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Vignetta Vauro sul film “L’Universale”, al cinema dal 14 aprile

Dal 14 aprile nelle sale italiane la commedia sulla storia (vera) di un cinema libero, dove lo spettacolo era il pubblico, con Matilda Lutz, Francesco Turbanti, Robin Mugnaini, Claudio Bigagli, Paolo Hendel e Vauro Senesi e con le musiche di Bandabardò

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Anteprima in concorso al Bif&st per “L’Universale” di Federico Micali, commedia che dal 14 aprile arriva al cinema distribuito da L’occhio e la luna con il supporto de Lo Scrittoio.

La cultura, la musica, i film e i movimenti in Italia a cavallo degli anni ’70 si intrecciano alle storie di Tommaso, Alice e Marcello, interpretati rispettivamente da Francesco Turbanti (“I primi della lista” di Roan Johnson e “Acciaio” di Stefano Mordini), Matilda Lutz (protagonista del nuovo film di Gabriele Muccino e scelta per il reboot Paramount di The Ring in America) e Robin Mugnaini (“Tutti i santi giorni” di Paolo Virzì).

Tommaso è figlio del proiezionista (Claudio Bigagli) del Cinema Universale di Firenze. Un luogo mitico, chiuso nel 1989, dove il vero spettacolo era il pubblico grazie a episodi come l’incredibile ingresso in sala di una Vespa, il famoso abburracciugagnene, i commenti a voce alta durante le proiezioni, i balli durante i film musicali.

Le poltrone di legno, il bar, le mura, le maschere (Roberto Gioffré e Francesco Mancini), la cassiera (Anna Meacci), la barista (Ilaria Cristini) e lo stesso programmatore Sig. Ginori (Paolo Hendel) vivevano da protagonisti gli sketch degli spettatori, irriverenti e sopra le righe.

Impreziosito dal cameo di Vauro Senesi, nei panni del padre comunista di ferro di Marcello, il film vanta le musiche di Bandabardò. Per la prima volta sullo schermo anche i giovanissimi Edoardo Pagliai, Gea Dall’Orto e Andrea Francini.

Diretto da Federico Micali, documentarista fiorentino, il film è opera prima ed è stato scritto con Cosimo Calamini e Heidrun Schleef, una delle più note sceneggiatrici italiane, Palma d’oro a Cannes con Nanni Moretti.

“Per due anni ho vissuto all’interno del Cinema Universale, assorbendo la straordinaria serie di racconti, storie e aneddoti – dichiara Federico Micali – un melting pot di persone, modi di essere e idee che avrebbe fatto diventare quel cinema un incredibile punto di riferimento culturale per gli anni settanta e i decenni successivi”.

Come spesso accade, il cinema diventa lo specchio di storie private e collettive: quel cinema, infatti, è la storia di tante sale che hanno contribuito alla formazione di intere generazioni.

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