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Incontro ANAC: Pupi Avati, “Cinecittà è il cinema italiano”

ph: Anackino / Pupi Avati e Francesco Ranieri Martinotti

Si è tenuto ieri l’incontro in streaming presentato da Francesco Ranieri Martinotti,  presidente dell’Associazione Nazionale Autori Cinematografici (ANAC), sulla propria piattaforma www.anackino.it, con gli autori, i produttori, i professionisti, i lavoratori e le Istituzioni del cinema italiano per affrontare l’argomento sulla rinascita Cinecittà.

Il 10 luglio del 2014 con l’appello “Salvate Cinecittà” l’ANAC chiedeva alle Istituzioni che “Cinecittà e l’Istituto Luce tornassero ad essere punto di riferimento produttivo del cinema mondiale e fossero restituiti a quel ruolo pubblico di volano per il rinnovamento e il rilancio del cinema italiano”.

Sono intervenuti all’incontro: Pupi Avati, Giovanna Gagliardo, Giuseppe GaudinoMimmo Calopresti, Dante Ferretti, Enzo De Camillis, On. Massimiliano Smeriglio (Parlamento Europeo, Europa Creativa), Nicola Borrelli (MiC), Donatella PalermoRoberto Perpigliani (Fidac), Francesco Rutelli (ANICA), Gianluca Curti (CNA), Marina Marzotto (Agici), Sabina Di Marco (Slc Cgil), Luciano Sovena (Roma Lazio Film Commission), Giorgio Gosetti (Casa del Cinema), Pasquale Cuzzupoli (tecnico del colore).

QUI IL VIDEO DELL’INCONTRO

Pupi Avati: “Cinecittà è il cinema italiano. Le prime volte che ci sono entrato da turista ho vissuto le emozioni più forti della mia vita. Io mi trovo a preparare un film sulla vita di Dante Alighieri, quindi un progetto con ambizione sterminata che affronteremo con i mezzi della produzione del cinema italiano abituale quindi non americana. Quindi la Cinecittà pubblica, se fosse stata in qualche modo riconsiderata, come immagino dovrebbe far parte di quella filiera, per la quale il progetto di questa natura culturale, è evidente che il Ministero ha un suo ruolo e lo sta svolgendo, lo sta portando a termine con grande vicinanza”.

Giovanna Gagliardo che ha realizzato un bellissimo documentario su Cinecittà: “Io sono qui, ma sono incompetente a decidere. L’istituzione si è fatta carico di tenere in piedi Cinecittà, ora bisogna arrivare ad un passo ulteriore e cioè rendere competitiva e imprenditorialità Cinecittà. Penso che l’imprenditorialità non solo serva, ma credo che serva un pozzo di soldi per rimettere in piedi una macchina, ma penso anche, contemporaneamente, che gli studi non siano soltanto degli studi dentro il quale si va a girare, ma siano un luogo molto speciale perché Cinecittà è un po’ una fabbrica di storie, quindi un bene molto immateriale e chi se ne dovrà occupare deve fare molta attenzione, perché li non solo si va a girare, ci sono delle competenze. Li si pensa a una storia che si crea. Chi andrà li deve sapere che questo luogo non sono gli studi ma ha una storia”.

Dante Ferretti: “Cinecittà è stata la mia casa. Ho cominciato tanti anni fa, lavorando con grandi registi. Grazie a Fellini ho conosciuto tanti altri registi”.

Nicola Borrelli: “È tutto in costruzione. Cinecittà è tornata completamente in mano pubblica… Si è riusciti a conservare le professionalità ed è stato un miracolo, perché il Ministero ha fatto il suo anche quando Cinecittà Studios era in mano privata. Quindi una parte del merito per aver conservato le professionalità, che ancora ci sono in questo momento e ce le teniamo strette, va dato in parte anche al Ministero che ha sempre fatto il possibile e l’impossibile esponendosi anche a critiche per evitare la dispersione del patrimonio anche professionale di Cinecittà e il passaggio in mano pubblica è stato un momento conclusivo che ha tolto via alcune incoerenze, alcune incongruità che, nel corso dei decenni, il percorso di privatizzazione ha dimostrato. Come avete letto la legge di bilancio interviene su Cinecittà, prevede una governance diversa, la trasforma in società per azioni e dispone un aumento di capitale sociale di 10 milioni legato a una progettualità e un piano industriale che deve essere quanto più possibile coerente e credibile. In contemporanea, c’è l’ipotesi di inserire un progetto di investimento complessivo nel piano nazionale e nel PNRR rispetto al quale bisogna dire due cose, cioè che si tratta ancora di un ipotesi e che il tema vero non è tanto il coinvolgimento del governo, perché anche con il nuovo governo c’è la piena sintonia e la piena volontà di portare al termine il percorso, ma c’è il tema generale legato agli aiuti di stato che deve essere contrattato con la commissione europea. In questo momento il problema principale è la mancanza di spazi, di studi. Alcune produzioni non possono essere ospitate a Cinecittà per mancanza di spazi”.

Francesco Rutelli: “Il governo ha fatto un investimento su Cinecittà senza precedenti. Stiamo parlando del principale investimento di natura urbanistica che possa avvenire nella città di Roma. Esige che si faccia un piano industriale, che ci sia una squadra e anche un capoprogetto all’altezza di un disegno di questo tipo che è il raddoppio dell’attuale Cinecittà con investimento pubblico molto rilevante anche se, per adesso, solo sulla carta”.

Enzo De Camillis: “Vorrei Cinecittà un luogo deve torni ad essere un punto di lavoro per gli artigiani come era prima, ricordiamoci che all’interno degli stabilimenti c’erano spazi dedicati ai mestieri artistici. Scultori, tappezzieri, laboratori scenografici e falegnameria, magazzini di arredo e laboratori di effetti speciali, fioristi e centri creativi e laboratori per giovani leve. Tutte le attività artigianali oggi non ci sono più”.

Sabina Di Marco: “Sottolineo l’importanza della formazione e dell’aggiornamento delle professioni aggiungendo la specializzazione di nuove professioni digitali”.

Mimmo Calopresti: “Sta succedendo qualcosa di nuovo a Cinecittà. Ripartirà e diventerà un nuovo centro. Abbiamo la necessità di fare film e di utilizzare Cinecittà per i nostri film. Dobbiamo fare film di successo dove la presenza di Cinecittà dentro è nota e si vede”.

Francesco Ranieri Martinotti ha concluso l’incontro ringraziando gli ospiti e promettendo un nuovo incontro sul tema.

 

 

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