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GianMarco Tognazzi e Bruno Armando: “Il rompiballe” al Sala Umberto

Dal 26 dicembre 2012 al 20 gennaio 2013 è in scena al Teatro Sala Umberto di Roma “Il rompiballe” di Francis Veber, regia di Andrea Brambilla, con GianMarco Tognazzi e Bruno Armando. Tra gli interpreti anche Renato Marchetti, Fausto Sciarappa e Stella Egitto.

Veber è riconosciuto come uno dei più importanti sceneggiatori europei: un alchimista rigoroso, che conosce alla perfezione le ricette della comicità e che trae dai dettagli della natura umana spunti per far nascere personaggi coinvolgenti e divertenti perché in fondo sempre un po’ veri.

“Il rompiballe” è considerato un capolavoro della drammaturgia comica mondiale. Da questo testo teatrale sono stati tratti due film di grande successo: “L’emmerdeur” di Molinaro con Lino Ventura e “Buddy Buddy” di Billy Wilder con Jack Lemmon e Walter Matthau.

In una stanza d’albergo, Ralph, un killer professionista molto quotato nel suo ambiente, serio, meticoloso, che ha sempre rispettato alla lettera ogni contratto, sta per portare a termine la “missione” più importante della sua vita. Tutto è stato predisposto fin nel minimo dettaglio, ma il malvivente non ha fatto i conti con il destino che gli appioppa come vicino di stanza tale Francois Pignon, imbranato vulcanico instancabile pasticcione…

“Quando Pignon si muove è peggio del classico elefante in una cristalleria – si legge nelle note di regia – Ora si tratta, nell’apprezzare l’opera, di gestire ‘la cristalleria’ ma soprattutto ‘l’elefante’. Muovendosi ingenuamente in modo goffo, l’Elefante non può rompere qualsiasi oggetto gli capiti; lui è troppo abile nel cercare ed individuare cosa rompere per esasperare al meglio la malcapitata Cristalleria.
Pignon è forse più egoista che in altre circostanze; il risultato però è pur sempre comicamente bambinesco, grazie all’ingenuità spontanea di un uomo per cui ‘due più due…fa sempre quattro’, chiunque faccia i conti.
La forza del Rompiballe è riuscire a rappresentare una forma di realtà che per molti sembra non esistere, tanto sembra forzata. Come diceva Shakespeare ‘Tutto il mondo è teatro, uomini e donne nient’altro che attori'”.

 

 

 

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