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Al MoMA di New York il recital per Pier Paolo Pasolini con Davoli, Rohrwacher, Fiorello, Favino, Riondino…

Recital di poesie interpretate da Ninetto Davoli, Pierfrancesco Favino, Anna Ferzetti, Giuseppe Fiorello, Michele Riondino, Alba Rohrwacher, Lidia Vitale, Anne Waldman e Natasha Rajdovic

Commozione ed applausi per l’inaugurazione della manifestazione dedicata a Pier Paolo Pasolini al MoMA di New York, che ha visto il tutto esaurito per la prima mondiale di “Medea” restaurata e grande partecipazione al recital di poesie interpretate da Ninetto Davoli, Pierfrancesco Favino, Anna Ferzetti, Giuseppe Fiorello, Michele Riondino, Alba Rohrwacher, Lidia Vitale, Anne Waldman, Natasha Rajdovic, con la supervisione di Dante Ferretti. I brani proposti sono stati tratti da una selezione realizzata dallo stesso autore per una sua antologia di poesie del 1970.

Il ministro Lorenzo Ornaghi ha salutato il pubblico in sala, plaudendo l’evento che segna l’inizio delle celebrazione, nel 2013, dell’Anno della cultura italiana negli Stati Uniti. Ad aprire la serata l’attrice Alba Rohrwacher che ha letto lo struggente brano “Supplica a mia madre”. Poi è toccato ai colleghi italiani che hanno interpretato poesie tratte da “La religione del mio tempo”, “Transumanar e organizzar” e “Le ceneri di Gramsci”. Giuseppe Fiorello, nell’inedita veste di cantante, ha interpretato la canzone scritta da Pasolini insieme a Domenico Modugno “Che cosa sono le nuvole”: “Per arrivare al cuore del pubblico americano e non solo, ho cercato di conoscere meglio la sua anima per cantare i suoi versi e trasmettere tutta l’emozione che sento”. L’ultimo brano è stato letto dalla poetessa americana Anne Waldman.
A conclusione della serata, un montaggio di brani di interviste di Pasolini raccolte sotto il titolo “Critica all’omologazione”, realizzata dal Fondo Pier Paolo Pasolini-Cineteca di Bologna.

“Pasolini ha visto e denunciato chiaramente un fenomeno di cui ci siamo accorti molto tempo dopo: la distruzione di una cultura, la trasformazione di ogni processo culturale in processo economico – ha commentato Alba Rohrwacher – E’ molto difficile essere poeta disilluso, profeta, regista…”.

L’attore Pierfrancesco Favino ha ricordato che “lo scrittore Alberto Moravia nell’orazione funebre per Pasolini disse che prima di tutto avevamo perso un poeta. Che in un secolo, di poeti ne nascono tre o quattro e che il poeta dovrebbe essere sacro. Queste parole mi sono sempre rimaste in mente perché raccontano molto bene la fragilità e la delicatezza della sua poesia e quanto sia necessario preservarla e proteggerla. Tutti noi sogniamo a volte di voler vivere in altre epoche, in altre città, io vorrei poter tornare indietro per conoscere Pasolini, per ascoltarlo, per sentire da lui la luce che ha lasciato accesa sotto forma di parole”.

Ninetto Davoli ha ricordato il suo primo incontro con Pasolini sul set de La ricotta: “Era il 1963, io avevo 15 anni e mi trovavo da quelle parti per caso, da quel momento la mia vita è cambiata completamente. Mi trovai catapultato in un mondo fatto di intellettuali, letterati, poeti. Io ho avuto molto da Pier Paolo, moltissimo, ma anche lui avvicinandosi a me ha potuto accostarsi e comprendere meglio il mio mondo, quello della borgata, un mondo naturalmente poetico che Pasolini ha sempre difeso”.

“Sono da sempre molto affezionata all’opera e alla persona di Pasolini, figura di spicco tra gli intellettuali del XX secolo – ha affermato il Direttore creativo di Gucci Frida Giannini – Ringrazio Istituto Luce Cinecittà per avere dato a Gucci la possibilità di supportare questa importante esibizione a New York. Una mostra completa degli scritti, dei film, dei quadri del grande artista che aiuterà ad approfondire in America la figura e il genio creativo, poliedrico e sempre attuale, di Pasolini”.

Roberto Cicutto, AD di Istituto Luce Cinecittà – presente insieme al presidente Rodrigo Foresio Cipriani – ha ricordato di non aver conosciuto Pasolini. “I miei primi anni romani (cominciati nel 1967) sono, come per molti altri, impregnati del lavoro e del pensiero di Pasolini. Il mio primo incontro con lui fu la proiezione de Il Vangelo secondo Matteo in quella che allora si chiamava ‘Arena’ alla Mostra del Cinema di Venezia. Era il 1964 e mai avrei immaginato che quasi quarant’anni dopo avrei ‘convissuto’ con Pasolini dopo la sua morte. Lo devo a Laura Betti per la cui regia assieme a Carlo Degli Esposti ho prodotto il suo unico film Pier Paolo Pasolini e le ragioni di un sogno. E’ per questa ragione che oggi vorrei che Laura fosse presente in queste giornate. Senza di lei forse non saremmo qui a rendere omaggio al poeta, al regista, all’intellettuale italiano più celebrato nel mondo”.

Il recital fa parte del programma di appuntamenti dedicati al grande autore scomparso – tra cui una retrospettiva completa dei suoi film – che si svolgono fino al 5 gennaio a The Roy and Niuta Titus Theaters (MoMA). L’evento Pier Paolo Pasolini è coprodotto da The Museum of Modern Art, New York, e Istituto Luce Cinecittà. La manifestazione supportata da Gucci, è organizzata da Jytte Jensen, Responsabile della sezione Cinema del MoMA, e da Camilla Cormanni e Paola Ruggiero, Istituto Luce Cinecittà; con Roberto Chiesi, Fondo Pier Paolo Pasolini-Cineteca di Bologna; e Graziella Chiarcossi. Presentata in associazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Un ringraziamento speciale all’Istituto Italiano di Cultura di New York.

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