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Festival dei Popoli 2011: un contributo per la democrazia

Si apre la rinnovata 52esima edizione. Musica con The Edge, Jimmy Page e Jack White. Pantere nere e Lsd. Ospite d’onore Edgar Morin. Claudio Giua: “Documentiamo il mondo per la dignità personale e collettiva”.

“It might get loud” di Davis Guggenheim sul rock di The Edge (U2), Jimmy Page (Led Zeppelin) e Jack White (White Stripe), “Cave of Forgotten Dreams”, il nuovo documentario del maestro Werner Herzog, proiettato in tecnologia 3D, “The Black Power Mixtape 1967-1975” di Goran Olsson sul movimento americano delle pantere nere, “Wild thing” di Jérôme De Missolz sul post-punk degli anni ‘70, “Crazy Horse” di Frederick Wiseman sullo storico cabaret parigino fondato nel 1951. Sono alcuni dei titoli selezionati, tra gli eventi speciali e fuori concorso, dalla 52esima edizione del Festival dei Popoli – Festival Internazionale del Film Documentario – che si svolgerà dal 12 al 19 novembre, tra Cinema Odeon e Spazio Uno, nell’ambito della 50 giorni di cinema internazionale a Firenze (la manifestazione coordinata da FST – Mediateca Regionale Toscana Film Commission).

La 52esima edizione del Festival dei Popoli, presieduto da Claudio Giua e diretto da Maria Bonsanti e Alberto Lastrucci, presenta il Concorso Internazionale (14 lungometraggi e 13 cortometraggi), un focus sulla democrazia dal titolo “Declining democracy” (3 documentari), la sezione dedicata alla miglior produzione italiana con “Panorama” (8), la prima retrospettiva in Italia del regista spagnolo Isaki Lacuesta dal titolo “Nuotare tra le immagini” (23), gli “Eventi speciali” (4) e la selezione ufficiale “Fuori Concorso” (7).

Ospite d’onore sarà Edgar Morin, primo giurato del Festival dei Popoli nel 1959, che presenterà all’Istituto Francese il documentario “Chronique d’un film” di Ayreen Anastas, François Bucher e Rene Gabri (materiale inedito di “Chronique d’un été”, 12 novembre). Morin parteciperà a un incontro pubblico con l’antropologo Tullio Seppilli (domenica 13 novembre).

“In questi tempi di crisi globale e di lotte per mantenere tassi decenti di dignità personale e collettiva – ha detto Claudio Giua, presidente del Festival dei Popoli – il Festival numero 52 sa di poter dare un contributo non marginale. Che è fatto, come nel 1959 e in tutti gli anni successivi, di documentazione attenta, di proposte di soluzione, di momenti di puro divertimento. In concorso e nelle rassegne ci sono opere che mostrano la realtà da angolazioni inusuali. Capiremo perché l’internazionalizzazione dei commerci risponda a criteri di solo profitto; vedremo come nei paesi della più recente industrializzazione, quelli del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) si continui a vivere secondo logiche tribali; scopriremo che una culla della civiltà occidentale e della democrazia tratta gli immigrati clandestini come gli appestati nel Seicento; ritroveremo guerre dimenticate eppure mai spente; vivremo un’estate indimenticabile nell’era degli sms e di Facebook; andremo a scavare tra i segreti del lume ispiratore delle rivoluzioni colorate degli ultimi anni. Qui e là, a darci respiro, grande musica soprattutto rock, incursioni di altre arti, a chiudere persino una visita nel tempio dell’erotismo patinato di luci, ombre e pailettes”.

Per maggiori informazioni: www.festivaldeipopoli.org

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