impossibile seguirlo e assicurarsi che la sua immagine rimanesse all’interno dell’inquadratura. Una cosa che non succedeva con nessun altro giocatore. Era sensibilmente più veloce, e per non perderlo ogni volta dovevamo tentare di indovinare da che parte avrebbe iniziato a correre”.

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