
“Mercoledì la Regione Lazio e il Consiglio Regionale voterà una legge, la legge 171, che potrebbe far sparire gli spazi culturali e sociali delle nostre città”. Così Valerio Carocci, presidente della Fondazione Piccolo America che gestisce il Cinema Troisi di Roma, all’inaugurazione de Il Cinema in Piazza a Monte Ciocci.
“È una battaglia che abbiamo portato avanti, abbiamo iniziato 12 anni fa e purtroppo questa eventualità si sta per concretizzare – spiega – A Roma ci sono 50 sale cinematografiche abbandonate, è vero, e poche di queste sono riuscite a riaprire, poche di queste riusciranno a riaprire. Ma ci sono eccellenze come il Modernissimo di Bologna, il PostModernissimo di Perugia, il Beltrade di Milano, lo stesso Troisi, che fanno vedere che un’altra sala cinematografica è possibile. Ma l’errore più grande che si sta facendo e che sta facendo la politica è di delegare alle associazioni di categoria del cinema di decidere qual è il futuro per queste cubature. Mentre queste cubature sono gli spazi possibili in cui noi possiamo abitare i nostri territori, sono gli spazi dove possiamo stare insieme, sono gli spazi da ripensare per rendere vivibile la nostra città. E serve la sociologia, servono gli urbanisti, servono dei tavoli, servono dei censimenti. Serve di capire se in un quartiere di una città abbiamo bisogno di un asilo-nido o di una scuola di formazione, non di delegare al singolo interesse privato di fare un centro commerciale, al bed and breakfast”.
“Con un rapido calcolo che vogliamo condividere – afferma Carocci – una sala cinematografica nel centro di Roma viene affittata, se ristrutturata, a 5.000 euro al mese. Se questa sala cinematografica viene affittata per 10 anni, il proprietario delle mura ha un reddito lordo di 600.000 euro. Se la sala cinematografica viene riconvertita arriva a valere 20 milioni di euro. Il motivo per cui le 50 sale abbandonate sono abbandonate a Roma non è la crisi del cinema, è perché la politica ha sempre lasciato intendere ai proprietari di queste mura che prima o poi sarebbe arrivata la possibilità di riconvertire. E quindi dal Cinema America al Cinema Metropolitan tutti i proprietari hanno atteso questa legge pensando ‘che mi interessa di avere 600.000 euro se potrò guadagnarle 20 milioni’. Alla politica chiediamo di riassumere il proprio ruolo, il ruolo di immaginare una città diversa, una città possibile, una città che non è utopia. È una città che è stata realizzata a Parigi, hanno un progetto che si chiamano i tiers-lieux, che sono spazi in cui i giovani stanno insieme, in cui crescono insieme, in cui si riconoscono, in cui sono protagonisti, amano quel luogo e imparano la convivenza. Se tuteliamo la destinazione di quelle cubature, avremo un’altra città che sogniamo. Se invece quella legge passerà, non ci sarà più il motivo di stare con Il Cinema in Piazza all’aperto, di far aprire il Cinema Troisi, perché nulla di tutto questo è stato volto esclusivamente a vedere i film sul grande schermo, ma è stato volto a riaprire gli spazi culturali e sociali della nostra città. Grazie a tutti”.