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Al via le riprese di “Sonaggios”, il nuovo documentario di Pietro Mereu

Si parte da Tonara con un set a norma anti Covid-19. La storia di due famiglie, i Floris e i Sulis.

Credit: Pietro Mereu

Un altro set in partenza in Sardegna, nel pieno rispetto del protocollo anti Covid-19 delle produzioni cinematografiche, a testimonianza della capacità della Sardegna di accogliere in sicurezza i professionisti dell’audiovisivo.

Si tratta di “Sonaggios”, il nuovo documentario del regista sardo Pietro Mereu, che racconta la storia di due famiglie di Tonara, i Floris e i Sulis, che portano avanti l’antica tradizione della manifattura dei campanacci, lottando – con due diverse filosofie – per preservarla dall’estinzione.

La storia di questo antico strumento che assolve molteplici funzioni sociali – dissuasore sonoro per furti, calmante per il bestiame e simbolo di onore e prestigio per i pastori – parte quindi da Tonara, piccolo paese della Barbagia, dove sono iniziate venerdì 13 novembre le riprese del documentario.

“Ho incontrato la famiglia Floris tre anni fa – racconta Mereu – mentre stavo lavorando a Tonara su un set internazionale. Essendo nato e cresciuto in Sardegna, ho la fortuna di poter raccontare molte storie sulla mia terra e le mie radici, ma quella dei ‘Sonaggios’ ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore. Per questo sentivo l’urgenza di raccontarla al mondo, perché nonostante le enormi difficoltà, le due famiglie non hanno tradito le vecchie tradizioni per abbracciare nuovi modelli produttivi. Per me rappresentano ciò che ammiro di più: determinazione, passione e la voglia incrollabile di creare un lascito duraturo, che va oltre sé stessi”.

Molto forte il legame con la musica nel documentario: come i mamuthones, con il suono dei loro campanacci, scandiscono una danza antica di secoli, così il musicista jazz di fama internazionale Gavino Murgia e il compositore Emanuele Contis accompagneranno il racconto di Mereu assieme all’immaginario visivo dell’illustratrice Carolina Melis.

Samir Ljuma, vincitore del premio per la migliore fotografia per “Honeyland” al Sundance Film Festival nel 2019 e candidato agli Oscar 2020, e Lila Place, montatrice di documentari pluripremiati che vive tra New York e la Sardegna, completano il team internazionale di un progetto che vuole raccontare una storia profondamente universale pur nella sua inconfondibile specificità territoriale.

Il documentario, prodotto da Velvet Cut e distribuito da I Wonder Pictures, è sostenuto dalla Fondazione Sardegna Film Commission.

 

 

 

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