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Camera dei Deputati: audizione FAPAV sulla pirateria audiovisiva

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Roma, 3 Marzo 2016 – Si è tenuta oggi l’audizione dei rappresentanti FAPAV presso la Commissione Parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo. La Commissione, istituita presso la Camera dei Deputati, è presieduta dall’On.le Mario Catania. Hanno partecipato all’audizione il Segretario Generale della Federazione Federico Bagnoli Rossi e il Consigliere Delegato FAPAV Egidio Viggiani, Direttore Affari Generali e Istituzionali Prima Tv, che hanno illustrato ai presenti i principali dati e aspetti che riguardano la pirateria audiovisiva su Internet.

Un fenomeno che rappresenta ancora il principale ostacolo allo sviluppo del mercato legale online in Italia, andando a colpire un settore dalle enormi potenzialità come quello dell’economia digitale, con importanti ricadute anche sul fronte occupazionale e del gettito fiscale per un danno stimato al comparto audiovisivo di oltre 500 milioni di euro l’anno.

Nel corso dell’audizione sono stati tre gli aspetti cruciali posti all’attenzione della Commissione: il primo riguarda la cooperazione internazionale sul contrasto alla pirateria, il secondo la pubblicità sui siti illeciti ed infine il ruolo degli intermediari.

“Il potenziamento della cooperazione internazionale nel contrasto alla pirateria è divenuto un aspetto determinante in virtù del fatto che l’accesso ai contenuti audiovisivi illeciti spesso avviene anche tramite siti ospitati su server esteri – ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi – Senza considerare, inoltre, che esistono alcune società specializzate nella fornitura di servizi di anonimato in rete e di mascheramento dei dati dell’utente, dove l’identità dei soggetti viene celata dietro nomi fittizi. Il ricorso a questi servizi, sempre più crescente, può essere affrontato solo con una reale collaborazione tra le Istituzioni internazionali”.

“Un altro aspetto cruciale nella lotta alla pirateria – ha proseguito Bagnoli Rossi – è rappresentato dalla pubblicità, principale fonte di guadagno delle piattaforme illecite. Anche in questo caso è necessario un intervento preciso e sempre più incisivo”.

In ultimo, è oramai divenuta essenziale una differenziazione tra gli intermediari di Internet neutrali/passivi e quelli che invece svolgono un ruolo nella gestione e aggregazione dei contenuti creativi. “Si tratta di un aspetto fondamentale per circoscrivere gli ambiti di responsabilità di ciascun operatore al fine di ottenere anche una maggiore chiarezza in merito alle possibilità di intervento dei relativi soggetti che operano sul web – ha sottolineato Bagnoli Rossi – Sono tutti temi in agenda nell’ambito della Strategia della Commissione Europea sul Mercato Unico Digitale: il nostro auspicio è che il Parlamento italiano, insieme al nostro Governo, possa sostenere questa battaglia nelle competenti sedi comunitarie”.

“Nella relazione sulla “Politica dell’informazione per la sicurezza” presentata ieri al Parlamento dai servizi segreti emerge tre le priorità nazionali l’esigenza di rafforzare e implementare la cyber security. Un messaggio chiave da parte dell’Intelligence italiana che riconosce nei pirati una sfera d’azione ad ampio raggio che va dalle violazioni del copyright all’illecita acquisizione di informazioni sensibili ai danni di aziende operanti in settori strategici per il Paese per finanziare il terrorismo – ha dichiarato Egidio Viggiani – Confido che questa consapevolezza possa favorire un processo virtuoso che veda una maggiore coesione tra le Forze dell’Ordine impegnate e tra Istituzioni e Associazioni. Una azione di enforcement mirata a contrastare un fenomeno troppo spesso percepito come un atto isolato di ragazzini tecnologicamente dotati quando si tratta invece di un mezzo con cui finanziare terroristi e criminalità organizzata”.

“Ringraziamo il Presidente Catania e i membri della Commissione per l’attenzione dedicata al tema – hanno concluso Bagnoli Rossi e Viggiani – e auspichiamo che i lavori possano portare a dei risultati importanti al fine di tutelare un’industria che solo in Italia occupa circa 170.000 professionisti”.

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